Imprevista quanto meritata, venuta giù come una valanga dalle antiche volte di Masnago, la prima sconfitta in campionato fa girare e poi perdere la testa. Lassù resta solo Trento, imbattuta, non più la Virtus caduta a Varese in retta d’arrivo, ma in fondo, e a lungo, anche prima. L’eroe locale si chiama Matteo Librizzi, ha 22 anni, sfiora l’1.80, non giocava mai. Lo stoppava Nico Mannion, ora venduto a Milano. Toccava a lui per forza e ieri l’allievo ha superato il maestro: 28 punti con 8 centri su 12 (5/7 da tre), oltre ai 9 assist, tutta roba pesante, ogni rara volta che la Vu metteva il naso avanti.
L’ultimo a farsene stroncare è stato Marco Belinelli, di anni 38 (23 punti con 8/12 di cui 5 da tre): in pratica, due generazioni. Intorno a Librizzi e la sua recita da simil Nico c’è stata una squadra, per impeto ed energia. Intorno a Belinelli gente distratta e stremata appena 48 ore prima, che andava e veniva, surfando sulla partita senza continuità: qualche minuto bene, qualcun altro molto male. Scritto alla vigilia, la partita media di Varese finiva 107-95. Per gli altri. Stavolta 104-95, circa lì. Per lei. Così va il basket, dove le triple oggi pesano piombo (e oro): 16 i lombardi (5 nel quarto finale), 6 gli emiliani (5 di Belinelli, il resto polvere).
Super Marco le ha provate tutte, prima agganciando una truppa in perenne sofferenza, poi sorpassando il nemico. Non è bastato il suo 8/12, nè l’ultimo pareggio, sul 91, a 1’40”. Solo Varese, da lì: 9-0, tutti a casa. Ha fatto volume, non peso, l’8/11 di Shengelia, ancora meno il poco messo sui piatti dagli altri. S’è rivisto Hackett, per 22’ neppure grigi, è durato un tempo Clyburn (13 dei suoi 15, con 7/12) e meno di uno spritz Tucker (6 nei primi 4’, poi riga), poi andato sempre a sbattere, forse in stato di ebbrezza. Non sarebbe stato indecente Zizic, ma era inadatto a quel match di soli tiri e folate.
Cronaca, per chi si vuol male. Nei dodici torna Hackett e manca Cordinier: solo un turnover, fanno sapere, non un indizio di valigie sul letto, per l’evocato approdo al Real. Intanto, il francese vola oggi a Madrid. Ancora coi soliti amici, per ora. La Virtus parte cercando il ferro, con 6 di Tucker e 5 di Zizic per l’11-3 immediato, ma si ferma lì. Varese corre e tira. Le rifila un 15-1 che genera un +6, si corre tanto e corre meglio Varese, fresca di un’energia che la Virtus non ha. Il riposo sul +7 premia l’Ojm, Banchi dovrà inventarsi qualcosa per rimettere la partita su altri binari: questi portano dalla parte opposta.
Ripresa. Varese sale a +10, la Vu non riesce a raffreddarne l’impeto e soprattutto la torrida mira da tre. Tre colpi secchi di Belinelli e diversi raid al ferro di Shengelia propiziano il -2 del pitstop, che è una notte meno oscura, visti prima i fantasmi. Una tripla di Beli dà il sorpasso dopo una vita (79-76, 32’), cresciuta anche la difesa: un punto in 4’ per Varese, ma non durerà. Il capitano . Belinelli deve andare a riposare sul +4, Pajola sale a 4 falli e tocca ridisegnare l’assetto. Dal sorpasso subìto riemerge il solito Librizzi. Due triple e Varese torna a +3 con 5’. Belinelli rientra e replica con sorpasso (87-86), ma Librizzi adesso è Curry, altrochè Mannion. Entrata e tripla: 91-88 a 2’. L’ultimo pari è del capitano, poi resta solo Varese. Oggi si vola, da qui. A Madrid.
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