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il sindaco di Sassari Mascia racconta le sue sfide #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Sfide politiche, grandi opere e la voglia di ridare un ruolo diverso a Sassari all’interno del territorio del Nord Sardegna. Siamo andati a trovare il sindaco Giuseppe Mascia nei suoi uffici di Palazzo Ducale per fare una chiacchierata sui temi più caldi e spinosi per il presente e il futuro della città.

Sindaco, l’abbiamo vista divertirsi con la chitarra al teatro Verdi. Ci permetta di iniziare con una battuta: aprirà lei il concerto di Gianna Nannini?

“No, no purtroppo non ho voce in capitolo a riguardo. L’agenzia dell’artista deciderà chi apre e chi chiude l’evento. Però posso dire che quello della Nannini non sarà l’unico concerto a Sassari a ridosso del Capodanno. Ci saranno altri artisti e non solo in Piazza d’Italia. Voglio creare attrattività in tutta la città, dunque se faccio un concerto nella parte alta di Sassari lo farò anche nella parte bassa del centro storico. E posso anche dire, sulla mia passione per la musica, che con il primo stipendio da sindaco ho comprato una nuova Stratocaster. In totale ho otto chitarre”.

A proposito di Centro Storico, la sua riqualificazione è stato uno dei primi punti della sua campagna elettorale. Giocando con l’intelligenza artificiale su Sassari, il centro storico risulta essere sia la criticità più grande che la cosa più bella da vedere. Come si supera questo paradosso?

“Sassari sicuramente ha il cuore affaticato, possiamo dire così. Le azioni per il centro storico devono essere varie e va pensato un lavoro per blocchi. Innanzitutto, al di là dei primi eventi fatti, a partire da gennaio metteremo su l’ufficio di piano che sarà chiamato l’agenzia per il centro storico. Lo faremo una volta che il 31 gennaio sarà varata la nuova macrostruttura del comune di Sassari, con il riassetto di tutti i dirigenti. Cosa faremo nel concreto? I piani di rigenerazione urbana devono seguire due dorsali di intervento. Il primo, in accordo con i sistemi regionali e di garanzia, è quello di tutelare le attività commerciali esistenti e trovare dei modi per favorire le nuove aperture commerciali. E non nascondo che vorrei mettere mano come amministrazione a diversi locali e negozi chiusi da anni per attivare al loro interno dei nuovi percorsi legati al mondo della cultura e della produttività. Naturalmente per fare questo serve un aiuto economico da parte della Regione. L’altra dorsale di intervento riguarda le immediate agevolazioni per i privati che intendono investire nel centro storico. Sassari Vecchia va intesa come un piano di riprogrammazione che va guardato pezzo per pezzo. Bisogna andare per gradi, se aggrediamo il problema nel suo insieme non potremmo mai risolverlo. Non dico bugie”.

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Andando nello specifico…

“Ci sono dei singoli interventi che rientrano in una visione di insieme. Penso al decoro e alla riqualifica di via Maddalena o a San Donato. Ma anche alla chiusura dei lavori al mercato civico. Con una forte riprogettazione di tutte le attività che si faranno al mercato. In un’area dove abbiamo circa 10 milioni per ripensare la zona. Una volta terminato il ripristino della pensilina e del percorso delle attività produttive faremo un ragionamento per la riprogrammazione della parte diciamo nuova, anche facendoci aiutare da enti privati perché la parte del mercato sotto la piazza non può più stare così com’è oggi. Ci sono poi ancora alcune settimane di discussione su Porta Sant’Antonio e sul Centro Intermodale, per quel che riguarda la viabilità e le rotatorie da inserire nella stessa Porta Sant’Antonio e in via XXV aprile, però la mia intenzione è chiudere il tutto in fretta. Anche perché in quella zona passano i candelieri e non vogliamo cambi alla discesa. Fatto questo nel 2025 procederemo con la bonifica dell’area dell’ex Gasometro, che sarà lunga viste le condizioni attuali della zona. Una parte sarà destinata alla nuova stazione dei bus, con questi però che verranno fatti passare anche in via San Paolo. Con via XXV aprile che diventerà un parcheggio con una piazza sovrastante”.

