A ottobre 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è rimasto invariato su base mensile, mentre su base annua ha segnato un aumento dello 0,9% (in crescita rispetto al +0,7% di settembre), confermando le stime preliminari. Lo rende noto l’Istat, nel suo report mensile sui prezzi al consumo.
Carrello della spesa in aumento
Ciò che più preoccupa del dato Istat sull’inflazione di ottobre è la repentina salita dei prezzi dei generi alimentari e del carrello della spesa. A ottobre, la dinamica tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) cresce infatti al +0,9%, rispetto al +0,7% del mese precedente, principalmente per l’accelerazione dei prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche (da +1,2% a +2,5%) e dell‘istruzione (da +1,6% a +3,0%).
In misura minore, contribuisce anche il rallentamento della flessione dei prezzi delle comunicazioni (-5,9% da -6,6%). Al contrario, i prezzi dei servizi ricettivi e di ristorazione (da +4,0% a +3,5%) e di abbigliamento e calzature (da +1,0% a +0,7%) mostrano una riduzione, mentre quelli di abitazione, acqua, elettricità e combustibili registrano una flessione più marcata (da -1,3% a -1,6%).
Scomponendo il tasso tendenziale dell’inflazione, si evidenzia che i principali contributi provengono dai prezzi di alimenti e bevande analcoliche (+0,432), dai servizi ricettivi e di ristorazione (+0,425 punti percentuali), da altri beni e servizi (+0,252) e da ricreazione, spettacoli e cultura (+0,137). In negativo, invece, contribuiscono i prezzi dei trasporti (-0,337), di abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,165) e delle comunicazioni (-0,132).
Assoutenti: “Massima attenzione a prezzi alimentari“
Nonostante l’inflazione media in Italia rimanga stabilmente sotto l’1%, con il tasso di ottobre che si attesta allo 0,9%, i prezzi dei prodotti alimentari e del carrello della spesa sono tornati a salire, costringendo le famiglie a ridurre la spesa per cibi e bevande. Questo è quanto afferma Assoutenti commentando i dati sull’inflazione resi noti oggi dall’Istat.
“I rialzi nei prezzi del comparto alimentare sono preoccupanti – sottolinea il presidente Gabriele Melluso – I prezzi di beni alimentari e bevande analcoliche sono aumentati del +2,5% su base annua, con un incremento del +3,4% per i beni alimentari non lavorati. Alcuni prodotti di largo consumo continuano a registrare rincari significativi: l’olio d’oliva aumenta del +14,3%, il burro del +14,7%, la verdura fresca cresce del +9,4%, con i pomodori che salgono addirittura del +12,6%, mentre il caffè segna un +11,8%, secondo il report diffuso oggi dall’Istat. Dopo due anni di caro-vita, la mancata discesa dei prezzi al dettaglio ha spinto le famiglie a ridurre i consumi alimentari, che sono calati in volume per un totale di 1,6 miliardi di euro nel 2024, al netto dell’inflazione”.
“Per questo motivo, ribadiamo l’urgenza di interventi mirati per ridurre i prezzi, in particolare nel settore alimentare, e invertire il trend negativo dei consumi”, conclude Melluso.
Continua a scendere il prezzo del gas
Nel settore dei beni energetici, si accentua la flessione su base annua (da -8,7% a -9,0%), con una lieve ripresa per gli energetici non regolamentati (da -11,0% a -10,2%), nonostante il calo mensile. Tra i vari prodotti, il gas di città e il gas naturale nel mercato libero registrano una variazione tendenziale di -6,8%, mentre l’energia elettrica e la benzina mostrano una leggera ripresa. Al contrario, il gasolio per riscaldamento e per mezzi di trasporto amplifica la flessione. Per i beni regolamentati, il rallentamento tendenziale dei prezzi (da +10,4% a +3,9%) è influenzato principalmente dal calo del gas naturale nel mercato tutelato (da +28,0% a +12,6%), nonostante un incremento mensile. L’energia elettrica nel mercato tutelato, invece, segna un recupero su base annua (da -9,7% a -7,8%).
Nel comparto dei servizi, i prezzi aumentano del +2,7%, con un rallentamento rispetto al mese precedente (+2,8%). In particolare, i prezzi dei servizi ricreativi e culturali subiscono una decelerazione (da +4,0% a +3,6%), con un calo dei pacchetti vacanze (da +13,0% a +9,6%). Al contrario, i prezzi dei servizi di trasporto mostrano una tendenza in accelerazione (da +2,4% a +3,0%), soprattutto per il trasporto marittimo (+4,2%) e aereo (+2,5%). L’impatto di questi andamenti sul tasso di inflazione di ottobre è rappresentato dai contributi alla variazione tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo.
Per l’Unc l’aumento è di 265 euro per coppie con 2 figli
L’Istat conferma quindi un autunno caldo sul fronte dei prezzi. “Dopo l’illusione ottica di settembre, quando l’inflazione era scesa solo perché erano calate le voci legate alle vacanze degli italiani, ora i prezzi si surriscaldano nuovamente, con un allarmante rialzo del carrello della spesa, che va ad incidere soprattutto sulle famiglie meno abbienti e sulla casalinga di Voghera che va al mercato a fare le compere”, spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Se l’inflazione tendenziale pari a +0,9% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivamente pari a 265 euro su base annua, 228 euro in più se ne vanno solo per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche e 247 per il carrello della spesa, una vera e propria stangata. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 221 euro, ma 202 euro sono per cibo e bevande, 221 per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. Per una famiglia media sono ma 165 in più per mangiare e bere, 172 per il carrello” conclude Dona.
Cifre che conferma anche il Codacons: “A fronte di una inflazione media del +0,9% a ottobre, i listini di alimentari e bevande analcoliche crescono a velocità quasi tripla, registrando un +2,5% su base annua e impennandosi del +1,2% in un solo mese – spiega il Codacons – Per una famiglia con due figli ciò equivale ad un aggravio di spesa pari in media a +228 euro annui solo per l’acquisto di cibi e bevande. Un dato che preoccupa perché le famiglie, nel corso del 2024, hanno già tagliato i consumi alimentari del -1% proprio per far fronte ai sensibili rincari dei prezzi che negli ultimi due anni hanno investito il comparto. Per questo chiediamo a governo di studiare misure specifiche per calmierare i listini al dettaglio in occasione delle prossime feste di Natale che rischiano di trasformarsi in un salasso sulla pelle dei consumatori italiani”.
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