C’era una volta il superbonus 110%. Il contributo edilizio introdotto nel 2020 resterà anche il prossimo anno, ma con diverse modifiche e paletti più stringenti: la platea dei beneficiari sarà ridotta e, a partire dal 2025, è prevista una diminuzione anche della percentuale dell’agevolazione, che passa dal 70% al 65%. Regole più severe per i condomini, mentre resta soltanto un’eccezione in cui il contribuito rimane al 110%. Vediamo nel dettaglio quali sono i cambiamenti da conoscere e le nuove regole.
Superbonus, le nuove regole e la stretta sui condomìni
La manovra, come detto, ha introdotto diverse limitazioni per l’accesso al superbonus. Per chi volesse ristrutturare il prossimo anno una villetta utilizzando questo sconto, dovrebbe aver presentato una Cila, una comunicazione di inizio lavori, entro il 15 ottobre. Una data antecedente anche alla presentazione della norma stessa, venuta alla luce il 21 ottobre, ben sei giorni dopo.
Una particolare “stretta” riguarda i condomìni che, oltre all’obbligo di Cila entro il 15 ottobre, dovranno presentare anche la delibera condominiale che ha autorizzato i lavori. Nel dettaglio, il testo specifica l’accesso all’agevolazione al 65% è consentito soltanto ai seguenti soggetti:
- i condomini e le persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, con riferimento agli interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche;
- le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale.
Il testo prevede però un’eccezione in cui il superbonus rimane al 110%, e non al 65%: soltanto le zone colpite dal terremoto potranno accedere all’agevolazione “completa”, nella modalità con cui era stata introdotta dal governo Conte quattro anni fa.
La rateizzazione delle spese
La legge di Bilancio 2025 prevede anche la possibilità di rateizzare in dieci anni la detrazione relativa alle spese sostenute nel corso del 2023. Questa misura riguarda le spese agevolabili con il superbonus e consente ai contribuenti che, in alcuni casi, non riescono a detrarre quanto dovuto in quattro anni a causa di una capienza fiscale insufficiente. Per poter usufruire della rateizzazione i contribuenti dovranno presentare una dichiarazione dei redditi integrativa. Invece, per il 2024 è già in vigore l’obbligatorietà della rateizzazione in dieci anni per le spese del superbonus. La disposizione è stata introdotta con l’obiettivo di decongestionare il mercato dei crediti fiscali e andare in soccorso dei cittadini.
Bonus casa, tutte le alternative
Esistono ovviamente altre agevolazioni alternative al superbonus che riguardano i lavori di ristrutturazione in casa. Una di queste è l’ecobonus, nella versione modificata dalla manovra: nell’anno in corso l’agevolazione fiscale attraverso detrazione Irpef o Ires dal 50 al 65% poteva raggiungere anche l’85% per alcuni interventi nei condomini, mentre a partire dal 2025 il contributo scenderà al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili. Nel 2026 e 2027 le aliquote diminuiranno ulteriormente al 36% per la prima casa e al 30% per le altre.C’è poi il bonus ristrutturazioni, che resterà al 50% per le abitazioni principali e con tetto di spesa a 96mila euro, mentre per gli altri immobili l’agevolazione verrà ridotta al 36%, con tetto di spesa a 48mila euro. Discorso simile per il sismabonus: nel 2024 la percentuale poteva arrivare all’85%, mentre dal 1° gennaio scenderà al 36%, per poi arrivare al 30% nel 2026.
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