Solo centro storico nelle grandi modifiche alla città?

“No, i progetti sono vari. Stiamo definendo il piano di attuazione per la riqualifica del quartiere delle Conce e per la valorizzazione e messa in sicurezza dei ruderi. In più tra poco passeremo in aula un progetto per la riqualifica dell’area dell’ex centro commerciale Corte Santa Maria. Soprattutto della piazzetta davanti alla struttura dove vogliamo realizzare un parcheggio con un’area verde. Ma tornando al centro storico nel 2025 riapriremo il centro per i giovani in piazza santa Caterina, mentre per Natale dopo lunghi lavori riaprirà il teatro Civico”.

Percorsi culturali e nuove aperture commerciali: ma Sassari avrà di nuovo una ZTL in centro con Mascia?

“La pedonalizzazione è un tema prematuro da affrontare ora. Se la domanda è sulla ZTL posso dirvi che non è mia intenzione in questo momento istituire o riprendere una zona a traffico limitato. La ZTL è il punto di arrivo di un processo di valorizzazione non la sua premessa, secondo me. Cambieremo degli elementi legati alla viabilità e faremo nuove aree pedonali, ma sarà tutto legato a quel ragionamento pezzo per pezzo di cui parlavo prima”.

Lei ha sempre puntato molto sulla partecipazione alla vita politica da parte dei cittadini, come si può attuare però questo nel concreto nel suo mandato?

“Discutere con la cittadinanza non deve mai essere vissuto come un problema, anzi. Faremo delle assemblee dedicate, delle riunioni con i vari comitati di quartiere e nel 2025 istituiremo una commissione di partecipazione pubblica. Ci sono degli interventi come nella parte alta del centro storico dove il comune può essere di supporto a una rete di commercianti molto attiva e altre come il Fosso della Noce dove l’amministrazione deve ascoltare e risolvere un problema della cittadinanza. Partecipare non significa farsi dire dalle persone cosa fare, come molti pensano, ma farsi capire e dialogare”.

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Ha parlato del Fosso della Noce, vista la sfida di ridisegnare un progetto già finanziato e con un appalto assegnato, sente questo progetto come il più delicato nel breve periodo? Quello dove è più attaccabile?

“No, proprio per niente. Forse qualcuno ha vantaggio a far percepire questo. Il tema riguarda una parte della città ben inserita, un bel quartiere abitato da gente che è ben collocata a Sassari. Ma noi abbiamo già detto che non vogliamo né perdere i finanziamenti né fare il canalone. Grazie a un lavoro dei tecnici regionali stiamo ricontrollando i dati sui rischi dell’area per agire solo sul primo lotto del progetto che è diviso in tre lotti. Quindi non facendo il canalone ma portando avanti i lavori con un progetto bidimensionale che riguardi la riapertura dei canali di scarico dell’acqua piovana attualmente tombati. Le vere sfide per Mascia saranno le politiche per la casa, i servizi sociali e la sanità”.

Tornando alla riqualifica del Centro Storico, spesso non si considera che tra i “nemici” del cuore della città c’è l’altra città, ossia Predda Niedda che con i suoi poli commerciali toglie ossigeno alle attività in centro…

“Predda Niedda ormai è a tutti gli effetti un quartiere di Sassari, dove ogni giorno transitano migliaia e migliaia di persone. Di per sé Predda Niedda non è un problema, lo diventa se la mettiamo in relazione con il resto della città. La prima cosa da fare, ma qui è la Regione che deve aiutarci, è portare a compimento la chiusura dello ZIR. Ma per farlo la Regione deve mettere chiarezza ai conti. Anche perché solo per rifare tutte le strade di Predda Niedda servono oltre dieci milioni di euro. Predda Niedda deve ospitare le attività che non avrebbero senso al centro e il centro quelle che sarebbero fuori contesto nell’area commerciale. Ma il Centro Storico non deve mettersi in piano di sfida, non basta mettere i negozi per dare vitalità alla zona. Servono progetti come quello dell’housing sociale che stiamo portando avanti per far rivivere il cuore della città alle persone con fini abitativi. Questa città negli anni ha abbattuto le sue mura per costruire un muro, nel suo naturale sviluppo verso il mare, invisibile ma molto più potente”.

