La Procura di Avellino continua le indagini per ricostruire quanto avvenuto la sera del 22 ottobre scorso nel carcere di Bellizzi Irpino ed in particolare risalire all’ identità dei responsabili del raid punitivo nei confronti di un detenuto venticinquenne ridotto in fin di vita e ancora ricoverato in gravi condizioni nel Reparto di Rianimazione dell’ospedale Moscati di Avellino.
Le indagini condotte dal personale della Polizia Penitenziaria sin dall’immediatezza dei fatti, hanno portato anche alle prime iscrizioni nel registro degli indagati. Dodici detenuti per cui il pm che coordina gli accertamenti, il sostituto procuratore Luigi Iglio, ha firmato un’ informazione di garanzia e una notifica del sequestro e del deposito degli atti relativi allo stesso. In buona sostanza si tratta di materiale rinvenuto nel corso delle perquisizioni eseguite poche ore dopo il raid e consistente in scarpe, tute, scaldacollo che potrebbero presentare tracce utili, ed essere dunque oggetto di appositi rilievi del Dna del soggetto aggredito per identificare i detenuti che si sono resi autori del raid.
Le accuse provvisoriamente contestate ai dodici va dal tentato omicidio a quella di resistenza a pubblico ufficiale. Gli agenti della Polizia Penitenziaria vennero “bloccati” per consentire che il raid punitivo fosse portato a compimento. Una vicenda inquietante, quella avvenuta nel penitenziario avellinese, su cui l’ Ufficio inquirente guidato da Domenico Airoma e la Sezione specifica che si occupa dei reati e della “criminalità intramuraria” sta lavorando per dare una risposta dal punto di vista Investigativo, anche per collocare il contesto e gli episodi collegati alla brutale aggressione avvenuta dietro le sbarre. Nei giorni successivi al raid punitivo una cinquantina di detenuti della Sezione Alta Sicurezza è stata trasferita in altre strutture Penitenziarie.
Si attende anche di comprendere l’evoluzione clinica del venticinquenne detenuto per ora ricoverato alla città ospedaliera Moscati di Avellino. Chi ha materialmente compiuto il raid e i mandanti restano le domande a cui le indagini e gli accertamenti che saranno compiuti nei prossimi giorni potrebbero dare una risposta.
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