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Viaggiare per curarsi: come l’Italia può cogliere la crescita del turismo sanitario #finsubito prestito immediato


L’Italia può diventare un hub mondiale del turismo sanitario grazie a strutture d’eccellenza, collaborazioni pubblico-private e un’offerta che coniuga salute e scoperta culturale. Ma sfide come l’accessibilità e l’equità di accesso alle cure restano cruciali per una crescita sostenibile

Negli ultimi anni, il turismo sanitario ha registrato un incremento significativo, diventando una parte sempre più rilevante del settore turistico globale. Conosciuto anche come “turismo medicale“, questo fenomeno coinvolge pazienti che decidono di viaggiare all’estero per usufruire di trattamenti medici, procedure chirurgiche o terapie specifiche. Le motivazioni principali sono costi ridotti, alta qualità delle cure e maggiore accessibilità, in particolare per trattamenti che nei paesi di origine potrebbero essere troppo costosi o richiedere lunghe attese. Secondo i dati forniti dalla Medical Tourism Association, il mercato del turismo sanitario ha un valore stimato di oltre 100 miliardi di dollari all’anno, e continua a crescere grazie a un numero sempre maggiore di persone che cercano cure all’estero per risparmiare o accedere a servizi migliori.

Destinazioni emergenti nel turismo sanitario globale

Paesi come l’India, la Thailandia e il Messico si stanno affermando come leader nel turismo sanitario grazie a costi estremamente competitivi e a una qualità dei servizi in continuo miglioramento. L’India, ad esempio, è conosciuta per le operazioni cardiache e ortopediche, con prezzi inferiori fino all’80% rispetto agli Stati Uniti. La Thailandia, invece, è apprezzata per i servizi estetici e i trattamenti di fertilità, mentre il Messico attira pazienti dagli Stati Uniti per interventi odontoiatrici e chirurgici a prezzi accessibili. Queste destinazioni rappresentano una sfida per le nazioni europee, Italia inclusa, che devono puntare non solo sull’eccellenza medica, ma anche sull’offerta di un’esperienza completa che includa benessere psicofisico e scoperta culturale, come sottolineato dal Global Wellness Institute.

Secondo il Global Wellness Institute (GWI), il mercato globale del benessere è stato valutato a 5,9 trilioni di dollari nel 2023 e si prevede che raggiungerà gli 8,5 trilioni di dollari entro il 2027. I principali mercati nazionali sono gli Stati Uniti ($1,9 trilioni), la Cina ($810 miliardi) e la Germania ($275 miliardi). L’Italia si posiziona tra i primi 25 mercati a livello mondiale con un mercato del benessere di 115 miliardi di dollari, in crescita del 8,1% dal 2020 al 2023. Il contributo dell’economia del benessere al PIL globale è del 5,8%, con una spesa media annua pro capite di $720 per il benessere, che è quasi equivalente alla spesa sanitaria fuori tasca ($730).

Beauty Tourism: Turchia e Albania le mete preferite dagli italiani

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Negli ultimi anni, l’Albania e la Turchia sono diventate due delle destinazioni più popolari per il turismo legato alla chirurgia estetica. Questo fenomeno, in forte crescita, attrae migliaia di persone dall’Europa e da altri continenti ogni anno, grazie alla combinazione di costi contenuti, alta qualità dei servizi offerti e un’esperienza di viaggio inclusiva. Entrambi i paesi offrono un’ampia gamma di procedure estetiche, come liposuzioni, rinoplastiche, impianti mammari e trattamenti di ringiovanimento, che sono accessibili a un costo molto inferiore rispetto ai paesi dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti. L’Albania è diventata attraente non solo per i prezzi competitivi, ma anche per la vicinanza geografica e la facilità di comunicazione: molte cliniche offrono servizi in inglese, italiano e altre lingue europee, rendendo più facile per i pazienti stranieri sentirsi a proprio agio. Inoltre ha fatto passi da gigante nel settore della sanità privata, con cliniche specializzate in chirurgia estetica che utilizzano tecnologie moderne e professionisti qualificati, molti dei quali hanno studiato e lavorato in paesi dell’Europa occidentale.

