Dal nostro inviato, Gabriele Puglisi
Dopo l’approvazione da parte della Camera della norma salva Milano ci sono polemiche da parte della sinistra e dei comitati ambientalisti che l’hanno definita un “condono edilizio”. Per protestare, oggi davanti al Tribunale di Milano si sono riuniti i comitati della sinistra e del Movimento 5 Stelle.
Salva Milano, parla il sindaco Sala
«A chi fa politica dico solo, attenzione tra due anni a Milano siamo sotto elezioni e bisogna capire se si ha la volontà di governare – ha replicato il sindaco di Milano Giuseppe Sala a margine dell’inaugurazione del mercato solidale in piazza Duomo per i 40 anni di Exodus -. E governare vuol dire prendere decisioni e non dire sempre di no, vuol dire avere il coraggio di portare avanti delle linee. Non è obbligatorio farlo, si può stare anche all’opposizione ma se si vuole governare bisogna avere il coraggio di fare delle cose per cambiare la città».
«Invito tutti, a sinistra soprattutto, a riflettere, non è obbligatoria la partecipazione alla futura corsa per esprimere per un quarto mandato di fila il sindaco – ha aggiunto -. Ma esserci significa farlo convintamente. Ai comitati civici il sindaco ha spiegato che non stiamo parlando di corruzione e che quello che abbiamo fatto è stato per il bene di Milano. Fra due anni si vota un’altra volta decidano anche loro da che parte stare – ha concluso Sala – Noi non abbiamo mai perso un appello sia chiaro».
«Non mi sono mai permesso in questi mesi di giudicare il lavoro della magistratura, posso dire che la vedo in maniera diversa. Non ho mai usato un tono sprezzante – ha concluso Sala che ora con l’approvazione del Salva Milano si augura che un po’ di pratiche e di cantieri si possano sbloccare -, ma mica posso cambiare idea, stiamo parlando di otto anni e mezzo più cinque della giunta Pisapia, quindi noi stiamo facendo così da un lungo periodo».
Il decreto Salva Milano, approvato in prima battuta dalla Camera dei Deputati, è ora diretto verso il Senato per l’esame definitivo. Un provvedimento che sta catalizzando l’attenzione politica e sociale non solo a Milano, ma in tutta Italia, per le sue potenziali ripercussioni sulla città e sui suoi abitanti.
Salva Milano, l’iter legislativo
Il via libera al Salva Milano della Camera rappresenta un primo passo significativo, ma non conclusivo. L’attenzione ora si sposta al Senato, dove il testo potrebbe subire modifiche o essere confermato così com’è. Gli emendamenti già proposti da diverse forze politiche fanno presagire un dibattito intenso e polarizzante. La tempistica per l’approvazione definitiva resta incerta, ma la pressione politica è alta: Milano, essendo una delle principali locomotive economiche e culturali del Paese, non può permettersi un impasse su questioni cruciali che riguardano la gestione del territorio e delle risorse.
Salva Milano, novità
Il Salva Milano si propone di affrontare sfide complesse che spaziano dall’urbanistica all’ambiente, dalla sicurezza alla gestione del patrimonio immobiliare. Tra le misure più discusse figurano:
- Il piano straordinario per la sicurezza urbana, con un potenziamento dei fondi per le forze dell’ordine e l’introduzione di misure più severe contro la criminalità.
- La riqualificazione delle periferie, con stanziamenti mirati per migliorare le infrastrutture e i servizi in quartieri spesso dimenticati.
- Un nuovo regime fiscale per attrarre investimenti, che include agevolazioni per le imprese che scelgono di stabilirsi in città.
- L’accelerazione delle procedure per progetti strategici, pensata per snellire la burocrazia e favorire interventi rapidi su edilizia e mobilità sostenibile.
Salva Milano, vantaggi
Da un lato, il decreto potrebbe rappresentare un’opportunità per Milano di consolidare il proprio ruolo di capitale economica e innovativa dell’Italia. La maggiore sicurezza potrebbe attrarre nuovi investimenti internazionali, mentre la riqualificazione delle periferie sarebbe un passo avanti verso una città più inclusiva e vivibile. Anche il sostegno alle imprese potrebbe rafforzare il tessuto economico locale, generando occupazione e crescita.
In ambito ambientale, le disposizioni per snellire i progetti di mobilità sostenibile potrebbero accelerare l’adozione di soluzioni ecologiche, come il potenziamento delle reti di trasporto pubblico e la diffusione di infrastrutture per la mobilità elettrica.
Le criticità del provvedimento
Non mancano, però, i contro. Le agevolazioni fiscali per le imprese potrebbero essere percepite come una forma di “favoritismo” nei confronti di pochi privilegiati, a scapito di una più equa distribuzione delle risorse. Alcuni esperti temono che l’accelerazione delle procedure per i grandi progetti possa tradursi in deroghe alle normative ambientali o urbanistiche, con un impatto negativo sul territorio.
Sul fronte della sicurezza, le misure più severe potrebbero riaccendere il dibattito sui diritti individuali, soprattutto se accompagnate da un maggiore controllo sociale. Inoltre, i quartieri periferici potrebbero non beneficiare in modo uniforme delle risorse stanziate, perpetuando disparità tra le diverse aree della città.
Quale futuro per Milano?
Il decreto Salvamilano rappresenta una scommessa politica e sociale: da una parte, la promessa di un rilancio economico e infrastrutturale; dall’altra, il rischio di interventi frettolosi che potrebbero esacerbare le disuguaglianze o compromettere il tessuto urbano. Tutto dipenderà non solo dall’esito del voto in Senato, ma anche da come le misure saranno implementate una volta approvate.
Milano ha spesso dimostrato di sapersi reinventare e adattare alle sfide, ma il successo di questa operazione richiederà una gestione oculata e trasparente, capace di bilanciare le esigenze di sviluppo con quelle di inclusione e sostenibilità. La città, come sempre, si trova a un bivio, ma stavolta le scelte politiche in gioco potrebbero definirne il destino per gli anni a venire.
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