Servono almeno 500 mila euro entro fine anno per salvare la casa di riposo di Villafranca «Venanzio Santanera».
La Regione, in attesa di sviluppi ha tracciato la «road map» dei prossimi mesi. «La delibera regionale è molto chiara – dice Pietro Endrizzi, commissario straordinario della casa di riposo – entro il 30 novembre l’Rsa cesserà l’attività di assistenza, entro il 31 dicembre si deciderà se sciogliere la Fondazione Venanzio Santanera e il mio mandato è stato prorogato fino al 30 giugno 2025». Queste le scadenze. «In questi giorni si sono rincorse diverse voci – precisa Endrizzi – è bene fare chiarezza».
Trasferimento a Castell’Alfero
Una di queste era riferita al trasferimento in blocco degli ospiti in una struttura di Castell’Alfero. «Avevamo avuto contatti con la cooperativa che la gestisce – spiega il commissario straordinario – ed avevamo proposto anche questa soluzione. Ma la decisione spetta agli ospiti e alle loro famiglie, noi non possiamo imporre niente». Gli ospiti, dagli iniziali 39 sono scesi a 34, ed entro il 30 novembre dovranno trovare una nuova sistemazione. L’attuale gestore dei servizi socio-assistenziali, la Pro Infantia inizialmente aveva annunciato la cessazione dei servizi dal 30 ottobre ma, anche a seguito delle sollecitazioni della sindaca Anna Macchia, aveva posticipato la decisione a fine mese. Oltre non andrà. «Ho contatti con soggetti che si dicono interessate a gestire la struttura – rivela Endrizzi – ma una volta visti i bilanci si tirano indietro».
Gli incassi pagano le spese ma ci sono debiti pregressi
La casa di riposo adesso va bene. Gli incassi pagano le spese ma servirebbe liquidità per pagare i debiti pregressi sia per le manutenzioni. «Dovremmo cambiare i letti e anche aumentare le spese per il riscaldamento – spiega il commissario – oltre a estinguere i debiti pregressi».
Sono circa 900 mila euro di fatture da saldare a Kcs, il vecchio gestore della struttura, e 625 mila di capitale su un mutuo stipulato con la Banca di Asti. Era stato acceso nel 2009 per un investimento mai partito. La somma era servita per acquistare un immobile adiacente la struttura la cui ristrutturazione avrebbe portato all’ampliamento dei posti letto da 40 a 80.
Tutto è rimasto sulla carta ma si è continuato a pagare il mutuo. un eventuale gestore non vede di buon occhio il fatto di accollarsi debiti contratti da altri. Serve qualcosa di più e sono partite anche le raccolte fondi. «E’ necessaria un’iniezione di capitale fresco di almeno 400/ 500 mila euro – dice Endrizzi – si potrebbe trattare così l’estinzione del debito con la Kcs e provare a essere più credibili con la Banca per il prolungamento del mutuo». Fondi che devono arrivare entro il 31 dicembre, secondo quanto deliberato dalla Regione.
In quella data si deciderà che cosa fare della Fondazione, non della casa di riposo che cesserà comunque l’attività di assistenza il 30 novembre. Se ci saranno i soldi si proseguirà, altrimenti si procederà alla sua estinzione. Per questa ragione il mandato di Endrizzi è stato prolungato.
«La Regione mi ha dato l’incarico di procedere a riattivare la casa di riposo se la situazione finanziaria dovesse ristabilirsi o di estinguere la fondazione se tutto dovesse rimanere come è ora». Sei mesi per chiudere una Fondazione significa presentare dei conti e soprattutto verificare i motivi del perché sono diventati “rossi”.
La protesta dei dipendenti
Intanto esplode la protesta dei dipendenti (in tutto 18), sabato 9 novembre è prevista una manifestazione che percorrerà le vie del paese.
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