La Turchia, dal canto suo, si è affermata come una delle principali destinazioni mondiali per la chirurgia estetica. Istanbul, in particolare, è il centro nevralgico del settore, con un’ampia offerta di cliniche all’avanguardia. I costi per procedure estetiche in Turchia sono significativamente più bassi rispetto alla maggior parte dei paesi europei, spesso a metà prezzo o anche meno. Questo, unito a un’alta qualità dei servizi, ha fatto sì che la Turchia diventasse una scelta popolare per interventi come il trapianto di capelli, la liposuzione e l’aumento del seno. Il governo turco ha inoltre supportato attivamente il settore, offrendo incentivi fiscali e promuovendo il turismo sanitario attraverso campagne di marketing mirate. Oltre al risparmio economico, molte delle cliniche in questi paesi offrono pacchetti completi che includono alloggio, trasporto da e per l’aeroporto, e persino tour della città. Questo rende l’esperienza più confortevole e attraente per i pazienti, che possono combinare l’intervento con una vacanza, godendo delle bellezze storiche e culturali di questi paesi.

Italia e Turismo Sanitario

L’Italia, con la sua lunga tradizione di eccellenza nel campo medico, ha una posizione potenzialmente privilegiata nel panorama del turismo sanitario. Strutture d’avanguardia e un sistema sanitario pubblico riconosciuto per la sua competenza sono due punti di forza che rendono il nostro paese una meta ambita per i pazienti stranieri. Questo comparto ha registrato una crescita annua stimata intorno al 20% negli ultimi anni, riprendendosi completamente dai livelli pre-pandemici già nel 2023. Secondo i dati del Ministero della Salute, l’Italia – sebbene abbia ancora margini di miglioramento nell’attrarre pazienti dall’estero rispetto ad altri Paesi europei – accoglie circa 5.000 pazienti stranieri ogni anno per cure mediche, con una spesa media che varia tra i 20.000 e i 70.000 euro per persona. Proprio in questi giorni AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ha presentato i risultati dell’Edizione 2024 del Programma Nazionale Esiti (PNE). Sviluppato dall’Agenzia su mandato del Ministero, il report ha valutato le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati, in base a 205 indicatori. “L’Humanitas di Rozzano e due strutture pubbliche, ovvero l’ospedale di Ancona e il Careggi di Firenze, sono risultati essere i tre migliori ospedali italiani” – ha dichiarato Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas – l’obiettivo non è dare premi o penalità ma spingere verso il miglioramento dell’assistenza”.

Per attirare pazienti internazionali, l’Italia deve puntare sull’accreditamento delle strutture sanitarie attraverso organismi internazionali come la JCI (Joint Commission International). L’adozione di protocolli di qualità internazionali è spesso un fattore determinante per i pazienti quando scelgono una destinazione di trattamento, garantendo alti standard di sicurezza e cura. Le strutture italiane potrebbero concentrarsi sull’ottenimento di questi accreditamenti per migliorare la loro reputazione e attrarre pazienti da tutto il mondo. Ma quali strategie possono essere adottate per rendere sempre più attraente l’Italia come meta di turismo sanitario? Innanzi tutto sarebbe utile implementare politiche di partenariato tra il settore pubblico e quello privato: ad esempio la creazione di hub sanitari regionali in collaborazione con investitori privati, come hanno fatto con successo in Turchia e India. Questi hub potrebbero essere promossi attraverso campagne pubbliche, con incentivi fiscali per chi investe nelle infrastrutture sanitarie locali, garantendo così l’attrazione di nuovi capitali e il miglioramento della qualità delle strutture.

Pianificare strategie di marketing mirate per promuovere l’eccellenza medica del nostro paese all’estero con campagne promozionali nei mercati emergenti, come Medio Oriente e Sud-est asiatico, la partecipazione a fiere e conferenze internazionali di settore possono aiutare a posizionare il nostro Paese come destinazione preferita per cure mediche di alta qualità. Il coinvolgimento di ambasciate e consolati nella promozione delle strutture sanitarie italiane può inoltre ampliare la visibilità del settore.

