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verso la tredicesima 2024 col bonus e altre novità #finsubito prestito immediato


Arriva il mese di dicembre: si va verso una tredicesima 2024 più ricca con il bonus Natale, c’è più tempo, invece, per le imposte. E si guarda ad altre novità con i lavori sulla Manovra che entreranno sempre più nel vivo

Dicembre porta una tredicesima 2024 più ricca per alcuni lavoratori e lavoratrici dipendenti grazie al bonus Natale. Nel frattempo con la conversione in legge del DL Fiscale si concede più tempo per il pagamento delle imposte.

Sarà questo il mese decisivo, poi, anche per i lavori della Manovra 2025 e per conoscere i risultati delle entrate che potranno derivare dal concordato preventivo con effetti anche sull’IRPEF.

Una sintesi delle notizie dal mondo del Fisco e del Lavoro nell’ultima settimana di novembre.

Arriva dicembre: verso una tredicesima 2024 più ricca grazie al bonus Natale

Il bonus Natale arricchisce la tredicesima 2024: nessuna variazione particolare, però, sarà prevista per coloro che percepiscono la pensione, i primi e le prime a riceverla lunedì 2 dicembre.

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Oltre 4,6 milioni di lavoratori e lavoratrici dipendenti con figli o figlie a carico e un reddito fino a 28.000 euro, invece, riceveranno una indennità natalizia aggiuntiva di un importo che arriva fino a 100 euro. Nella maggior parte dei casi il contributo si riceverà insieme alla tredicesima 2024 ma c’è anche chi dovrà o potrà recuperare il contributo con la dichiarazione dei redditi 2025.

Ad eccezione di pensionati e dipendenti pubblici, nel settore privato non c’è una data unica per l’erogazione della tredicesima 2024: ma in ogni caso tutti e tutte dovranno riceverla, con o senza bonus, entro Natale.

Tra mini rinvii automatici e proroghe in extremis, la scadenza delle imposte

Nel frattempo buone notizie, anche se in extremis, arrivano anche per coloro che devono versare le imposte sui redditi: il secondo acconto in scadenza il 2 dicembre, vista la concomitanza del 30 novembre con il fine settimana, può essere rateizzato con pagamenti a partire dal 16 gennaio.

Con un comunicato stampa, il Ministero dell’Economia e delle Finanze il 27 novembre ha confermato l’ipotesi già in circolazione da settimane.

Più tempo è riservato ai titolari di partita IVA che nell’anno precedente hanno dichiarato ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170 mila euro. La novità arriva con i lavori di conversione del Decreto Fiscale.

“La proroga non riguarda il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi dovuti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL).

I contribuenti potranno effettuare il versamento del secondo acconto in unica soluzione oppure in cinque rate mensili di pari importo, da gennaio a maggio 2025”.

Si legge nel testo.

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Dalla tredicesima 2024 alla conclusione dei lavori sulla Manovra: arriva dicembre

E mentre il testo del Decreto Fiscale dal Senato passa alla Camera per ottenere l’ok definitivo, comincia l’ultimo mese utile per la costruzione della Manovra 2025.

Come ogni anno, sarà questa la fase decisiva, ma anche quella più delicata: è nel passaggio in Parlamento che sia la stessa maggioranza che l’opposizione prova a correggere, integrare, modificare quanto previsto dal Disegno di Legge di Bilancio.

Il pacchetto di novità già messo nero su bianco è ricco, ma dal taglio del cuneo fiscale e contributivo alle pensioni non è ancora detta l’ultima parola: il testo, nella sua versione definitiva, dovrà essere approvato in via definitiva entro il 31 dicembre da entrambi i rami del Parlamento.


Un grande interrogativo resta ancora sull’IRPEF che pure è protagonista della Legge di Bilancio 2025 che contiene attualmente la conferma strutturale del meccanismo a tre aliquote attualmente previsto.

Il destino dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, infatti, è legato a quello del concordato preventivo, il patto tra partite IVA e Fisco sul pagamento delle imposte.

Dagli accordi tra Agenzia delle Entrate e contribuenti dovrebbero derivare nuove risorse per tagliare ulteriormente l’IRPEF: attualmente si stima una dotazione disponibile pari a 1,3 miliardi di euro, una cifra non sufficiente a tagliare di due punti percentuali la seconda aliquota applicata o a estendere a 60.000 euro il secondo scaglione.

Aliquote IRPEF 2025 Scaglioni di reddito
23 per cento Fino a 28.000 euro
35 per cento Da 28.001 a 50.000 euro
43 per cento Da 50.001

Ma per avere una idea del margine di manovra bisognerà attendere i dati che arriveranno dopo la nuova scadenza del 12 dicembre, termine ultimo per aderire al concordato dopo al riapertura.


Nuovo taglio IRPEF o flat tax estesa?

Come andrebbero usate le risorse del concordato?

Il concordato tiene aperto il capitolo dell’IRPEF 2025

Visti i tempi, però, il capitolo dell’IRPEF potrebbe viaggiare autonomamente rispetto alla Manovra 2025. E paradossalmente a confermarlo è il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo che a fine ottobre ha chiuso le porte all’ipotesi di una proroga del concordato proprio per una questione di tempi.

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“Se otterremo le risorse come speriamo, riusciremo a mettere a terra, ora vedremo se lo si può fare quest’anno oppure all’inizio del prossimo anno, è qualcosa che è a cuore di tutta la maggioranza: aiutare il cedo medio”, ha detto a margine della Giornata per la legalità finanziaria alla Guardia di finanza.

Come riportato da Adnkronos, ha poi aggiunto: “Sappiamo che il cedo medio si sta un po’ impoverendo, quindi se riusciamo a trovare risorse adeguate aiuteremo quella fascia dei contribuenti che va dai 35.000 euro fino a 50.000 e se riusciamo a spingerci sino a 60mila sarà ancora meglio”.

Secondo le stime dei Commercialisti, per tagliare di due punti percentuali l’aliquota che si applica sul secondo scaglione o per estenderlo a 60.000 euro serviranno 2,5 miliardi di euro, il doppio della cifra già stimata.

Le prime ulteriori risposte arriveranno a metà dicembre e per “determinare una prima approssimazione del gettito correlato alla adesione al concordato preventivo biennale” bisognerà attendere i dati relativi alla seconda rata di acconto che, vista la proroga, segue tempi più lunghi.

Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate sta inviando alle partite IVA che hanno presentato la dichiarazione dei redditi e non hanno aderito al concordato delle PEC per ribadire i suoi vantaggi e invogliarle a firmare il patto con il Fisco.

La fine di novembre, quindi, prepara il terreno al mese di dicembre che, come ogni anno, si preannuncia definitivo per scrivere il futuro del Fisco e del Lavoro. Appuntamento ogni giorno su Informazione Fiscale per conoscere e approfondire le novità che arriveranno e ogni settimana per la sintesi delle principali notizie.





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