La Camera di Consiglio per valutare il ricorso al Tar di Inc (proponente del Partenariato pubblico privato per il nuovo ospedale di Cuneo) contro la bocciatura del suo piano è mercoledì. Ma è difficile che in Tribunale a Torino accada qualcosa di determinante. Perché il ricorrente potrebbe chiedere di prolungare i termini, per analizzare i documenti agli atti, soprattutto il parere regionale che ha bloccato il procedimento e del cui contenuto l’azienda si è detta finora all’oscuro. E se le cose dovessero andare così, è quasi certo il rinvio della discussione.
Al Tar lo scontro legale è fra «titani»: il professor avvocato Vittorio Barosio, con la collega Serena Dentico, di Torino per l’Aso di Cuneo e il professor avvocato Daniele Granara di Genova per la Inc, che si oppone alla Regione (rappresentata dalla propria Avvocatura). La richiesta è di annullare, previe misure cautelari, gli atti con cui Regione e Aso hanno stabilito di non dare corso alla proposta Ppp. E di condannarle a risarcire «i danni patiti e patiendi». Oltre 10 milioni di euro.
I legali dell’Aso hanno depositato una memoria, che esamina la disciplina regionale sul «project financing» a iniziativa privata sull’edilizia sanitaria. La Regione ha stabilito un iter: l’Aso riceve una proposta, la trasmette alla Direzione Sanità, che la sottopone a Ires per un «giudizio sintetico su sostenibilità giuridica, tecnica, economico-finanziaria» e, una volta ottenuto, la Regione stessa dà il parere vincolante sulla sostenibilità. Se positivo, l’Aso può procedere, da stazione appaltante. La memoria degli avvocati Barosio e Dentico sottolinea come, per Cuneo, il procedimento è finito «quando la Regione ha espresso il parere vincolante non favorevole alla proposta Inc». E l’Aso non ha potuto che «dichiarare la conclusione con esito negativo».
Il programma regionale di investimenti strategici in edilizia sanitaria (gennaio 2022) comprende Cuneo: costo stimato, 310 milioni. La Inc trasmette all’Aso, il 18 maggio 2022, una proposta per il contratto di concessione per progettazione definitiva ed esecutiva e lavori di costruzione del nuovo presidio. Quadro economico: importo totale di 369,4 milioni e contributo pubblico di 121,9. L’Aso invia il Ppp alla Direzione Sanità della Regione, che si rivolge a Ires. Il cui primo parere sulla convenienza rispetto a un appalto tradizionale (luglio 2022) è «complessivamente positivo», ma rileva carenze sulla «matrice dei rischi» (documento contrattuale che li ripartisce tra proponente e concedente). La Regione affida all’Aso un’«istruttoria propedeutica al parere vincolante» (8 agosto 2022): ne seguono le valutazioni tecniche e clinico-gestionali del gruppo di lavoro di Aso e Ausl Romagna, sulla «necessità di apportare modifiche al progetto», e quelle economico-finanziarie del Dipe della Presidenza del Consiglio e dell’advisor Paragon, che ribadiscono perplessità su matrice dei rischi e risorse della pubblica amministrazione. Tutto è inviato a Torino il 31 gennaio 2023. A 7 marzo un primo incontro tra Aso e Inc, dove si evidenzia il problema di costi e canoni. E matura la decisione di rivolgersi a nuovo advisor economico-finanziario, Sda Bocconi, che il 30 dicembre 2023 si esprime sulla proposta del 24 novembre, parlando di «un totale fabbisogno finanziario iniziale pari a 542,224 milioni».
Il Pef revisionato, però, a fine aprile, avrebbe previsto un importo complessivo dell’investimento di 605 milioni, con un contributo pubblico di 216. E pure i canoni annui per l’Aso (56,8 milioni Iva compresa) non sarebbero stati sostenibili. L’elaborazione di un Pef più approfondito, secondo Bocconi, avrebbe generato un incremento dei costi: considerando i diversi scenari per comparare Ppp e appalto tradizionale, sarebbe risultato conveniente il secondo, per un importo tra 81 e 203 milioni.
Le considerazioni vengono inviate all’Inc a giugno, indicando «puntuali interlocuzioni con la Regione per verificare la fattibilità dell’intervento». Il 25 settembre 2024, infine, il parere vincolante della Regione, «non favorevole alla proposta di Ppp». Si parla in sostanza di costi causati da una radicale revisione dell’originaria proposta, non giustificata dalle sole osservazioni Aso.
Il ricorso di Inc è ritenuto infondato, secondo i legali dell’Aso, per più motivi. Ad esempio: la società era consapevole che la decisione finale non era ancora stata presa e avrebbe potuto essere negativa, per i problemi di rischi e costi che le erano stati prospettati. Anche perché, «pure dopo la dichiarazione di pubblico interesse dell’opera e l’individuazione del privato, l’amministrazione può non dare corso alla gara per affidare la concessione». —
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