ROMA – “Mi ricandido. Non è stata una decisione facile, ma molto ponderata. Si è fatto di tutto per indurmi a non candidarmi. Ma non mi conoscono. Ho la capacità e la serenità di andare a testa alta e la coscienza a posto”.
In vista delle elezioni del3 febbraio per il rinnovo dei vertici della Federazione italiana giuoco Calcio, la Figc, Gabriele Gravina, vicepresidente della Uefa, rompe gli indugi e annuncia che sarà ancora una volta in corsa.
Il 70enne imprenditore, nato in Puglia e abruzzese di adozione, di Castel di Sangro, patron dell’omonimo colosso dell’edilizia, è in sella della Figc dal 2018, questa volta dovrà affrontare il fuoco di fila di chi lo vorrebbe vedere mettersi da parte dopo la seconda eliminazione di fila della nazionale dalla fase finale dei mondiali in Quatar, e dopo l’epica figuraccia ai campionati europei di giugno, con l’eliminazione agli ottavi da parte della Svizzera.
Anche perchè la Procura di Roma ha chiuso chiuso le indagini che lo vedono indagato con l’accusa di appropriazione indebita e autoriciclaggio. Ed ora il presidente del Figc rischia il processo.
L’inchiesta è stata avviata nel marzo del 2023 su impulso della procura nazionale antimafia su presunti illeciti emersi dall’inchiesta di Perugia su attività di dossieraggio.
Gravina, questa l’accusa, avrebbe incassato indebitamente a 200mila euro per la cessione dei diritti della Lega Pro, operazione che sarebbe stata schermata con la vendita poi andate in fumo della collezione libri antichi.
Commentano i suoi legali Leo Mercuri e Fabio Viglioni: “attendevamo da tempo che terminassero indagini per poter finalmente dimostrare assoluti infondatezza delle ipotesi di reato il presidente Gravina è totalmente talmente strana a qualsivoglia condotte illecita”.
Polemiche si sono sollevate anche per il compenso di Gravina, che, ha calcolato il Fatto quotidiano somma i 240.000 euro lordi l’anno per il ruolo di presidente Figc, in particolare come “responsabile” della Nazionale di calcio, ai 15o.ooo euro l’anno per la sua carica alla Uefa.
Gravina ha contro parte del governo di centrodestra, e parte della Lega di serie A, capitanata dal deputato di Forza Italia e presidente della Lazio, l’imprenditore Claudio Lotito.
Ma Gravina i conti prima di lanciare il guanto di sfida se li è fatti bene, e sa di contare ancora su un forte appoggio della Lega di serie B, della Lega di serie C, della Lega dilettanti e dell’Assocalciatori, e di numerose squadre di serie A, spaccate al loro interno, tanto che c’è chi pronostica che potrebbe non solo essere rieletto, ma ci riuscirebbe con oltre l’80% dei voti.
Non si sa, del resto ancora chi sarà il suo sfidante. Uno dei nomi in lizza è sicuramente quello del Campione del Mondo Alessandro Del Piero.
Sulla candidatura esprime perplessità intanto il ministro dello Sport Andrea Abodi che ha dichiarato quanto segue “Gravina? Non sono affascinato dalle vicende personali, a me interessa che il sistema migliori. È chiaro che poi tutto cammina sulle gambe delle persone, d’altro canto c’è un sistema nello sport e nella società democratico. Mi auguro che, comunque vada, nei prossimi quattro anni si facciano tutte le cose che non sono state fatte nei 4 anni precedenti: perché sono tante le cose non fatte nei 4 anni precedenti…”.
Di fatto una bocciatura dell’attuale presidente, il quale però non demorde e sull’inchiesta tiene a sottolineare: “Certe forme di aggressione che ho ricevuto nelle ultime settimane, e che non hanno precedenti in un paese civile come l’Italia, non mi hanno impedito di andare avanti. Sono stato tentato più volte di concludere il mio impegno in FIGC e lo avevo rivelato ai responsabili delle componenti che mi hanno sempre appoggiato, ma avevo un impegno morale con loro”.
E sull’inchiesta a suo carico Gravina ha detto di avere “piena fiducia nella giustizia e sono certo che questa colata di fango si esaurirà. Lo Statuto prevede che non ci si possa candidare solo in caso di una condanna definitiva superiore a un anno. Sono una persona perbene”.
Ad eleggere il presidente federale saranno 274 delegati secondo pesi ponderati. Nel complesso il numero dei voti spettanti ai delegati è 516 voti: i Delegati per le società delle Leghe professionistiche sono i presidenti dei club (20 per la Serie A, 20 per la Serie B, 57 per Lega Pro). Invece i delegati per le società della Lega Nazionale Dilettanti (99), per gli atleti (52) e per i tecnici (26) sono quelli eletti secondo i rispettivi regolamenti.
Gravina sa di avere l’appoggio dell’Assocalciatori di Umberto Calcagno come pure della Lega Serie B, ancora in attesa della nomina di un nuovo presidente, della Lega Pro di Matteo Marani, anche una parte consistente della Lega della serie A ed anche della Lega Dilettanti di Giancarlo Abete, sempre se non si candidi lo stesso Abete.
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