Dobbiamo cambiare “da subito la politica industriale nel settore delle auto in Europa”. È quanto ha affermato, secondo quanto si apprende, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del tavolo Stellantis al ministero. “Non possiamo aspettare la revisione prevista alla fine del 2026. Tra due anni non avremo più una industria automobilistica. Dobbiamo farlo subito, nei primi 100 giorni della nuova Commissione. Per questo abbiamo predisposto con il governo della Repubblica Ceca un ‘non paper’ sull’auto che sarà discusso nel Consiglio Competitività del 28 novembre. Giorno dopo giorno aumentano le adesioni. Venerdì prossimo sarò a Parigi, alla trilaterale Italia-Francia-Germania delle associazioni nazionali di impresa, e affronterò il tema anche con il ministro e vicecancelliere tedesco Habeck e il nuovo ministro dell’industria francese Ferracci. Mi appello ai sindacati italiani, a Confindustria e all’Anfia affinché facciate fronte comune con le vostre associazioni europee. È il momento delle scelte. Dobbiamo fare squadra”, ha aggiunto.
L’industria automobilistica europea “è al collasso. Dobbiamo intervenire subito, subito, subito, come dice anche Mario Draghi nel suo report sulla competitività”. È quanto ha affermato, secondo quanto si apprende, il ministro Adolfo Urso nel corso del tavolo Stellantis al Mimit, facendo riferimento agli annunci fatti in questi mesi da Volkswagen, che prevede la chiusura di tre stabilimenti in Germania, di Audi, che dismetterà le attività in Belgio e di importanti aziende della componentistica europea che cesseranno le proprie attività, con il relativo licenziamento di decine di migliaia di dipendenti. “È il momento delle scelte, altrimenti nei prossimi mesi, senza un cambio di rotta in Europa, dopo gli agricoltori anche gli operai bloccheranno le capitali europee e imporranno un cambio di rotta”, ha aggiunto.
Il problema “non è Trump e non è nemmeno la Cina. Biden ha alzato i dazi alle auto cinesi al 100 per cento. E la Cina ha investito sul Green deal europeo. Il problema è l’Europa. Noi non possiamo decidere sulle scelte degli Usa, quello spetta agli elettori americani. Noi possiamo decidere sulle scelte dell’Europa e siamo obbligati a farlo, tenendo conto della realtà”.
In due anni “non c’è stato un solo caso di crisi passato dal Mimit che si sia concluso con la chiusura di uno stabilimento o il licenziamento dei lavoratori. Il nostro metodo è gestire una crisi aziendale trovando soluzioni produttive e quindi occupazionali che possano rappresentare nuove opportunità di sviluppo per il territorio e il Paese” ha detto invece durante il tavolo Berco al ministero. “In Emilia-Romagna, abbiamo già risolto positivamente alcune importanti crisi industriali con il contributo di tutti, azienda sindacati e territorio, salvaguardando sia i siti produttivi che i livelli occupazionali. Marelli e Industria Italiana Autobus rappresentano un esempio concreto, e stiamo ora lavorando con lo stesso impegno sui casi di Bellco e La Perla”, ha aggiunto Urso.
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