“Tanto, alla fine, non paga nessuno”. Una frase che i pendolari e gli utenti del trasporto pubblico di Roma dicono, e sentono dire, spesso. La senzazone dei romani è che non ci siano conseguenze ogni volta che una metro è strapiena o un autobus arriva in ritardo, con tutti i disagi del caso. Dal 2025, però, le cose cambieranno e a “pagare” saranno i dirigenti dell’Atac. Parola del Campidoglio
Il nuovo contratto di servizio di Atac
Il Campidoglio ha infatti inviato all’Art, l’Autorità di regolazione dei trasporti, una relazione sull’affidamento ad Atac, per i prossimi tre anni, del trasporto pubblico locale della città. Nel documento si legge che “l’effettivo rispetto del contratto di servizio sarà monitorato con più rigore rispetto al passato” e le penalità per i dirigenti saranno rafforzate. L’Art, infatti, aveva chiesto il perché dell’affidamento in house del servizio invece che passare per una gara pubblica, aperta anche ai privati. Nella relazione, nella quale si ricordano i risultati ottenuti da Atac negli ultimi anni, c’è anche un passaggio importante sul quali saranno gli “incentivi” per far rispettare il contratto e, di conseguenza, far avere agli utenti un servizio migliore.
Le penalità
Nel contratto di servizio, lo dice la parola stessa, c’è tutto quello che Atac deve offrire all’utenza: quante corse, quanti milioni di chilometri realizzare e la qualità generale del trasporto pubblico. Si delinea, in sintensi, come dovrebbero funzionare bus, metro e tram gestiti da Atac. Nel caso in cui certi parametri, calcolati con difficili operazioni matematiche, dovessero essere inferiori a quanto stabilito, scattano le penali.
Nuovo contratto di servizio
Proprio di recente, l’Assemblea capitolina ha dato il via libera alle linee guida del nuovo contratto di servizio di Atac che, se tutto dovesse filare liscio, scatterebbe a partire da gennaio 2025.
Multe inesistenti
Tornando alla questione delle penalità, nel nuovo contratto di servizio, in linea con il passato, le multe previste nei confronti di Atac sono praticamente irrisorie dal punto di vista economico. Questo perché, come scrive la stessa Art, nell’ambito di un affidamento in house, “la sola decurtazione del corrispettivo a titolo di penalità si risolve in una partita di giro, producendo un effetto di circolarità, dal momento che il soggetto controllante (nel caso di specie, Roma Capitale) riveste il duplice ruolo di ente affidante e di proprietario/finanziatore dell’affidatario”. Insomma, il Comune di Roma andrebbe a sanzionarsi da solo quando non vengono rispettati i parametri previsti dal contratto. Una situazione che, ovviamente, non si verificherebbe nel caso in cui si avesse a che fare con un privato.
Decurtazioni ai dirigenti
Nella relazione si legge che, “in una società in house”, si ritiene maggiormente efficace un “sistema dei controlli basato su un sistema incentivante in capo ai dirigenti e, in generale, al personale con funzioni direttive” che consenta di applicare “adeguate penali” che consistono in decurtazioni sulla parte variabile degli stipendi. Questo meccanismo, già previsto nel precedente contratto di servizio, “sarà ribadito e rafforzato nel nuovo, anche al fine di verificarne la piena e corretta applicazione dal parte del gestore, nonché oggetto di apposito monitoraggio” scrive ancora il Campidoglio. Attenzione, quindi, soprattutto a quelle voci che, negli ultimi anni, non hanno raggiunto gli standard previsti, come la regolarità dei mezzi, l’accessibilità alla stazioni e la puntualità delle corse. Tutte voci che, se non rispettate, potrebbe allegerire lo stipendio dei dirigenti Atac in maniera più pesante rispetto al passato.
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