Manovra al momento in stallo alla Camera. I lavori della Commissione bilancio sono fermi in attesa delle decisioni del governo sugli emendamenti presentati dai parlamentari della maggioranza. Per quanto riguarda i Bonus sulla casa, però, pare confermato che per il prossimo anno la detrazione del 50%, sia per le ristrutturazioni sia per l’Ecobonus, potrà essere riconosciuta solo per gli interventi che riguardano la prima.
Le proposte di modifica della maggioranza, che dunque hanno più possibilità di essere accolte, non propongono novità da questo punto di vista, anche se aspettano ulteriori chiarimenti sui soggetti che potranno beneficiare dell’aliquota più elevata. La limitazione dei benefici più elevati alla sola “prima casa”, però, non è in discussione.
A sorpresa, intanto, sta prendendo quota la possibilità di prorogare per un anno il Bonus Verde.
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Prima casa e abitazione principale
Si parla di “prima casa”, ma in realtà il Bonus al 50% spetta esclusivamente per l’immobile di proprietà nel quale si abita e si è anagraficamente residenti, a prescindere dal fatto che l’appartamento sia stato comperato o meno con le agevolazioni. A chiarire questo aspetto è lo stesso testo presentato dal governo.
Nell’art. 8 dedicato alla detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici, si stabilisce infatti che l’aliquota del 50% per questi interventi è riconosciuta, nel 2025, esclusivamente “nel caso in cui le medesime spese siano sostenute dai titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento per interventi sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.
In pratica si tratta dell’immobile che ha gli stessi requisiti per essere qualificato come esente dall’Imu. Anche in questo caso, infatti, gli unici requisiti richiesti ai fini dell’esenzione dal pagamento dell’imposta previsto sulla prima casa sono la residenza anagrafica e l’utilizzo diretto.
I controlli delle Entrate sui requisiti soggettivi
Alla luce di questa definizione per le Entrate sarà facile fare le verifiche per evitare eventuali “furbetti della detrazione” incrociando i dati di chi richiede le agevolazioni con quelli di residenza che dovranno essere necessariamente riportati nella fattura di spesa, che altrimenti sarebbe incompleta. Inoltre anche nel caso di utilizzo della dichiarazione precompilata l’Agenzia delle entrate si riserva la possibilità di verificare i requisiti “soggettivi “che consentono di usufruire di una determinata agevolazione.
Tra questi proprio quelli riferiti all’uso diretto della casa dichiarata come abitazione principale, ad esempio quando si chiede la detrazione per il mutuo. Facile ipotizzare, dunque, che la possibilità di controlli e richieste di chiarimenti al contribuente venga estesa anche alle altre detrazioni legate espressamente alla prima casa.
Niente più agevolazione per familiari, inquilini e nudi proprietari
Qualche dubbio resta invece ancora per il fatto che con le regole introdotte dal governo l’aliquota più elevata potrà essere riconosciuta esclusivamente a coloro che sono titolari dei diritti di proprietà o altri diritti reali sulla prima casa.
Con questa precisazione non sarà più possibile avere la detrazione per i familiari dei proprietari anche se sostengono le spese abitando nella stessa casa.
Niente agevolazione anche per comodatari e inquilini, dal momento che la casa nella quale abitano non risulta di proprietà, anche se si tratta della loro abitazione principale. I “diritti reali di godimento” indicati dalle norme, infatti, sono solo usufrutto e diritto di abitazione, vale a dire i diritti che per aver valore debbono essere trascritti nei registri immobiliari. Peraltro il requisito dell’uso diretto esclude anche i nudi proprietari dalle agevolazioni, quando la casa è abitata dall’usufruttuario.
Fino ad oggi, invece, la detrazione è stata riconosciuta anche in questo caso, facendo riferimento solo alla proprietà.
Bonus Mobili ed elettrodomestici
In attesa di eventuali chiarimenti o ampliamenti della platea di soggetto che possono avere l’agevolazione, nella manovra c’è comunque la conferma del Bonus Mobili, anche se solo per l’anno 2025. Peraltro per come è stata formulata la norma, che si limita a spostare in avanti di un anno la scadenza del Bonus altrimenti prevista per il 31 dicembre prossimo, la detrazione del 50% per gli arredi e gli elettrodomestici destinati alla casa ristrutturata, pare destinata a riguardare anche le seconde case.
Non c’è differenza infatti in relazione all’aliquota di detrazione sui lavori di ristrutturazione, ed è stato confermato anche il tetto di 5 mila euro. Per l’acquisto degli elettrodomestici peraltro non sembra trovare spazio al momento la possibilità ventilata di un Bonus a sé, svincolato quindi dai lavori di ristrutturazione, finalizzato all’acquisto di elettrodomestici a basso consumo.
Rispunta anche il Bonus Verde
Qualche possibilità in più di una proroga al prossimo anno pare averla intanto il Bonus Verde. La detrazione del 36% riservata agli interventi di messa a verde di terrazzi e spazi aperti di pertinenza, o di rinnovamento radicale dei giardini esistenti, non risulta tra i bonus rinnovati dal governo.
È stato però presentato un emendamento della maggioranza che ripropone l’agevolazione ancora per un anno vale a dire fino al 31 dicembre 2025. Invariato il tetto di spesa a 5 mila euro. Si tratta di uno degli emendamenti “segnalati” dai partiti, quindi uno degli emendamenti che hanno maggiori possibilità di ottenere il via libera dal governo al momento della votazione.
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