L’anno prossimo, l’Agenzia delle Entrate invierà almeno tre milioni di lettere ai cittadini, secondo quanto stabilito dalla convenzione con il Ministero dell’Economia, in vigore fino al 2026. Questo accordo punta a rafforzare la “compliance”, ossia a raggiungere quei contribuenti non in regola con il Fisco, ma ancora in tempo per mettersi in ordine senza incorrere in sanzioni.
Cosa sono le lettere di compliance
Il fine dichiarato nella convenzione è l’invio di almeno 3.011.300 comunicazioni, destinate a stimolare il pagamento spontaneo e l’emersione degli imponibili ai fini Iva, nonché a valutare la capacità contributiva di ciascun contribuente. Si tratta delle cosiddette “lettere di compliance”, che si differenziano da altre iniziative come il concordato preventivo o le sanatorie, destinate a risolvere debiti fiscali arretrati evitando sanzioni e interessi.
Le lettere di compliance hanno come obiettivo principale la correzione degli errori, offrendo così l’opportunità di ottenere sanzioni ridotte. Se necessario, il contribuente può anche segnalare un errore nell’avviso ricevuto dall’Agenzia delle Entrate, confermando i dati già inviati in precedenza. Per regolarizzare la propria posizione, il contribuente dovrà presentare una dichiarazione integrativa, versando le imposte maggiori e le sanzioni indicate nella lettera. La sanzione applicata sarà ridotta a un sesto della misura minima, che, nel caso di dichiarazione infedele, corrisponderà al 15% dell’imposta maggiorata dalla dichiarazione integrativa.
La prassi delle lettere di compliance è consolidata da tempo, ma negli ultimi anni ha assunto una portata decisamente maggiore: nel 2015, infatti, furono inviate poco più di 300mila lettere, con un recupero di 300 milioni di euro, mentre nel 2023 il numero delle comunicazioni è salito a oltre 3 milioni, con un recupero di 4,2 miliardi di euro. Questi fondi, che senza l’intervento delle comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate avrebbero potuto non essere recuperati o richiedere una riscossione più costosa e complessa, rappresentano una significativa fonte di entrate.
Chi le riceverà
Le lettere del Fisco raggiungeranno principalmente chi non ha dichiarato tutte le proprie entrate. Esistono termini per regolarizzare la propria posizione prima che scattino le procedure di riscossione per le somme non versate. L’intento è di avvisare i contribuenti che hanno commesso errori in buona fede, consentendo loro di correggere la situazione senza incorrere in sanzioni, e di permettere all’Agenzia di concentrarsi su casi di evasione più gravi e intenzionali.
Le comunicazioni riguarderanno anche le partite Iva che, pur avendo emesso fatture elettroniche, non hanno inviato le comunicazioni delle liquidazioni periodiche Iva. Un controllo automatico ogni tre mesi verificherà la corrispondenza tra operazioni e relative comunicazioni: in caso di discrepanze, partirà la lettera. Lo stesso principio si applica per i dati Isa, che calcolano gli indici di affidabilità fiscale delle partite Iva. Se ci sono irregolarità nei dati dichiarati, l’Agenzia invierà una comunicazione per correggere le anomalie.
Infine, verranno inviate lettere anche a dipendenti, lavoratori con redditi assimilati e affittuari di immobili che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi nei tempi previsti. Gli interessati avranno 90 giorni dalla scadenza per sistemare la propria posizione, pagando una sanzione ridotta.
Dove trovarle sul sito dell’Agenzia delle Entrate
Le comunicazioni inviate dal Fisco daranno ai contribuenti l’opportunità di regolarizzare la propria posizione attraverso il ravvedimento operoso, che permette di sanare le anomalie pagando sanzioni ridotte. I destinatari delle lettere potranno consultare i dettagli della loro situazione accedendo al Cassetto fiscale sul portale dell’Agenzia delle Entrate, dove troveranno tutte le informazioni utili per correggere eventuali errori.
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