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Casa delle donne comunale, pronte a partire le attività bloccate dalla burocrazia #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Era stato scelto un giorno emblematico, l’8 marzo, per la consegna della casa delle donne comunale, il centro di prima accoglienza e antiviolenza realizzato in un immobile confiscato alla criminalità, totalmente riqualificato dall’amministrazione con i fondi di Agenda Urbana Por Calabria Fesr/Fse 2014/2020.

Assegnata alla Piccola Opera Papa Giovanni, aggiudicatrice del bando pubblico, la struttura aveva celebrato il taglio del nastro con la consegna delle chiavi al presidente della onlus, Piero Siclari, nella giornata internazionale della donna. Data appunto dal forte valore simbolico, e ancor di più lo è il 25 novembre che ogni anno ricorda l’obiettivo dell’eliminazione della violenza di genere. Tra pochi giorni il contrasto a questo fenomeno sarà al centro di iniziative anche a Reggio, città nella quale la casa delle donne rappresenta il cuore dell’azione del Comune per il sostegno alle vittime di violenza: eppure, a distanza di mesi, nell’immobile sito a Pellaro nessuna attività delle tante previste dal progetto è iniziata, mancando alcune autorizzazioni preliminari all’effettivo utilizzo della struttura da parte del soggetto gestore. 

Consegnate le chiavi l’8 marzo, ma mancavano agibilità e accatastamento

Una situazione di stallo ormai vicina a sbloccarsi, perché entro la prossima settimana sarà espletato l’ultimo passaggio burocratico da parte degli uffici comunali e si potrà formalizzare la concessione alla Piccola Opera Papa Giovanni. Entro la prossima settimana Siclari sarà convocato per sottoscrivere la convenzione ed entrare in possesso dell’immobile.

Cosa sia accaduto dall’8 marzo ad oggi lo chiediamo all’assessore Carmelo Romeo, titolare della delega Agenda Urbana. “La riqualificazione dell’immobile confiscato – spiega – è stata realizzata con 800mila euro provenienti da quella linea di finanziamento, un lavoro portato avanti speditamente e di cui abbiamo voluto far coincidere la conclusione con l’esito dell’avviso pubblico per la gestione, in modo da far trovare all’aggiudicatario una struttura completa”.

Citando le parole dell’ex assessora Angela Martino, che all’epoca del progetto aveva tra le sue deleghe le politiche di genere, una sede ‘chiavi in mano’, perché l’amministrazione si è fatta carico persino dell’arredamento, curatissimo e con impianti all’avanguardia, del grande immobile su tre piani.

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Un gioiellino consegnato nuovo di zecca, che però davvero pronto all’uso non era, perché dopo l’inaugurazione si è scoperto che non era accatastato e mancava la certificazione di agibilità. “Appena ho appreso di questa problematica – dice ancora Romeo – mi sono attivato personalmente e abbiamo provveduto a queste incombenze come Comune, al di fuori delle risorse Agenda Urbana, i cui fondi specifici riguardavano l’intervento ormai terminato”. 

La prima accoglienza e i servizi che verranno erogati dal soggetto gestore

La struttura non sarà soltanto uno spazio di accoglienza per donne che vivono una condizioni di fragilità, vittime di abusi o bisognose di allontanarsi da contesti a grave rischio violenza. Rispondendo a precise istanze del territorio, dove questo tipo di utenza è purtroppo numerosa, l’amministrazione ha offerto un ulteriore luogo per la gestione delle emergenze ma soprattutto per programmare attività e azioni finalizzate alla cura e rinascita personale delle ospiti. 

Il servizio di accoglienza dovrà invece garantire protezione e accoglienza abitativa alle donne vittime di violenza a seguito di colloqui strutturati, ed elaborare percorsi individuale di accompagnamento per l’uscita dalla situazione di violenza. Sarano attivati servizi di assistenza psicologica, individuale e in gruppi di auto mutuo aiuto anche in rete con le strutture ospedaliere ed i servizi territoriali; assistenza legale e informazione e aiuto per l’accesso al gratuito patrocinio in tutte le fasi del processo penale e civile; supporto ai minori vittime di violenza assistita; orientamento al lavoro in contatto con i servizi sociali e i centri per l’impiego e orientamento all’autonomia abitativa attraverso convenzioni e con enti locali e altre agenzie locali.

Dopo la firma del contratto, le attività inizieranno subito, poiché in questi mesi la onlus non è stata ferma e ha lavorato alla programmazione. Soprattutto si partirà con il servizio di prima accoglienza, che potrà alleviare la pressione di richieste sul centro antiviolenza e casa rifugio già gestite dalla Piccola Opera. Alla vigilia del 25 novembre, nel nostro territorio cittadino la prevenzione di abusi e violenza di genere si confermano purtroppo un campo di intervento prioritario. 



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