Quanto influisce il colore, quando si sceglie un drink? Ci sono miscele – e quindi sfumature – che ricordano l’estate, la freschezza di un cocktail con la menta, per esempio: ingredienti con basi trasparenti, magari pestati, dove si intravedono i cubetti di ghiaccio, perfetti e senza nemmeno venature bianche. I colori caldi spesso vengono associati alla stagione fredda, come un drink ambrato da sorseggiare piano. Il colore è un mezzo potente, nella mixology: tinture, essenze, estratti, puree e sciroppi sono immaginati e realizzati anche pensando alla cromia finale.
Ma come si trasforma un colore in un cocktail? Un libro appena edito da Hoepli, scritto dalla barlady italiana Terry Monroe, punta proprio a esplorare tecniche di preparazione, studi e sperimentazioni che fanno del colore il vero protagonista. Tra aneddoti e ricette, “Cromococktail” (44,90 euro) indaga la chimica del colore nella miscelazione contemporanea, dal rosso di Persia al verde Legnano fino al blu avio, 99 tonalità di cocktail in un volume fotografico che raccoglie storie e ricette.
In questa cornice, che colore hanno i drink di Natale? Per Nio Cocktails, il brand di cocktail ready-to-drink, i toni rassicuranti di un nettare d’ambrosia: tre le novità pensate in collaborazione con il mixologist Patrick Pistolesi per le feste. Clementea è la rivisitazione di un classico Vodka Sour, dolce e speziato con punte agrumate, bilanciate dalle note calde di cognac, tè e mandarino. Amaretti Sours fin dal nome richiama l’aroma rassicurante della mandorla del Disaronno che, in armonia con la nocciola del Frangelicosi, crea una base cremosa e avvolgente. Per bilanciarla è stata introdotta una componente agrumata. Infine Coco Noel, che agli occhi sembra una candida candela: qui, il gusto lussuoso del Baileys Irish Cream è impreziosito da note di caramello, cocco e cacao per un risultato cremoso.
Le sfumature del colore più caratteristico del Natale si scoprono anche in un distillato che le racconta fin dal nome: Gin oro, un gin allo zafferano che è un viaggio aromatico lungo la via della Seta, dalle coste del Mediterraneo all’Oriente. Pluripremiato, è stato pensato da Baldo Baldinini, master blender, miscelatore e ricercatore di pregiate e rare botaniche provenienti da tutto il mondo, nonché fondatore del brand Dibaldo. Da degustare da solo o da mixare in ricette classiche, può essere anche la base per sperimentazioni sofisticate di bartender, portando l’aroma dello zafferano, e il suo prezioso giallo oro, a impreziosire i drink.
Altra formula per gustare un drink è quella dei prebatched: bottiglie che contengono il cocktail già preparato e miscelato, pronto da versare. Le declinazioni del bronzo e dell’oro caratterizzano il Cask Negroni, il Boulevardier e il Margarita venduti da Camparino in Galleria, a Milano. Tre piccole bottiglie che sono un omaggio ai grandi classici. Il Margarita, in particolare, mixa tequila Espolòn, Grand Marnier Cordon Rouge e sciroppo di agave, ideale da assaporare in un tumbler colmo di ghiaccio con una spruzzata di lime, con la mente verso destinazioni esotiche.
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