Nella migliore delle ipotesi, durante il Giubileo, secondo gli operatori turistici ci saranno dei gruppi numerosi di pellegrini che vagheranno su e giù per la metro o sugli autobus carichi di valigie. Mentre i pullman turistici, che vorranno comunque accedere nell’area B, ovvero quella di San Pietro per intendersi o del quartiere Prati, dovranno prepararsi a sborsare più di 600 euro, dagli attuali 200. Nonostante gli sforzi dell’Amministrazione per venire incontro alle richieste degli operatori e una commissione capitolina Turismo che, ieri, ha affrontato punto per punto le problematiche del comparto, la maggior parte delle sigle sindacali ha rimandato al mittente i tentativi di apportare correzioni all’ultima ordinanza del sindaco che, appunto, alza il costo dei carnet per accedere all’area clou della città, allo scopo di «sbarazzarsi» dei torpedoni e farli parcheggiare nelle zone periferiche.
E proprio questa ipotesi di lasciare i pellegrini lontani dai monumenti o da San Pietro ha fatto montare la rabbia degli operatori. Non bastano a calmare le acque la proposta di introdurre tariffe speciali, più basse di circa il 30%, per i viaggi scolastici degli studenti fino ai 14 anni, per chi trasporta persone con handicap o per chi organizza viaggi pastorali, e l’introduzione del costo di un euro del biglietto Tpl giornaliero, che adesso sta intorno ai 7 euro, per chi scenderà a una fermata periferica del bus turistico e raggiungerà il centro servendosi del trasporto pubblico. Anzi, proprio questa idea fa scaldare gli animi. Francesca Duimich, che rappresenta le guide turistiche di Confesercenti, tuona: «Ma davvero immaginate di mettere gruppi di 15-20 persone su una metro, con le valigie al seguito, anche magari per una sola fermata? E poi come facciamo con gli scioperi dei mezzi che si ripetono a cadenza settimanale?».
Stefano Corbari, presidente di Fiavet Lazio, incalza: «Prendere la metro con le valigie al seguito non è accettabile dal punto di vista dell’accoglienza in città». Mentre per Cinzia Renzi, presidente Assoviaggi, la soluzione è semplice: «Rivedere tutto il piano bus dopo il Giubileo. Durante, invece, basterebbe per esempio già togliere la disparità di trattamento tra open bus, che si possono fermare praticamente ovunque e andare dappertutto, e bus turistici». L’assessore capitolino alla Mobilità, Eugenio Patanè, non ci sta e sottolinea che si è andati incontro alle esigenze delle categorie pur dovendo tenere presente la realtà dei fatti, ovvero gli ultimi dati sugli ingressi nelle varie aree dei torpedoni, che certificano che quasi il 90% dei permessi è richiesto per l’area B(96.367 ingressi nel 2023), quella che sarà più interessata dagli eventi giubilari e quella, appunto, che subirà l’incremento del costo dei carnet nel 2025. «Il tema è la fluidità del traffico – ha detto l’assessore stiamo andando verso un incremento di questi flussi nelle zone più sensibili della città».
Da qui anche la decisone di togliere tutti gli stalli di via Claudia, una delle aree nevralgiche, e di impedire l’accesso ai bus turistici mentre il percorso immaginato è quello di Giorgio Washington da piazzale Flaminio e poi direttamente su via Veneto, decongestionando così via Pinciana a via Ludovisi. Nel frattempo si sono individuate via della Navicella e via dei Laterani per aumentare gli stalli, anche in prospettiva dell’apertura della fermata della metro C Porta Metronia. Anche su questo, però, le categorie hanno da ridire. In particolare Confesercenti, che sottolinea come il caos su via Claudia sia stato causato dall’abolizione della fermata bus di San Gregorio dove, invece, transitano ancora gli open bus. E allora, «perché piuttosto non far presidiare queste fermate dagli ausiliari del traffico, invece di abolirle non dando alternative?», si chiede ancora Duimich per le guide turistiche. La commissione si è conclusa con la promessa di un nuovo incontro subito dopo Natale, che però secondo Confcommercio Roma dovrebbe essere corredato da nuovi dati dell’Agenzia sulla mobilità sull’effettivo impatto dei bus durante il Giubileo.
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