La Procura ha aperto un’inchiesta per la morte di Rosanna Fabbri, di Comacchio, avvenuta lo scorso 29 ottobre all’ospedale Santissima Annunziata di Cento
La Procura di Ferrara ha iscritto nel registro degli indagati quindici professionisti sanitari – tra medici, infermieri e anestesisti – per la morte di Rosanna Fabbri, 76enne di Comacchio, avvenuta lo scorso 29 ottobre, mentre era ricoverata all’ospedale Santissima Annunziata di Cento per una operazione chirurgica. Per la precisione, lo scorso 22 ottobre, la donna è rimasta per cinque ore sotto i ferri per la rimozione in laparoscopia di una cisti ovarica e, dopo essere uscita dalla sala operatoria, avrebbe iniziato a sentirsi male, accusando forti dolori e vomito. Per un paio di giorni è stata ricoverata in un letto del reparto di Medicina Generale, poi – a seguito delle varie complicazioni emerse nel decorso post-operatorio – è stata spostata nel reparto di Rianimazione. Nel mentre, durante le giornate del 24 e 28 ottobre, i sanitari l’hanno sottoposta nuovamente a due interventi chirurgici, senza però riuscire a ottenere i miglioramenti sperati. Tant’è che il 29 ottobre, la 76enne è morta.
Disposta l’autopsia
Subito dopo il decesso, l’Ausl ha inizialmente disposto una autopsia interna, ma la figlia della donna ha preferito coinvolgere la Procura di Ferrara, dopo aver sporto denuncia ai carabinieri, portando così all’apertura di un fascicolo di indagine per colpa medica con quindici sanitari – tutti quelli che hanno preso in carico la donna – che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia. Durante la mattinata di giovedì 14 novembre, dopo aver ricevuto il conferimento di incarico dal pm Andrea Maggioni, titolare del fascicolo di indagine, è iniziata l’autopsia sul cadavere della vittima. A svolgerla, per la Procura di Ferrara, sono i medici legali Sindi Visentin di Padova e Salvatore Alberico di Trieste. Anche i familiari della donna e i sanitari sotto indagine – tramite loro avvocati – hanno nominato i loro consulenti di parte. Obiettivo degli accertamenti è quello di riuscire a capire se ci sia un nesso causale tra l’operazione chirurgica, le successive cure mediche ricevute e la morte della paziente, che non aveva nessun tipo di patologie pregresse. Gli esiti degli esami sono attesi entro sessanta giorni.
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