Parliamo di energie rinnovabili, qual è la posizione di Sassari anche all’interno del contesto della città metropolitana?

“Noi come città metropolitana dobbiamo avere voce in capitolo nelle nostre scelte. Il tema ha due biforcazioni. Da una parte è normale pensare a una valorizzazione delle attuali aree industriali, pensiamo a Porto Torres, perché credo nessuno di noi voglia continuare a vedere centrali a carbone o petrolio. Dall’altra va aiutato lo sviluppo in alcune aree. Noi fin qui ci siamo rifatti ai vincoli molto stringenti delle regolamentazioni attuali, ma pensiamo a un territorio come la Nurra dove c’è prima di tutto un problema sociale e di svalutazione della terra. Ci sono famiglie e privati che negli anni per necessità hanno dato via quelli che erano i loro possedimenti. Noi come amministratori dovremmo pensare a dei modi per ridare valore a quella terra, anche sfruttando una biodiversità importante che ha la Nurra. E ci sono anche degli studi su potenziali nuovi centri residenziali nella zona. Il discorso sulle aree idonee spero dia l’opportunità di mettere il focus anche su altri temi per i vari territori. Non possiamo prendercela con le famiglie che pensano ai loro bisogni e vendono i loro terreni, aiutiamoli noi a dare un valore diverso alla loro terra”.

Negli anni Sassari si è un po’ isolata dal resto del Nord Sardegna, che ruolo vorrebbe dargli Mascia in futuro?

“Sassari non si è isolata, ma ha camminato per la sua strada in un contesto in cui ogni comunità, giustamente, pensava prima alle sue necessità e ai suoi bisogni. Sassari riprende il suo ruolo di guida di un vasto territorio della Sardegna solo se questo territorio inizia a ragionare di insieme, come vogliamo fare con la città metropolitana. Non si costruisce da zero ma si pianifica sulla base di quello che si ha. C’è una rete di trasporti del territorio da migliorare, un aeroporto come quello di Alghero che va protetto e tutelato, Porto Torres va accompagnata nell’essere un porto centrale a livello commerciale e turistico. Ma comunque Sassari negli ultimi anni, e ce lo dicono i numeri sul settore extra-alberghiero, è tornata ad essere una città spalla del turismo nel Nord Sardegna. Un punto di appoggio. Quello che mi sembra strano è che nessuno abbia mai messo fretta alla Regione per discorsi come la città metropolitana mentre si gioca costantemente a cambiare e disegnare province e commissari”.

Tornando a temi vicini al Capodanno, lei aveva parlato di costruire un paio di aree grandi eventi in città: avete in mente già in quali zone?

“Ancora non sappiamo, stiamo valutando dal punto di vista della viabilità, delle infrastrutture e sul piano ambientale. Vorremmo però aprire in fretta uno spazio dove poter ospitare eventi, concerti e manifestazioni e far lavorare le persone”.

Ha parlato prima della sfida per la sanità in città, quali sono gli scenari a riguardo? Sassari avrà un nuovo ospedale?

