Com’è noto, ieri, 29 novembre, c’è stato uno sciopero del settore pubblico che ha incluso anche la scuola. A scendere in piazza anche una docente di sostegno precaria, che ha rilasciato un’intervista a La Repubblica spiegando le varie difficoltà che sta vivendo.
Le difficoltà dei precari di sostegno
“Abbiamo scioperato sia io che mio marito, una scelta di cui siamo convinti ma che pesa, perché abbiamo un mutuo da pagare”, ha detto la 43enne, che ha due lauree, una in storia dell’arte e l’altra in comunicazione del patrimonio.
“Essere precaria è uno svantaggio non solo per l’insegnante e la sua famiglia, visto che nei due mesi estivi in cui non si lavora l’assegno di disoccupazione non ha tempi affidabili, a volte arriva persino a pezzettini, oltre che in ritardo, ma anche per gli studenti che ogni anno sono costretti a cambiare insegnante, alla faccia della continuità didattica di cui parla Valditara. E con le nuove norme è anche peggio”, questo il suo sfogo.
“Le modalità attuali prevedono la conferma del supplente da parte delle famiglie e del dirigente, e quindi secondo criteri discrezionali, mentre il docente dovrebbe invece essere assunto sulla base di criteri trasparenti, come era sempre avvenuto finora. Così invece si dà alle famiglie l’illusione di scegliere l’insegnante per il proprio figlio. In realtà l’ultima parola spetta al dirigente. E comunque è una modalità ingiusta, perché l’insegnante di sostegno non è solo dell’alunno con disabilità, ma di tutti gli alunni della classe”, ha aggiunto.
“I concorsi sono pochi”
La docente spera di essere assunta in ruolo presto: “Spero, ma è difficile, perché i concorsi sono pochi. Il Pnrr prevede 70 mila assunzioni a partire dal 2024, 20 mila quest’anno, 20 mila l’anno prossimo e 30 mila nel 2026. Ma i concorsi non prevedono le graduatorie degli idonei: ogni anno bisogna ricominciare daccapo. E nel frattempo c’è la preoccupazione di scendere nelle graduatorie, perché arrivano altri insegnanti, magari quelli che hanno conseguito il titolo in Romania, che da quest’anno, in attesa del riconoscimento, vengono inseriti con il punteggio di riferimento”.
Adesione sciopero scuola ieri, i dati
Con il 57% di scuole che hanno trasmesso i dati, l’adesione allo sciopero generale per il comparto scuola di ieri, 29 novembre, indetto da Cgil, Uil e sindacati di base, è stata del 5,65%.
Più in particolare, per i dirigenti scolastici l’adesione è stata dell’1,5%, per i docenti del 5,54%, per il personale Ata del 6,35%. Lo riporta un comunicato del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
“L’invito alla protesta non ha fatto breccia nel mondo della scuola che quotidianamente si impegna con dedizione e responsabilità per il futuro dei nostri giovani. La scuola deve rimanere uno spazio di crescita, dialogo e formazione. È fondamentale proseguire con determinazione il percorso di riforme avviato, orientato a migliorare la qualità del nostro sistema educativo, a valorizzare il ruolo degli insegnanti e a garantire a tutti gli studenti le migliori opportunità per costruire il proprio percorso formativo e professionale”, questo quanto dichiara Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione e al Merito.
“Avanti con le riforme e con la valorizzazione professionale del personale della scuola”, questo il commento del ministro Valditara.
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