Brescia. E’ critico il giudizio di Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia, in merito alla manovra Finanziaria 2025 del Governo.
«In un contesto economico e produttivo già preoccupante, con una dinamica dell’Eurozona molto debole e una crisi tedesca che sempre più tocca il nostro Paese e il Made in Brescia, non possiamo che esprimere scarsa soddisfazione per la manovra Finanziaria 2025 varata dal Governo – riflette il presidente di Confindustria Brescia –. Quella che denotiamo, in particolare, è una ridotta attenzione al mondo industriale, proprio in un momento storico decisivo, alla luce anche del lungo elenco di incertezze geopolitiche che caratterizza quest’epoca».
«Per quanto ci riguarda, i soli interventi degni di nota sono il rinnovo del credito d’imposta per la quotazione delle PMI, il rifinanziamento della “Nuova Sabatini” (400 milioni nel 2025, 100 milioni nel 2026 e 400 milioni per ciascuno degli anni tra il 2027 e il 2029) e la proroga e rifinanziamento del credito d’imposta per gli investimenti nella ZES Unica – prosegue Gussalli Beretta –; per il resto, la manovra non appare in grado di invertire quella tendenza a livelli di crescita da “zero virgola” che, con l’eccezione della fase post pandemica, ha caratterizzato la nostra economia negli ultimi 25 anni. Sono sostanzialmente assenti il sostegno agli investimenti e alle imprese che li realizzano. Ciò anche tenuto conto di due fattori: l’abrogazione dell’ACE avvenuta lo scorso anno, cioè del principale strumento di sostegno alla patrimonializzazione delle imprese e il lento avvio del Piano 5.0, anche per via di stringenti regolamentazioni europee, pur destinato a specifiche forme di investimento».
«Tra le priorità che abbiamo esposto come Confindustria, ricordo la necessità di risorse per i contratti di sviluppo e la ricerca industriale, ma soprattutto l’introduzione dell’Ires premiale – chiude il presidente degli industriali bresciani –. La misura consiste in un abbattimento di 5 punti percentuali dell’aliquota ordinaria Ires (oggi al 24%), subordinato al trattenimento di una quota di utili in azienda e al reinvestimento di una quota degli stessi per specifiche finalità, come tra le altre nuove assunzioni, incrementi in produttività, redditività, efficienza, innovazione, sostenibilità ambientale, miglioramenti della sicurezza e della salute dei lavoratori, welfare aziendale. Una proposta che sostiene, attraverso la leva fiscale, da un lato, la patrimonializzazione delle imprese e, dall’altro, la destinazione di parte di tali risorse a investimenti che rafforzano la competitività e il capitale umano. Auspichiamo che il Governo possa tenere in considerazione queste nostre riflessioni, viste le difficoltà che stanno caratterizzando il periodo».
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