Nei primi mesi del 2024 è proseguita la fase di riduzione dei finanziamenti delle banche alla clientela residente in Emilia-Romagna: a giugno la variazione del credito al settore privato non finanziario è stata del -2,6% su base annua, un calo lievemente meno intenso rispetto a quello di dicembre scorso (-3,1%).
Il dato arriva dal report della Banca d’Italia “L’economia dell’Emilia-Romagna – Aggiornamento congiunturale, novembre 2024” e sottolinea come la contrazione, che si è ulteriormente attenuata nel corso dei mesi estivi, sia stata determinata dall’andamento dei finanziamenti al settore produttivo.
La domanda e l’offerta di credito alle imprese
I risultati dell’indagine sull’andamento della domanda e dell’offerta di credito a livello territoriale (Regional Bank Lending Survey, Rbls) indicano che “le richieste di finanziamenti da parte delle imprese nel primo semestre del 2024 sono rimaste nel complesso stabili, attestandosi su livelli modesti. Le condizioni di offerta si sono mantenute orientate alla prudenza”. Per la seconda parte del 2024 le banche prefigurano “una moderata ripresa della domanda, a fronte di criteri di accesso al credito invariati”.
Mutui e credito al consumo, le previsioni per le famiglie
La richiesta di prestiti da parte delle famiglie è aumentata per la componente del credito al consumo e si è stabilizzata su livelli contenuti per i mutui abitativi. Le condizioni di offerta hanno continuato a essere improntate alla cautela, specie per quanto riguarda i finanziamenti al consumo. Per il secondo semestre dell’anno la domanda di mutui “si rafforzerebbe, mentre le politiche di offerta resterebbero sostanzialmente invariate. Nel credito al consumo a un’espansione delle richieste si contrapporrebbero condizioni di accesso in ulteriore restrizione”.
La qualità del credito in Emilia Romagna
A giugno scorso il tasso di deterioramento dei prestiti si è portato all’1,5%, segnando una moderata crescita rispetto a dicembre dell’anno prima (1,2%). L’indicatore è aumentato per le imprese, passando dall’1,7% al 2,1 %, mentre è rimasto pressoché stabile per le famiglie consumatrici.
Il peggioramento della qualità del credito alle attività produttive ha interessato solo le imprese di dimensione maggiore e ha coinvolto tutti i principali comparti, risultando lievemente più accentuato nella manifattura. Il livello raggiunto dall’indicatore “rimane tuttavia contenuto nel confronto storico; i risultati reddituali positivi e la liquidità accumulata negli anni successivi alla pandemia hanno contribuito a contenere gli effetti del rialzo dei tassi d’interesse sulla capacità delle imprese di fare fronte ai propri impegni finanziari”.
Moderati segnali di peggioramento sono emersi anche per la rischiosità prospettica del credito alle aziende: il flusso dei prestiti in bonis che hanno manifestato ritardi nei rimborsi di almeno 30 giorni in rapporto a quelli in regola con i pagamenti all’inizio del periodo (tasso di ingresso in arretrato) si è attestato allo 0,9% alla fine del primo semestre (era lo 0,7% alla fine del 2023). Le difficoltà di pagamento sono aumentate con la stessa intensità fra le classi dimensionali d’impresa; tra i settori, la crescita più intensa si è osservata nelle costruzioni, comparto caratterizzato da valori notevolmente più elevati dell’indicatore.
La quota di crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, in rapporto allo stock di prestiti ai residenti in regione ha segnato una lieve crescita, portandosi al 3,3% alla fine del primo semestre (era il 3,1% a dicembre 2023). L’incremento ha interessato i finanziamenti alle imprese di maggiore dimensione e, in misura minore, i crediti alle famiglie.
Focus su mutui e credito al consumo
Secondo il report della Banca d’Italia, in Emilia Romagna i prestiti di banche e società finanziarie alle famiglie consumatrici sono aumentati dello 0,6% a giugno (0,3% a dicembre del 2023). L’incremento è riconducibile principalmente alla componente del credito al consumo, che ha continuato a espandersi; la crescita dei prestiti per l’acquisto di abitazioni è stata contenuta, anche per il permanere di un alto costo del finanziamento.
A giugno scorso il credito per finalità di consumo è aumentato del 5,9% su base annua, un valore simile a quello della fine dell’anno precedente. “L’espansione ha interessato le principali componenti: il credito finalizzato all’acquisto di autoveicoli e i prestiti personali, cresciuti rispettivamente del 10,7 e del 4,9 per cento. Secondo le indicazioni fornite dal campione di banche che partecipano alla rilevazione sui tassi di interesse armonizzati, nel secondo trimestre dell’anno in corso il Taeg medio sulle nuove erogazioni si è attestato all’8,7 per cento, sostanzialmente in linea con quello registrato negli ultimi tre mesi del 2023”, si legge ne L’economia dell’Emilia Romagna.
Lo stock di mutui in essere per l’acquisto di abitazioni a giugno è aumentato dello 0,6%. Le nuove erogazioni nel primo semestre del 2024, di poco inferiori a 1,7 miliardi di euro, si sono ridotte dell’11,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, in connessione con la flessione del volume di compravendite immobiliari.
Nel secondo trimestre il tasso medio sui nuovi mutui si è attestato al 3,9%, 6 decimi in meno rispetto all’ultimo trimestre dell’anno precedente. “La riduzione ha riguardato i mutui a tasso fisso (0,7 punti percentuali) mentre per quelli a tasso variabile si è avuto un aumento di 0,3. Il differenziale di costo più favorevole ha determinato un incremento della quota di nuovi mutui stipulati a tasso fisso; alla fine di giugno l’incidenza di questa tipologia di contratti sullo stock complessivo si è attestata al 65 per cento, 3 punti percentuali in più rispetto a dicembre scorso”, prosegue l’analisi. Nel primo semestre del 2024 le famiglie che hanno fatto ricorso a operazioni di surroga o sostituzione sono aumentate del 3%, passando dal 6,8% del 2023 al 9,8% delle erogazioni.
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