L’industria dell’automotive sembra finita nuovamente in una situazione molto complessa e lo si nota dalle ultime prese di posizione, anche da parte del governo.
Il prossimo 14 novembre è in calendario il Tavolo Automotive, durante il quale saranno maturate riflessioni importanti sul momento che vive il settore ed eventualmente mossi passi altrettanto significativi per migliorarne la condizione. Tuttavia l’ambiente predisposto per l’arrivo di un appuntamento così importante non è quello ideale, alla luce di tante vicissitudini che si stanno verificando.
Infatti, fra le più recenti decisioni c’è stata quella relativa al taglio dell’80% del fondo automotive, che ha suscitato la reazione immediata da parte dei sindacati metalmeccanici. Questi si sono rivolti direttamente al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al quale hanno chiesto il ripristino delle risorse con un incontro chiarificatore a Palazzo Chigi.
Non si respira tuttavia la miglior aria e lo afferma l’edizione de ‘La Repubblica’, la quale spiega come esponenti dei sindacati si siano rivolti duramente al ministro, come nel caso di Rocco Palombella, segretario della UILM, il quale ha affermato che i fondi per le automobili non erano da tagliare bensì addirittura da aumentare, anche al fine di accompagnare con decisione la transizione. Una richiesta non troppo diversa è giunta anche da Samuele Lodi della FIOM, il quale ha altrettanto richiesto la restaurazione dei fondi e un tavolo da aprire a Palazzo Chigi.
Automotive nel caos dopo la recente decisione: cosa succede in Italia
In tutto questo si ritiene vitale anche un intervento da parte di Confindustria e la creazione di un fondo europeo, come ha provato a dire Ferdinando Uliano di Fim-Cisl. In questo scenario si rende importante anche la presenza di Stellantis, come ha confermato il capo delle risorse umano e relazioni industriali in Italia, ovvero Giuseppe Manca. Questi ha aperto al dialogo con le parti interessate.
La voce del ministro Urso in merito è allora stata tanto inevitabile quanto chiara: “È terminata l’epoca dei bonus, probabilmente un recupero dei fondi ovvero di probabilmente 500 milioni di euro sarà destinato solo a sostenere le imprese della componentistica”. I problemi dell’industria d’altronde sono evidenti non soltanto in Italia, bensì in generale in Europa. Infatti a conclusione è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale ci ha tenuto a precisare: “Non sono fondi sottratti alle imprese, il taglio è per le rottamazioni e gli incentivi all’acquisto di auto elettriche prodotte in Cina o altrove. La politica industriale la fanno gli imprenditori, lo Stato aiuta“.
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