Come alla vigilia
di qualunque votazione in Svizzera, legittimamente favorevoli e contrari
battagliano con gli argomenti – a volte un po’ tirati per i capelli – per
convincere i cittadini a recarsi alle urne approvando o rifiutando un
determinato oggetto. Non fa eccezione il voto sul finanziamento uniforme in
materia sanitaria, che per quanto possa sembrare nuovo e complesso, è stato
oggetto di lavori in Parlamento per ben 15 anni (!). E ora i destini di questa
riforma si giocano in poche settimane.
È però
particolare come proprio le cerchie che più si indignano e gridano all’ingiustizia
al momento della comunicazione dei premi (e dei relativi aumenti!) di cassa
malati in autunno, ora siano al fronte a combattere la prima vera riforma nella
sanità, per mantenere uno status quo che da anni è chiaro a tutti non essere
più sostenibile.
Eppure, studi e
approfondimenti alla mano, il potenziale di risparmio nella sanità attraverso
il finanziamento uniforme è indiscutibile: il solo favorire sempre di più le
cure ambulatoriali rispetto alle degenze ospedaliere viene stimato con un
risparmio tra gli 1,5 e i 3 miliardi di franchi all’anno. Non sono noccioline.
Ma c’è un altro
meccanismo attraverso il quale il cittadino – e quello ticinese più di altri
cantoni – verrebbe (finalmente) sgravato sui premi. Attualmente le cure
ambulatoriali vengono rimborsate esclusivamente dalle casse malati e dunque dai
nostri premi, mentre quelle con un soggiorno in ospedale vengono cofinanziate
per il 55% dai cantoni. Logicamente in questa situazione i cittadini dei
cantoni in cui la quota di interventi ambulatoriale è sopra la media… sono
chiamati a pagare premi di cassa malati superiori. Dal momento che il nostro
cantone effettua più interventi ambulatoriali rispetto ad altri, ecco trovata
una delle ragioni dei premi in Ticino superiori alla media.
Il finanziamento
uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie propone di finanziare tutte le
prestazioni con una partecipazione dei cantoni del 24% e delle casse malati del
76%. I cittadini dei cantoni con una quota di interventi in day hospital tendenzialmente
alta verranno sgravati sui premi al momento dell’introduzione della riforma per
complessivamente 400 milioni di franchi.
Opporsi al
finanziamento uniforme è certamente legittimo. Ma in caso di fallimento di
questa riforma i contrari non potranno più invocare ingiustizie e complotti al
prossimo aumento dei premi. Saranno corresponsabili, dopo 15 anni del ritorno
alla casella di partenza. Al contrario, un sì al finanziamento uniforme il 24
novembre permetterebbe subito un risparmio di quasi 80 milioni ai tartassati
pagatori di premi ticinesi a cui se ne aggiungerebbero molti altri grazie allo
spostamento verso le cure ambulatoriali. A noi sembra ovvio che sia
un’opportunità da non perdere. Per questo vi invitiamo a votare Sì a questa
riforma il prossimo 24 novembre!
Fabio Regazzi e
Marco Chiesa, Consiglieri agli Stati
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