«Penalizzazione inaccettabile e irragionevole. Se permane, pronti anche a intraprendere la via legale». Clemente Mastella prende posizione con immediatezza contro la beffa dei fondi scomparsi.
Alcune tra le più importanti chiese della città, a partire dalla Basilica della Madonna delle Grazie, sono misteriosamente sparite dalla nuova programmazione triennale del ministero della Cultura.
Lo stesso dicastero che invece, nello scorso marzo, aveva inserito gli stessi beni tra gli interventi assegnatari di cospicui finanziamenti per un valore complessivo di 2 milioni, destinati al restauro e alla messa in sicurezza dei siti usurati dal tempo.
La risposta
Tempi di reazione rapidissimi per il primo cittadino che è intervenuto con decisione in merito alla notizia pubblicata ieri dal Mattino: «Inoltrerò una lettera di protesta formale al ministro della Cultura Alessandro Giuli – dichiara Mastella – per l’estromissione di tutti gli edifici di culto cittadini dai finanziamenti concessi con il decreto di adozione del Programma lavori 2025–2027. È una decisione che non condivido e che ritengo una lesione all’incessante attività di valorizzazione dei beni storici di Benevento, cui il governo stavolta viene irragionevolmente meno. Precedentemente, con l’ex ministro Sangiuliano, tre splendide chiese sannite erano destinatarie di risorse: la Basilica della Madonna delle Grazie, la chiesa di San Domenico e quella del Carmine (o Sant’Anna, ndr). Ora risultano tutte off–side».
E il vertice dell’amministrazione comunale non sembra intenzionato a limitarsi alla lamentazione: «È una penalizzazione che non possiamo accettare. Questi edifici di culto compongono un mosaico di fede, storia e bellezza che il ministero della Cultura ha il dovere istituzionale e ineludibile di valorizzare. Se dovesse permanere tale penalizzante criterio di riparto, annuncio sin da ora, essendo alcuni edifici di culto di proprietà comunale, che valuteremo la strada legale per fare valere le nostre ragioni».
La verifica
Parole che non rappresentano un mero sfogo estemporaneo dettato dalla delusione. L’amministrazione comunale ha già avviato una verifica legale sulla questione, al fine di accertare la praticabilità di una impugnazione del decreto 14 novembre 2024 del ministro Alessandro Giuli di adozione del Programma triennale lavori pubblici, che ha di fatto cancellato con un tratto di penna il decreto 93 firmato il 7 marzo scorso dal predecessore Gennaro Sangiuliano che approvava la programmazione triennale 2024–2026.
Il testo
Provvedimento nel quale, come si ricorderà, figuravano svariati interventi da seguire a Benevento e nel Sannio. Su tutti, i lavori di restauro e ristrutturazione della Basilica della Madonna delle Grazie, luogo per eccellenza della fede dei sanniti, assegnataria di 1.076.000 euro, dei quali 760mila euro a valere sull’anno 2025.
In elenco anche i 480mila euro (280mila euro nel 2025) attribuiti dal dicastero per il restauro della chiesa duecentesca di San Domenico in piazza Guerrazzi, e i 320mila euro (200mila nel 2025) per la chiesa del Carmine (detta di Sant’Anna) su Corso Garibaldi. E ancora, i 106mila euro (50mila nel 2025) indicati per il restauro degli affreschi millenari della cripta ipogea di piazza Sabariani. Tutti “desaparecidi” nel recente provvedimento di Giuli.
Capitale del libro
Vicenda che, peraltro, giunge a poche ore da un altro «sgarbo» riservato dalla nuova gestione ministeriale al Comune, ovvero la estromissione di Benevento, città del Premio Strega, dalle 6 finaliste candidate a Capitale italiana del libro.
«È l’ennesimo fallimento di Mastella nel campo culturale – commenta il segretario provinciale della Lega Luigi Bocchino – È la riprova di quanto sosteniamo da tempo: da 8 anni la città, anche nel campo della cultura, naviga a vista. Mastella ha poche idee ma confuse in proposito: la superficialità e l’approssimazione con cui vengono affrontate queste sfide rischiano di segnare per sempre, viste le continue sconfitte, il destino di Benevento. D’altro canto, quando Mastella immagina di fare un brand dell’attuale “Città spettacolo” oramai divenuta “ammesca francesca” di concerti ed eventi di second’ordine, i risultati sono questi».
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