La scadenza per richiedere i fondi previsti dal terzo bando del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sulle infrastrutture di ricarica elettrica è ormai imminente.
Questo bando, gestito dal Ministero dell’Ambiente e per la Sicurezza Energetica, mira a potenziare l’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici sia su strade urbane che extraurbane, con l’obiettivo di sostenere la transizione verso una mobilità sostenibile.
La misura è parte della Missione 2, Componente 2, Investimento 4.3 del PNRR, che destina complessivamente oltre 741 milioni di euro. I fondi sono ripartiti su tre linee d’azione: installazione di stazioni di ricarica rapide su strade extraurbane, stazioni rapide per contesti urbani, e stazioni sperimentali con stoccaggio energetico.
Infrastrutture di ricarica elettrica: ultimi giorni per richiedere i fondi del PNRR
Questi fondi rappresentano una grande opportunità per accelerare la transizione elettrica in Italia, promuovendo al contempo un accesso equo ai servizi di ricarica. Le amministrazioni locali e gli operatori hanno ora solo pochi giorni per assicurarsi un sostegno essenziale per sviluppare una rete di ricarica adeguata a un futuro di mobilità sostenibile.
Dal 29 ottobre, le amministrazioni comunali e gli operatori del settore possono accedere al portale dedicato e inoltrare le loro richieste di agevolazione, ma la finestra per farlo si chiuderà alle ore 18:00 del 13 novembre.
Dettagli delle misure
Il progetto prevede che le risorse siano assegnate tramite bandi annuali, dove ogni anno sono resi disponibili i fondi previsti, incrementati da eventuali risorse residue di bandi precedenti. Nello specifico, due decreti ministeriali approvati il 12 gennaio 2023 hanno stabilito i criteri per la concessione dei fondi: uno per il contesto urbano, con l’obiettivo di realizzare almeno 13.755 stazioni di ricarica, e l’altro per le strade extraurbane, dove sono previste almeno 7.500 stazioni super veloci.
Per la gestione e il monitoraggio di queste strutture, il Ministero ha delegato il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che gestisce la Piattaforma Unica Nazionale (PUN). Questa piattaforma è una risorsa essenziale per i Comuni, poiché permette di accedere a informazioni aggiornate su infrastrutture esistenti e piani di sviluppo futuri, finanziati sia con fondi pubblici sia con investimenti privati.
Norme e procedure per l’autorizzazione
Le amministrazioni comunali devono seguire un iter specifico per l’autorizzazione delle nuove infrastrutture di ricarica, regolamentato dal Decreto Legge 76/2020. In particolare, per ottenere il contributo, le infrastrutture che sorgono su suolo pubblico richiedono l’autorizzazione dell’ente proprietario per l’occupazione del suolo e per i lavori di connessione alla rete elettrica. Sebbene l’installazione di queste infrastrutture sia considerata “edilizia libera” e non richieda il permesso di costruire, il Comune deve comunque emettere un’autorizzazione per la costruzione e l’uso del suolo, con una validità minima di dieci anni.
Selezione e trasparenza nelle assegnazioni
Per tutelare la concorrenza e garantire la trasparenza, il decreto richiede che le richieste di autorizzazione siano pubblicate sul sito istituzionale del Comune. Se ci sono più richieste per la stessa area e la concessione a più operatori non è fattibile, il Comune deve procedere con una selezione trasparente che rispetti criteri di equità e imparzialità.
Verso una mobilità elettrica sostenibile
L’obiettivo principale di questi finanziamenti è facilitare l’installazione di infrastrutture di ricarica, anche in zone meno servite, dove il ritorno economico potrebbe non essere immediato, lasciando alle iniziative private le aree più richieste. I Comuni sono invitati a individuare le aree più strategiche per la mobilità elettrica, anche basandosi sull’analisi delle attuali e potenziali esigenze di trasporto.
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