Cambia tutto adesso nel nostro Paese in materia di divorzio e spese da affrontare: come si ripartiranno da adesso in poi.
Una recente sentenza della Cassazione ha stabilito un importante precedente in materia di ripartizione delle spese legali nelle cause di divorzio e separazione, introducendo un principio di retroattività che potrebbe avere ripercussioni su migliaia di casi conclusi. La decisione, destinata a far discutere, chiarisce alcuni punti cruciali riguardo agli oneri finanziari legati ai procedimenti di separazione e divorzio, sia consensuali che contenziosi.
In sostanza, la sentenza ribadisce che l’attribuzione della “colpa” della separazione non comporta automaticamente l’obbligo di sostenere tutte le spese legali, principio che si applica retroattivamente anche a sentenze passate in giudicato. Ciò apre la possibilità di richiedere la revisione di vecchi provvedimenti e ottenere un rimborso. La sentenza chiarisce che, nel divorzio o separazione consensuale, le spese legali sono a carico di ciascun coniuge, offrendo diverse opzioni: il divorzio in Comune, la negoziazione assistita e il ricorso al Tribunale.
Divorzio e separazione: il nuovo quadro legato alle spese
Nel divorzio in Comune, l’assenza di avvocati riduce i costi. Nella negoziazione assistita, ogni parte ha il proprio legale e sostiene le relative spese. Nel divorzio consensuale in Tribunale, ciascun coniuge paga il proprio avvocato e, di norma, metà delle spese condivise. Tuttavia, le parti possono concordare diverse modalità di ripartizione, e l’opzione di un unico avvocato per entrambi resta valida, con la ripartizione delle spese da concordarsi preventivamente. La sentenza sottolinea l’importanza dell’accordo tra le parti nella ripartizione delle spese, evitando che un coniuge debba sostenere l’intero onere finanziario.
Nei casi di divorzio e separazione contenziosi, la sentenza ribadisce che l’attribuzione della “colpa” non implica l’automatico obbligo di sostenere tutte le spese legali. Il giudice, valutando le specifiche circostanze, decide la ripartizione, considerando la situazione economica di entrambi i coniugi e il comportamento processuale. La retroattività della sentenza rappresenta un “terremoto giuridico“, permettendo a chi si è visto addebitare tutte le spese in passato, sulla base della sola “colpa”, di chiedere la revisione e un eventuale rimborso.
Questo apre scenari complessi, con un potenziale aumento delle richieste di revisione e del carico di lavoro per i tribunali. La sentenza rappresenta un passo verso una maggiore equità nella ripartizione delle spese, tutelando la parte economicamente più debole, a prescindere dall’addebito, e rendendo le procedure meno onerose e più accessibili.
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