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L’Italia si trova in una fase cruciale della transizione alla mobilità elettrica, un processo che sta evidenziando una netta dicotomia tra l’andamento del mercato interno e le tendenze europee. Mentre i Paesi del Nord Europa mostrano una crescente adozione di veicoli elettrici, l’Italia si attarda, evidenziando una marcata preferenza per le auto tradizionali a benzina e diesel. Questa disparità emerge in modo particolarmente evidente nel mercato B2B, dove le dinamiche di esportazione e importazione rivelano le sfide e le opportunità che caratterizzano il settore automobilistico italiano. Le auto elettriche italiane, infatti, stanno diventando preda ambita da parte di altri mercati europei.

AUTO ELETTRICHE USATE IN ITALIA: OPPORTUNITA’ PER L’ESTERO

Il mercato B2B italiano si sta configurando come una sorta di “ponte” tra la limitata domanda interna di auto elettriche e la crescente richiesta proveniente dai Paesi del Nord Europa. Secondo un’analisi condotta da un noto marketplace europeo B2B riservato a professionisti del settore auto usate, nei primi dieci mesi del 2024 oltre l’80% delle auto elettriche usate vendute da concessionari italiani ha trovato acquirenti all’estero, principalmente in Danimarca e Olanda. Questi Paesi, con una solida infrastruttura di ricarica e incentivi governativi a sostegno della mobilità elettrica, rappresentano mercati appetibili per i rivenditori italiani che cercano di capitalizzare sulla crescente domanda di veicoli elettrici.

Questo dato evidenzia un paradosso: mentre l’Italia fatica ad abbracciare l’elettrico, i suoi concessionari contribuiscono indirettamente alla transizione energetica in altri Paesi europei. Questo potrebbe non essere necessariamente un bene, infatti la dipendenza da mercati esteri per la vendita di auto elettriche potrebbe rendere il settore automobilistico italiano vulnerabile alle fluttuazioni della domanda internazionale.

AUTO ELETTRICHE IN ITALIA: UNA DOMANDA CHE NON CRESCE, I MOTIVI

Parallelamente al flusso di esportazioni di auto elettriche, si osserva una forte tendenza all’importazione di veicoli a benzina e diesel da parte dei concessionari italiani. Ben il 94% delle auto acquistate all’estero da rivenditori italiani è alimentato a benzina (67%) o diesel (27%). Questa preferenza per le motorizzazioni tradizionali riflette una serie di fattori che frenano l’adozione dell’elettrico in Italia:

  • costo elevato delle auto elettriche: nonostante gli incentivi statali, il prezzo di acquisto di un’auto elettrica rimane un ostacolo significativo per molti consumatori italiani;
  • infrastrutture di ricarica inadeguate: la rete di stazioni di ricarica in Italia è ancora in fase di sviluppo e non raggiunge la capillarità presente in altri Paesi europei. Questo limita l’autonomia di utilizzo delle auto elettriche e genera ansia da ricarica tra i potenziali acquirenti;
  • il green non conquista: la sensibilità verso le tematiche ambientali, pur in crescita, non ha ancora raggiunto i livelli osservati nei Paesi del Nord Europa, dove la mobilità sostenibile è fortemente promossa e incentivata.

Questi fattori, combinati con un reddito medio inferiore rispetto ai Paesi del Nord Europa, contribuiscono a creare un contesto sfavorevole all’adozione di massa delle auto elettriche in Italia.

I PREZZI MEDI DELLE AUTO SCAMBIATE NEL MERCATO B2B

L’analisi dei prezzi medi delle auto scambiate nel mercato B2B evidenzia un divario significativo tra i veicoli elettrici e quelli a benzina o diesel:

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  • Auto elettriche esportate: 33.100 Euro;
  • Auto a benzina importate: 13.250 Euro;
  • Auto diesel importate: 13.700 Euro.

Questa differenza di prezzo, seppur destinata a ridursi con l’evoluzione della tecnologia e l’aumento della produzione di veicoli elettrici, rappresenta un ulteriore deterrente per i consumatori italiani. Per quanto riguarda i marchi, si osserva una prevalenza di marchi tedeschi sia nelle esportazioni di auto elettriche che nelle importazioni di auto a benzina e diesel. Questa tendenza sottolinea l’influenza dell’industria automobilistica tedesca sul mercato italiano, sia nel segmento tradizionale che in quello elettrico.

AUTO ELETTRICHE IN ITALIA: COSA DICE L’ANDAMENTO DEL MERCATO

Osservando i dati forniti da UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), capiamo lo stato di salute del settore delle auto elettriche nel corso degli ultimi anni. Nel 2022 le BEV in Italia di nuova immatricolazione sono state 49.536 unità, per una quota di mercato corrispondente al 4,3%. Le cose sono andate meglio lo scorso anno grazie a 66.679 immatricolazioni, che sono valse il 6% di quota. Attualmente, osservando i primi dieci mesi del 2024, l’andamento è sempre lento: 53.493 veicoli e 4% di quota complessiva.

Non soltanto con la presenza degli incentivi statali si può colmare il divario con i Paesi europei più avanzati, è necessario un intervento coordinato a livello governativo e industriale che si focalizzi su alcuni punti chiave:

  • sviluppo di una rete infrastrutturale di ricarica capillare;
  • incentivi all’acquisto di BEV;
  • sostegno all’industria automobilistica nazionale: incoraggiare lo sviluppo e la produzione di veicoli elettrici in Italia, creando un ecosistema industriale competitivo a livello internazionale.

Affrontare queste sfide con determinazione e lungimiranza sarà utile per consentire all’Italia di cogliere le opportunità legate alla mobilità elettrica e di posizionarsi come protagonista in un mercato in rapida evoluzione.





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