La salma della giovane pugliese Emanuela Chirilli è stata trasferita, poco dopo le nove di stamattina, all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Napoli.
A disporlo è stata la Procura di Napoli, che ha anche formalizzato al l’incarico per eseguire l’autopsia sul cadavere della sfortunata turista. Oltre ai rilievi della Scientifica, e in attesa dell’informativa dei Vigili del Fuoco alla Procura sulle possibili cause del rogo (non è ancora chiaro se a sviluppare le fiamme sia stata una “ciabatta” di prese elettriche o un condizionatore dell’aria), al lavoro ci sono anche gli agenti della polizia locale.
Alla Municipale, in particolare, è demandato il compito di verificare non solo la regolarità di iscrizione della struttura all’albo comunale degli impianti ricettivi turistici, ma anche l’indagine su quante unità immobiliari fossero ascritte alla stessa società gestrice del “Covo degli Angioni”, che – come conferma al “Mattino” il comandante della Polizia Municipale, il generale Ciro Esposito – non è un bed and breakfast ma una “casa vacanze”.
Al di là di queste evidenze giudiziarie, resta la tragedia di una ragazza buona, solare, qual era Emanuela Chirilli. Giunta solo poche ore prima della sua morte a Napoli, originaria di Maglie ma residente a Lecce, viveva da sola. «Vivi la tua vita con una bussola e non con un orologio», questo uno dei messaggi postati recentemente su Instagram mentre era in vacanza a Budapest con alcune amiche.
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