“Nell’attuale schema regionale non è previsto un nuovo ospedale e questo non mi trova d’accordo. Però se la scelta regionale è di tipo prudenziale allora va bene. Ossia, mettiamo in ordine il polo che già abbiamo. Penso per esempio al materno-infantile, con i suoi lavori che sono fondamentali non solo per la città ma per il territorio. Una volta messi a regime gli attuali interventi però per me Sassari deve avere un nuovo ospedale. Non un grandissimo hub ma un polo commisurato alle pressioni e alle necessità del territorio. Se questo porterà a un nuovo pronto-soccorso, va bene. Io sono tra quelli che vogliono un riposizionamento del pronto-soccorso dall’ingresso di viale Italia. Aiuterebbe anche la viabilità cittadina. Dove? Siamo nel campo delle ipotesi ma lo sguardo è chiaramente rivolto alla valle di Piandanna. Mettiamo in condizione di lavorare meglio anche Ozieri, Alghero e così via”.

Lei aveva parlato tanto di attrarre nuove aziende digitali in città, però a Sassari di fatto non esiste uno spazio di co-working per startup o simili…

“Verissimo, Sassari non ha neanche internet point. Sono idee che abbiamo già. Parlavo della zona del nuovo mercato anche in quella direzione. Ci sono anche spazi al centro che possono essere destinati in questo senso. Penso all’ex tipografia Chiarella in via Lamarmora. Al piano inferiore qualcosa non ha funzionato ed è 10 anni fermo, e noi vogliamo riaprirlo”.

Sassari ha anche il mare, uno spazio sempre più piccolo a Platamona. Come intende sfruttarlo la sua amministrazione?

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“Non è un tema facile. Sul piano della viabilità e dei collegamenti è chiaro che un mezzo fisso che passi al mare non sarebbe male e servirebbe. Però prima di portare la metropolitana di superficie a Platamona dobbiamo portarlo in altre aree. Penso a Li Punti dove deve arrivare. Ma da Li Punti ad arrivare a Platamona è molto complicato. Siamo nella fanta-programmazione, resta un’idea che sarebbe vincente. Però Platamona ha bisogno di nuove funzioni. Il nostro lembo di spiaggia è piccolo ma deve essere coerente. Noi rispetto a Porto Torres e Sorso però abbiamo un grosso vantaggio: abbiamo un’area di parcheggio di fronte a un’attività commerciale. Un parcheggio non approvabile perché dista troppo poco dal mare. Noi vorremmo costruire nelle tenute lì vicino un nuovo parcheggio, c’è una discussione trentennale a riguardo. Vorremmo liberare la piazza della rotonda per dare spazio anche a piccole attività. Abbiamo già studiato tutto. Per noi è fondamentale aprire un parcheggio nella zona e poi pensare a delle funzioni nuove per Platamona”.

Facciamo un passaggio sul Vanni Sanna, come procede l’iter per la messa a norma? C’è rischio di qualche chiusura? E invece ha incontrato Abinsula come aveva detto per studiare un progetto per il nuovo stadio?

“I finanziamenti sono stati approvati, chi deve lavorare sta lavorando e dunque non c’è nessun pericolo. Ho incontrato Abinsula già diverse volte, abbiamo già dei piani di investimento pensati per il Vanni Sanna e quindi dobbiamo definire con gli attuali gestori del club per fare un crono-programma degli interventi necessari che dobbiamo fare e che faremo”.

Chiudiamo sull’attualità. Continui episodi di microcriminalità, Mascia deve gestire una Sassari meno sicura?

“Non sono d’accordo. I numeri che mi inoltrano costantemente dalle forze dell’ordine mi dicono che i dati sono costanti negli ultimi anni sulla criminalità in città. La percezione positiva della sicurezza è in calo, questo è vero. Come faccio a far sentire più sicura la città ai cittadini? Bisogna fare un lungo lavoro con azioni concrete, quando abbiamo fatto l’arrostita al centro storico, per esempio, la gente si è riversata con serenità in strada. Questo vuol dire che se ci sono delle attività le persone non hanno paura del Centro Storico. Se ci fosse stata criminalità come molti immagino non avremmo avuto una manifestazione di successo. Questo non significa che non ci siano problemi”.

(ha collaborato Andrea Maggiolo)



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