Con i servizi di sanità integrativa privati di Emapi, in un anno, si sono generati benefici sociali per oltre 100 milioni di euro (il doppio di quanto investito). Di questi quasi il 10% sarebbe stato a vantaggio dell’intera collettività, riducendo i costi a carico del servizio sanitario nazionale con la prevenzione e il risparmio sulla gestione delle liste di attesa. A dirlo è una ricerca di Prometeia, commissionata dall’Ente di mutua assistenza per i professionisti, che rivendica il suo ruolo di supporto aggiuntivo a un welfare statale messo in difficoltà dall’invecchiamento della popolazione e dall’inverno demografico.
L’Ente si rivolge a 1,3 milioni di professionisti, riunendo 17 Casse di previdenza complementare. Tra queste, nell’ultimo anno, il patrimonio di Inarcassa è salito da 14,1 a oltre 15,3 miliardi. Enpam, invece, ha superato i 28 miliardi. «Come Adepp, a 30 anni di distanza dalla privatizzazione», ha detto Alberto Oliveti, presidente di Enpam e Adepp, «possiamo tirare questo bilancio». «Abbiamo rispettato – ha aggiunto – gli impegni assunti con i nostri iscritti in termini di pensione ed assistenza, nessuna cassa di lavoratori autonomi è fallita, abbiamo un patrimonio consistente di circa 120 miliardi, contribuiamo all’economia reale investendo parte importante dello stesso nel paese e contribuiamo all’erario dello Stato, pur non potendo ricevere finanziamenti diretti ed indiretti per precisa regola di privatizzazione».
LA SINERGIA
Ieri la ricerca di Prometeia è stata presentata al convegno “L’evoluzione del Welfare dei professionisti”, che si è tenuto a Roma, alla presenza del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Secondo il vicepremier «la denatalità e l’inverno demografico pesano sul nostro welfare, motivo per cui bisogna investire nelle sinergie tra pubblico e privato». «Da una parte – ha aggiunto – vanno messi più soldi sulla sanità pubblica, assumendo più medici e infermieri, dall’altra favorire anche i servizi come quelli offerti da Emapi. Il privato aggiunge un impulso che spesso la burocrazia nel pubblico non ha».
Tajani ha poi assicurato che «nessuna tra le Casse di previdenza dei professionisti entrerà nell’Inps» e ha spiegato che l’esecutivo si batterà per far sì che i «liberi professionisti possano accedere agli stessi fondi europei dedicati alle piccole e medie imprese».
Presente per l’esecutivo anche il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, secondo cui «serve investire di più sulla sanità pubblica universalistica e contemporaneamente favorire i servizi privati pagati dai professionisti». Le opposizioni, però, dal Pd al M5s e Avs, mentre denunciano tagli a ospedali e ambulatori in Manovra nei prossimi anni, lo accusano di conflitto di interesse per il possesso di quote di una società di sanità privata che invita a superare le liste di attesa rivolgendosi ai propri servizi. Lui si è difeso parlando di assenza di ruoli nella società. Il sottosegretario ha poi spiegato a Il Messaggero che la ricetta medica elettronica per tutti sarà pienamente operativa da gennaio, con Sogei (l’azienda che si occupa dell’infrastruttura tecnologica), che, in risposta alle possibili criticità sollevate dai medici di base, «implementerà gli sforzi nelle prossime settimane per evitare anomalie e disservizi».
I SERVIZI
Al convegno è intervenuto tramite un messaggio anche il consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. «A un’ampia fascia della popolazione – ha spiegato – resta preclusa la possibilità di godere dei livelli di benessere individuale e dei servizi di cura della salute propri di un’economia avanzata. Le responsabilità sociali, culturali e ambientali sono elementi qualificanti del nostro istituto e anche per questo abbiamo deciso di destinare 1,5 miliardi per il sociale nel periodo 2023/2027, contrastando le disuguaglianze».
«Nell’ultimo triennio – ha chiarito Nunzio Luciano, presidente di Emapi – il nostro Ente ha destinato prestazioni per 141 milioni, garantendo ai professionisti e alle loro famiglie servizi con le migliori condizioni in rapporto qualità/prezzo». Dal prossimo anno, ha aggiungo Luciano a Il Messaggero, «per i nostri iscritti sarà predisposta una piattaforma con vecchi e nuovi servizi: ci saranno la polizza infortuni e convenzioni, dalle baby sitter agli psicologi, passando per palestre e nutrizionisti. Lavoriamo poi per integrare i servizi con l’intelligenza artificiale, organizzare l’assistenza domiciliare e realizzare progetti di prevenzione con la telemedicina. Dobbiamo però far conoscere di più queste prestazioni». Secondo l’Osservatorio nazionale Welfare e Salute, infatti, meno del 20% dei lavoratori occupati conosce bene gli strumenti della sanità integrativa e il 35% non ne ha alcuna conoscenza. Emapi ha poi chiesto al governo di promuovere un incentivo fiscale dal 10-15% per la sanità integrativa, così da aumentare gli investimenti per i professionisti e la collettività.
Giacomo Andreoli
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