Al tavolo di palazzo Chigi con le associazioni datoriali, Confimprese elenca i punti caldi su cui rendere la Manovra 2024 più incisiva per il settore delle micro e piccole imprese
Troppe volte si è detto a mo’ di gargarismo che le micro, piccole e medie imprese sono “la spina dorsale del Paese”. E troppe volte quei solenni proclami non hanno dato seguito ad iniziative e legiferazioni che, di quel calibro socioeconomico, tenessero davvero conto. A condensa nelle Leggi di Bilancio ci sono andati provvedimenti non sempre mirati in cui il reale valore di categoria non era quasi mai sovrapponibile a norme che dessero input al settore.
Questione di distanze per lo più, cioè di differenze tra il valore concettuale di certe interlocuzioni con i decisori e il valore pratico delle stesse. A Palazzo Chigi c’è stato un incontro tra Governo Meloni ed associazioni datoriali: con l’obiettivo di colmare quelle distanze. E provare a tornare a casa con un piano, anzi con la rivalutazione dello Statuto delle Imprese, quello normato dalla Legge 180/2011.
Cosa dice l’articolo 1 della Legge 180
Lo scopo è quello enunciato nell’articolo 1: “Assicurare lo sviluppo della persona attraverso il valore del lavoro, sia esso svolto in forma autonoma che d’impresa, e di garantire la libertà di iniziativa economica privata in conformità agli articoli 35 e 41 della Costituzione“. E attenzione al capoverso B del V articolo, che è il vero core del legiferato. La finalità cardinale è “promuovere la costruzione di un quadro normativo nonché di un contesto sociale e culturale volti a favorire lo sviluppo delle imprese anche di carattere familiare“.
Non è successo sempre e non sempre è successo con successo. Questa volta c’è la volontà di provarci. E per questo sono stati coinvolti tutti: dai rappresentanti delle grandi industrie a quelli che rappresentano le micro imprese e le Partite Iva. A dare il suo contributo a quel dibattito è stato anche Confimprese Italia con il suo presidente Guido D’Amico “per discutere e portare il punto di vista della piccola e media impresa a fronte della manovra finanziaria”.
Programmazione negoziata per il Lazio
Nel corso dell’audizione, come spiega una nota stampa, “D’Amico ha ribadito l’importanza di includere nella manovra ulteriori misure per stimolare l’economia”.
Manovre come “facilitazioni per l’accesso al credito, incentivi per le micro imprese del settore turistico, agevolazioni per l’espansione verso nuovi mercati internazionali, e l’estensione della programmazione negoziata a zone strategiche come il Basso Lazio”.
Cosa andava detto su un tavolo attorno al quale si sono seduti anche i ministri Alberto Zangrillo, Giuseppe Valditara, Adolfo Urso e Giancarlo Giorgetti? Lo scopo era mettere a crasi e regime le istanze delle Micro e Piccole Imprese e l’impalcatura strutturale della Manovra di Bilancio 2024.
Linee guida e proposte concrete
E con quali linee guida su cui intervenire? L’associazione ed il suo presidente le hanno esposte ed elencate. “Taglio del cuneo fiscale per alleggerire il peso su imprese e lavoratori. Accorpamento delle aliquote IRPEF per un sistema fiscale più semplice. Incentivi alle nuove assunzioni per stimolare l’occupazione”. E ancora, specie in rapporto all’esclusione del Lazio dalla Zes unica: “Rifinanziamento del credito d’imposta per sostenere la crescita delle imprese”.
Da questo punto di vista però il quadro esposto era di quelli che per sommi capi danno indicazioni di massima. Servivano proposte concrete. E il team D’Amico le ha sciorinate. Così: “Agevolazioni per le micro e piccole imprese del settore turistico, incentivi per aperture verso nuovi mercati esteri e l’estensione della programmazione negoziata a zone strategiche come il Basso Lazio”.
Più tutela alle PMI italiane
Inoltre, D’Amico ha sottolineato l’importanza di riconsiderare la Legge 180/2011, lo “Statuto delle Imprese”. Perché quello che serve oggi all’Italia ed ai suoi territori più bisognosi di ricostruirsi una loro produttività al passo con i tempi in cui l’industria abdica a favore della logistica è un mood preciso. Un atteggiamento generale da cui i grandi decisori non potranno più prescindere, al netto di ogni gargarismo di consenso, acquisito e da mantenere o da acquisire e quindi stimolare: “Una tutela ancora più forte delle PMI italiane”.
Che sia stato costruttivo è certo, che si riveli proficuo si vedrà.
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