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Caldaie a biomassa, quando sono ammissibili ai certificati bianchi #finsubito prestito immediato


Il GSE pubblica alcuni chiarimenti operativi sui requisiti di ammissibilità al meccanismo dei Certificati Bianchi per progetti di efficientamento che includono caldaie a biomassa

Caldaie a biomassa e certificati bianchi. Via Depositphots

Le caldaie a biomassa possono accedere ai Certificati Bianchi? E quali requisiti sono richiesti affinché i progetti che prevedono questi apparecchi, possano ricevere i titoli di efficienza energetica (TEE)

A rispondere a queste domande è oggi il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) attraverso la pubblicazione di alcuni chiarimenti operativi. 

“Il documento – si legge in una nota stampa – contiene spiegazioni sui requisiti di ammissibilità e sulla soluzione tecnologica di riferimento da adottare come baseline per i progetti di efficienza energetica che prevedono l’impiego di caldaie a biomassa. In particolare, vengono approfonditi gli aspetti, sia normativi che tecnici, ritenuti di maggior rilievo per i suddetti progetti”.

In attesa di conoscere come cambierà la disciplina – è in corso un processo di aggiornamento dei TEE – vediamo quali criteri devono essere rispettati, in caso di impianti termici a biomassa, per non perdere l’accesso a questi incentivi.

Incentivi alle caldaie a biomassa, i paletti della normativa nazionale

A livello generale tutti i generatori termici a biomassa devono rispettare precisi requisiti minimi per l’ammissibilità ai contributi statali. A definirli è l’allegato IV del D.lgs 199/2021 con cui l’Italia ha recepito la penultima direttiva europea sulle energie rinnovabili. Il testo mette precisi paletti iniziali per l’incentivazione, chiedendo a priori: 

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  • nel caso di contestuale sostituzione di un altro impianto a biomasse, il conseguimento della certificazione ambientale con classe di qualità 4 stelle o superiore; 
  • in tutti gli altri casi, il conseguimento della certificazione ambientale con classe di qualità 5 stelle.

Passando ai criteri minimi delle sole caldaie, è necessario distinguere gli impianti in due classi di potenza.

Per le caldaie a biomassa di potenza termica nominale inferiore o uguale a 500 kWt l’accesso agli incentivi è vincolato a

  • la certificazione di un organismo accreditato che attesti la conformità alla norma UNI EN 303-5, classe 5, per tutti i biocombustibili utilizzati dal generatore;
  • l’obbligo di installazione di un sistema di accumulo termico dimensionato;
  • l’utilizzo di combustibile certificato;

Per le caldaie a biomassa di potenza termica nominale superiore a 500 kWt, i requisiti minimi chiedono:

  • emissioni in atmosfera verificate da un laboratorio accreditato e misurate in sede di impianto, con indicazione del combustibile utilizzato;
  • combustibile certificato;
  • in caso di caldaie automatiche, un volume di accumulo tale da garantire un’adeguata funzione di compensazione di carico. 

Caldaie a biomassa e certificati bianchi, i chiarimenti del GSE

In realtà il GSE aveva già fatto luce sull’argomento non mol to tempo fa ricordando come sia possibile presentare richiesta di accesso ai TEE per interventi di installazione di un generatore a biomassa in sostituzione di uno a combustibili fossili. A patto di ottenere un aumento dell’efficienza energetica.

nello specifico la normativa italiana concede il via libera alle biomasse solo in due casi: 

  • con installazioni ex novo di generatori e climatizzatori, per una durata dell’incentivo di 10 anni ma riconosciuto solo se vie è un risparmio addizionale determinato dall’incremento di rendimento rispetto alla baseline (differenziato per aree di intervento);
  • con sostituzioni di generatori o climatizzatori alimentati di metano, GPL, gasolio, BTZ, carbone, olio combustibile. In questo caso l’incentivo dura 7 anni e il numero di TEE viene calcolata in base al risparmio addizionale, ovvero all’energia utile contabilizzata nel nuovo impianto divisa per il rendimento ex ante ottenuto dal monitoraggio.  Una condizione sine qua non, quest’ultima, ricordata anche dal GSE.

Caldaie a biomassa, i criteri minimi

Partendo dagli elementi sopracitati vediamo quali sono i requisiti minimi per ammettere le caldaie a biomasse al meccanismo dei Certificati Bianchi.

Nel caso di una caldaia a biomassa con potenza fino a 500 kW e ad uso riscaldamento è necessario

  1. il raggiungimento di una classe di qualità “4 stelle” come minimo nel caso di sostituzione di un precedente impianto a biomasse e di “5 stelle” in tutti gli altri casi; classe attestata dalla Certificazione Ambientale.
  2. la certificazione di conformità alla norma UNI EN 303-5, classe 5, per tutti i biocombustibili utilizzati, attestata da una dichiarazione del produttore sulla base di test di laboratorio (accreditato).
  3. il rispetto dei limiti emissivi e dei metodi di misura riportati, rispettivamente, nelle tabelle 15 e 16 dell’allegato Il al DM del 16 febbraio 2016. Anche in questo caso con attestati del produttore sulla base di test di laboratorio (accreditato).

Nel caso di caldaia biomassa con potenza fino ai 500 kW ma ad uso diverso dal riscaldamento, i criteri minimi prevedono:

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  1. il rispetto dei limiti di emissione e dei metodi di misura riportati sempre nell’Allegato II del DM del 16 febbraio 2016, con relativo attestato del produttore sulla base di test di laboratorio (accreditato).

Nel caso di caldaia biomassa con una potenza compresa tra 500 kW e 2000 kW, sia a uso riscaldamento che non:

  1. il rispetto dei limiti di emissione e dei metodi di misura riportati nelle tabelle 15 e 16 dell’Allegato II del DM del 16 febbraio 2016 con relativo attestato del produttore sulla base di test di laboratorio (accreditato).

Per caldaie con potenze superiori a 2000 kW valgono invece i limiti emissivi specifici imposti dalla normativa nazionale o locale.

La soluzione tecnologica di riferimento? Scrive il GSE: la media di mercato delle sole caldaie a biomasse aventi caratteristiche analoghe al sistema di generazione da incentivare( es. stessa taglia, tipologia di biomassa impiegata, ecc.)



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