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Bolzano, vendita illegale di cuccioli di cane: sequestrati due bassotti – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


di
Alan Conti

La polizia municipale  ha fermato due persone che stavano vendendo i due animali in un parcheggio di Oltrisarco

Le adozioni dei cani andrebbero sempre preferite rispetto all’acquisto e anche il canile sanitario bolzanino della Sill è, purtroppo, pieno di animali di difficoltà. Al netto di questo, la compravendita di cuccioli è un business sempre più crescente. Soprattutto di alcune razze che, spesso, seguono anche le mode del momento (con conseguenti rischio di abbandono per la poca conoscenza degli aspetti caratteriali). Accade così che si alimenti anche un mercato parallelo clandestino che arriva pure nei parcheggi di Bolzano. È stato solo grazie alla prontezza di riflessi di una cittadina che si è accorta di quanto stava accadendo, che due cittadini romeni sono stati fermati dalla polizia municipale mentre stavano vendendo due cuccioli di bassotto tedesco in modo illegale in un posteggio di Oltrisarco.

Senza microchip

Gli animali erano privi di microchip e della necessaria documentazione obbligatoria. Non solo: i venditori non hanno saputo dare alcuna indicazione sulla provenienza dei due cuccioli che sono stati sequestrati e affidati al canile. Il comando, ora, proseguirà le indagini per ricostruire i canali di vendita. Ma l’acquisto di cuccioli di questo tipo implica una buona dose di responsabilità anche da parte dell’acquirente. Non solo perché si commette un illecito, ma anche perché si decide di giocare con il fuoco sulla salute del proprio cane per gli anni a venire. A spiegarne i motivi è la dottoressa Federica Bovenga della clinica Città di Bolzano in via Resia. «La provenienza dei cuccioli da acquistare va sempre controllata — avverte —. Il cane deve essere obbligatoriamente microchippato, e chi dovesse acquistarne uno senza microchip sta già commettendo un’infrazione. Se proviene dall’estero, inoltre, deve avere il passaporto e la vaccinazione contro la rabbia. Il che significa che prima dei tre mesi-tre mesi e mezzo non può arrivare perché quel vaccino non può essere somministrato se l’animale troppo piccolo». 




















































L’allevamento di provenienza

Un controllo approfondito dell’allevamento di provenienza con documentazione del posto è sempre utile per avere maggiori garanzie. «Talvolta — continua Bovenga — accade che dall’estero provengano animali allevati in condizioni pessime, sottoposti a viaggi lunghissimi e senza i vaccini. Lo stress, l’allontanamento precoce dalla madre e il contagio possono essere fattori scatenanti di malattie infettive come la gastroenterite o le malattie respiratorie acute che si manifestano già pochi giorni dopo l’arrivo in casa».

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7 novembre 2024



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