Truffa a conduzione familiare .È quanto scoperto dagli investigatori in merito ad una intera famiglia di Ceccano, composta da padre, madre e due figli maggiorenni che è riuscita a mettere in piedi un’organizzazione specializzata nelle truffe online. Ognuno aveva compiti stabiliti. C’era quello che pubblicizzava su marketplace di Facebook box in lamiera ed altri materiali utilizzati nell’edilizia. Poi c’era un altro che sempre sullo stesso sito si dedicava invece alla vendita di telefoni I-phone . Per non parlare della vendita di alcune auto pubblicizzate sul web dietro le quali si nascondeva il raggiro. Amuovere le fila di questo imbroglio cresciuto sulla rete sarebbero stati proprio i genitori , una casalinga di 47 anni lei , un operaio disoccupato di 50 lui. E sarebbe stato proprio un veicolo Renault messo in vendita su uno dei tanti siti online , mai arrivato al cliente , a far scattare le indagini su questo presunto giro di materiale “ fantasma”. Per attirare i clienti i quattro componenti della famiglia ceccanese utilizzavano un metodo infallibile, quello di vendere la merce a prezzi stracciati. Proprio per non dare nell’occhio i truffaldini si facevano sempre versare una caparra ( pattuita in precedenza telefonicamente) su una postpay e poi una volta ottenuto l’acconto si defilavano. Per la vettura l’acquirente aveva versato 250 euro. Vedendo però che i venditori si erano trasformati in uccel di bosco e non rispondevano più al telefono, ha fatto scattare la prima denuncia. Ma a questa se ne sono aggiunte tante altre. Nel gennaio scorso i due fratelli avevano venduto un box da giardino al prezzo di 200 euro. Una cifra così irrisoria che aveva fatto gola a molte persone che si erano subito precipitate a chiedere di voler acquistare quella merce. Ma sempre con lo stesso modus operandi il “fortunato” acquirente aveva versato un acconto per non ritrovarsi niente tra le mani . Ma c’è di pù: sempre con quello stesso box di lamiera i genitori erano riusciti a farsi dare almeno quattro caparre da clienti diversi. In una occasione addirittura erano stati versati dei bonifici da 50 euro ciascuno. Quando però si è trattato di consegnare il box, i clienti non sono più riusciti a contattare i venditori. Le forze dell’ordine che si sono occupate del caso hanno scoperto che quelle numerose truffe avevano un’unica matrice, vale a dire quella famiglia residente nella città fabraterna. Nei giorni scorsi è stata notificata la chisuura delle indagini con l’accusa di truffa aggravata. I quattro hanno venti giorni di tempo per decidere se farsi interrogare o aspettare le richieste del magistrato nei loro confronti.
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