Il Governo Meloni ha scelto di puntare forte sulle detrazioni fiscali con la Manovra 2025, introducendo novità che ridisegnano gli equilibri delle agevolazioni per le famiglie italiane. Dal prossimo anno, infatti, le detrazioni fiscali non verranno più riconosciute per i figli di almeno 30 anni, salvo che siano disabili e la condizione di disabilità opportunamente documentata.
Una misura significativa, inserita nell’ambito della “Riduzione della pressione fiscale”, che guarda non solo al risparmio per le casse dello Stato, ma anche alla promozione di una maggiore autonomia dei figli adulti.
La scelta del Governo appare, infatti, come una risposta a una situazione che da anni pesa sul bilancio delle famiglie e dello Stato. Molte famiglie italiane supportano economicamente i figli ben oltre la soglia dei 30 anni, con conseguenze significative sulla spesa pubblica. La Manovra 2025 dunque mira a contenere queste spese, riducendo le agevolazioni per i figli adulti e focalizzando i benefici su chi realmente necessita di supporto
Ma questa è solo una delle tante novità destinate ad entrare pesto in scena. Vediamo insieme come la nuova Legge di Bilancio rivoluzionerà le detrazioni fiscali a favore delle famiglie italiane con figli a carico.
Detrazioni figli a carico: cosa resta uguale e cosa cambia con la Manovra 2025
Nonostante l’introduzione della “stretta anti-bamboccioni”, alla base della cancellazione delle detrazioni fiscali per i figli dai 30 anni in su, la Manovra 2025 non interviene sui limiti di reddito necessari per considerare i figli a carico e accedere alle detrazioni fiscali. I genitori potranno quindi continuare a usufruire delle agevolazioni fiscali per i figli under 30, a patto che rispettino i limiti reddituali già previsti dalla normativa.
Oggi un figlio viene considerato fiscalmente a carico se non supera i 4.000 euro di reddito annuo fino ai 24 anni; dai 25 ai 29 anni, invece, il limite scende a 2.840,51 euro. Tali importi restano invariati il prossimo anno, anche se l’articolo 12 del TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi) viene comunque modificato dalla Legge di Bilancio per escludere i figli di 30 anni o più.
Addio detrazioni fiscali, le nuove esclusioni per i familiari a carico
È importante precisare che non sono solo i figli di almeno 30 anni a subire gli effetti delle decisioni messe nero su bianco dal Governo nella Manovra 2025. La nuova norma introduce una revisione anche per altri soggetti considerati fiscalmente a carico.
Nello specifico, saranno eliminati i benefici per altre categorie di familiari a carico, con l’eccezione dei nonni e degli anziani over 70.
Il Governo Meloni punta quindi a una “spending review” mirata: se il supporto ai nonni e agli anziani resta, scompaiono le agevolazioni per altri familiari considerati capaci di provvedere autonomamente al proprio sostentamento.
E l’obiettivo da raggiungere è abbastanza chiaro: risparmiare risorse che potranno essere destinate ad altri settori strategici. L’eliminazione delle detrazioni per i familiari si pensa possa produrre un risparmio stimato di 140,8 milioni di euro l’anno, a cui va ad aggiungersi un ulteriore risparmio di 319,3 milioni di euro, derivante dall’addio delle detrazioni fiscali per i figli di almeno 30 anni.
Volendo tirare le somme, tale stretta permetterà alle casse dello Stato di risparmiare 460,1 milioni di euro annui. Una somma che non passa certo inosservata e che riflette un cambio di rotta importante nelle politiche fiscali del Governo, che sceglie di ridurre i benefici per alcune categorie considerate “autonome”.
L’attuale situazione dei figli in Italia
Ma qual è il quadro attuale in Italia? Il fenomeno dei giovani adulti che vivono ancora con i genitori è radicato e diffuso. Secondo i dati recenti dell’ISTAT, il 66,3% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni vive ancora con la propria famiglia: percentuale che rende il nostro Paese uno dei principali in Europa per il numero di figli che restano a casa anche in età adulta.
Una situazione certamente non piacevole, ma frutto di una combinazione di fattori economici e sociali da non sottovalutare, tra cui: l’instabilità lavorativa, il basso potere d’acquisto dei giovani e le difficoltà di accesso a un’abitazione indipendente.
Ecco perché il Governo dovrà monitorare attentamente gli effetti di queste nuove misure introdotte nella Manovra 2025. Se da un lato la “stretta anti-bamboccioni” potrebbe spingere i giovani a cercare una propria indipendenza economica, dall’altro resta da vedere infatti se il mercato del lavoro e le condizioni economiche permetteranno davvero il salto di qualità atteso.
Per chi vive in zone con poche opportunità lavorative o con un costo della vita elevato, staccarsi dalla famiglia potrebbe restare un sogno difficile da realizzare.
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