Inutile a dirsi che per far crescere i numeri accessibilità e logistica sono prioritari: migliorare i collegamenti aerei, garantire servizi di trasporto locali efficienti e offrire soluzioni di accoglienza per pazienti con mobilità ridotta sono fattori chiave che influenzano la scelta di una destinazione da parte dei pazienti stranieri. Garantire un viaggio confortevole e un soggiorno senza ostacoli logistici può rappresentare un vantaggio competitivo per l’Italia.

Un altro degli aspetti cruciali è il ruolo della tecnologia e della digitalizzazione: l’utilizzo di piattaforme di telemedicina, servizi di consultazione online e cartelle cliniche digitali può attirare pazienti stranieri, migliorare l’accesso alle cure e rendere più agevole il follow-up post-operatorio. L’Italia potrebbe investire nello sviluppo di infrastrutture digitali per facilitare il contatto diretto tra pazienti e medici, garantendo una continuità delle cure e fornendo ai pazienti internazionali un’esperienza di trattamento più agevole e sicura.

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Considerazioni Future e Sostenibilità del Turismo Sanitario

“Grazie al turismo sanitario si crea un sistema che coinvolge tutti coloro che operano con elevati standard qualitativi, rivolgendosi a una clientela che non solo ha capacità di spesa, ma che è anche desiderosa di conoscere il nostro Paese” – spiega Claudio Paccanaro, presidente della MedicalTourism Association Italy, uno dei più convinti sostenitori delle opportunità offerte dal turismo sanitario – l’obiettivo della nostra associazione è costruire una rete che sappia intercettare la domanda di cure mediche di alto livello e promuoverla a livello internazionale”.

I dati a disposizione sembrano confermare la bontà di questa visione: i pazienti che scelgono l’Italia per curarsi rimangono mediamente due settimane, una permanenza ben superiore rispetto ad altre forme di turismo. Inoltre, spesso i pazienti sono accompagnati dai familiari, generando un importante indotto economico non solo per le strutture sanitarie private, ma anche per professionisti come fisioterapisti e per il settore turistico, tra cui hotel, ristoranti, terme e musei. L’Italia potrebbe ottenere fino a cinque miliardi di euro entro tre anni grazie al turismo sanitario.

Diritto alla salute e crescita

Per sviluppare il turismo sanitario in maniera etica e sostenibile, è essenziale garantire un equilibrio tra la crescita del settore e il diritto alla salute per tutti. L’afflusso di pazienti stranieri paganti potrebbe aumentare le disuguaglianze, creando una situazione in cui chi ha maggiori mezzi economici accede più facilmente alle cure, mentre i cittadini italiani rischiano tempi di attesa più lunghi. Questo rischio richiede un equilibrio attento tra l’attrazione di pazienti internazionali e la salvaguardia dei diritti dei cittadini italiani: l’afflusso di pazienti stranieri potrebbe sovraccaricare le strutture sanitarie esistenti. Per evitare questo problema, l’Italia potrebbe adottare politiche di gestione della capacità, come l’apertura di nuove strutture dedicate al turismo sanitario e la specializzazione di alcune cliniche in aree specifiche per trattamenti internazionali. Questo permetterebbe di evitare la competizione diretta con il sistema sanitario pubblico locale e di mantenere l’accessibilità alle cure per i cittadini italiani.

La creazione di pacchetti turistico-sanitari integrati potrebbe rappresentare la chiave per il futuro. Questi pacchetti, combinando cure mediche di alta qualità con il benessere psicofisico e la scoperta delle bellezze culturali e naturali dell’Italia, potrebbero attrarre pazienti in cerca di cure efficaci e di un’esperienza unica. Sebbene regioni come la Lombardia e il Veneto siano già riconosciute come eccellenze sanitarie, altre regioni italiane hanno potenzialità significative che meritano di essere valorizzate. Regioni come la Toscana, l’Emilia-Romagna e la Campania hanno centri di eccellenza in specifici settori della medicina. Promuovere una distribuzione geografica più equilibrata del turismo sanitario può aiutare a diversificare le destinazioni e ridurre la pressione sui centri più noti, migliorando al contempo l’economia locale di altre aree del paese.



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