“Gli incentivi auto sono una droga”: a parlare così, riferendosi al full electric, è stato Alfredo Altavilla (consulente speciale del gigante cinese BYD per il mercato europeo), a margine della presentazione della Sealion 7.
Tutto ruota attorno al valore futuro delle auto elettriche, ossia al deprezzamento precoce dell’usato a batteria: “C’è una parte di clientela che a prezzi più bassi inizierebbe a considerare l’elettrico, ma non saprei a chi conviene. Perché il valore residuo è il vero problema. Questo continuo ribasso sui listini nuoce agli operatori di leasing e noleggio: incide sui valori residui, che seguono la traiettoria dei valori di vendita. È un gioco al massacro. Quando torneranno sul mercato i veicoli comprati con gli incentivi, ci troveremo le concessionarie piene di mezzi che non vuole nessuno. Si creerà quello che tecnicamente si chiama un ‘hang around’ di volumi”.
Cosa sta accadendo
Secondo Altavilla, “non è il pubblico a comprare con gli incentivi, sono i costruttori che obbligano le proprie reti ad auto immatricolare”. Di qui, le famigerate km 0 affinché le targhe raggiungano un determinato numero in un certo periodo. Obiettivo, “evitare di pagare le multe che scatteranno dal 2025”: i grandi player sono “obbligati a immatricolare tra il 25% e il 30% di elettriche. Per sopravvivere dovranno sacrificare i margini: svaccare sui Bev, o perdere sui termici, questo sarà il loro dilemma. Intanto, il signor Rossi resterà con il problema di dove ricaricare l’auto a batteria”. In quanto i punti per fare il pieno, 60.000, sono pochi e distribuiti male.
In antitesi all’Unrae
Parole di rilievo, quelle dell’ex top manager di FCA, che vanno in direzione opposta rispetto a quanto auspicato dall’Unrae: l’Unione Case estere chiede al governo ecobonus strutturali in Italia, visti come necessari per la transizione elettrica. Se fino all’altroieri pareva che l’esecutivo volesse riproporre incentivi corposi negli anni a venire, di recente ha fatto un’inversione a U: stop ai fondi per stimolare la domanda di vetture nuove elettriche. Che però così non compra nessuno: mercato del full electric a picco.
Mistero dazi
In quanto ai dazi Ue anti elettriche cinesi, chiosa Altavilla, “non sappiamo se faranno lievitare i prezzi delle auto prodotte in Cina. Una decisione da parte nostra non è ancora stata finalizzata. Stiamo proiettando diversi scenari. Quando decidi un prezzo poi da quello il cliente non ci si scosta più. Bisogna fare attenzione a cambiare il posizionamento, perché tornare indietro richiede tempo, fatica e tanti soldi. Per fortuna noi siamo tra i meno impattati dai dazi perché siamo stati collaborativi”.
Autore: Mr. Limone
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