Dalla normativa europea alle strategie di settore, un’analisi dell’integrazione Esg in assicurazioni, fondi pensione, fondazioni e Pmi per un’economia più responsabile, trasparente e competitiva.
Spinta da molteplici fattori, l’integrazione dei criteri Esg (Environmental, social, governance) nelle strategie finanziarie e aziendali è diventata una priorità strategica e un elemento centrale per affrontare le sfide globali.
L’urgenza climatica, con eventi estremi sempre più frequenti, ha evidenziato i limiti di un modello economico insostenibile, mentre la crescente attenzione verso diritti umani, parità di genere e governance etica sta trasformando le aspettative degli stakeholder.
Parallelamente, normative stringenti come il Sfdr (Sustainable finance disclosure regulation) e la Csrd (Corporate sustainability reporting directive) stanno imponendo trasparenza e responsabilità, ridefinendo gli standard operativi e spingendo il settore verso una maggiore rendicontazione e coerenza.
Questi stimoli non derivano soltanto da pressioni normative, ma anche dalla consapevolezza che i criteri Esg rappresentano strumenti essenziali per identificare rischi, cogliere opportunità e generare valore a lungo termine.
Attori chiave del settore finanziario – assicurazioni, fondi pensione, fondazioni e Pmi – li stanno adottando per innovare, migliorare la reputazione e rafforzare la resilienza operativa. Come pilastro dell’economia, il settore finanziario ha una responsabilità unica e gioca un ruolo determinante nella transizione verso un’economia sostenibile. La capacità di allocare risorse, mitigare rischi e influenzare i mercati sarà cruciale per orientare il cambiamento.
Questo approfondimento offre una panoramica dettagliata sull’integrazione dei criteri Esg nel settore finanziario, analizzando come assicurazioni, fondi pensione, fondazioni e Pmi stiano implementando pratiche sostenibili. L’obiettivo è esplorare strategie adottate, benefici ottenuti e sfide aperte, fornendo strumenti utili per chi opera nel settore o desidera comprenderne le dinamiche future. L’analisi si concentra su quattro ambiti chiave:
- Assicurazioni: come prodotti e investimenti vengono ripensati per affrontare le sfide globali;
- Fondi pensione: l’espansione delle politiche Esg e il loro ruolo nella gestione del rischio;
- ondazioni: missioni orientate alla sostenibilità e alla creazione di impatti positivi per le comunità;
- Pmi: l’adozione progressiva degli Esg come leva per crescita e innovazione.
1 – Normative e pressioni internazionali
La diffusione dei criteri Esg è fortemente sostenuta da normative internazionali progettate per rendere il mercato finanziario più trasparente, responsabile e resiliente. Tra le principali regolamentazioni europee:
- Sfdr (Sustainable finance disclosure regulation)
Entrato in vigore nel 2021, il Regolamento sulla divulgazione delle informazioni in materia di sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Direttiva Ue 2019/2088) ha incrementato la trasparenza nell’integrazione dei criteri Esg, obbligando istituzioni finanziarie e gestori di fondi a dichiarare come includono i rischi di sostenibilità o, in alternativa, a giustificare la loro esclusione secondo il principio del “comply or explain”.
La normativa distingue i prodotti finanziari in tre categorie: quelli che non integrano criteri Esg (articolo 6), quelli che promuovono caratteristiche ambientali o sociali (articolo 8) e quelli con obiettivi di sostenibilità misurabili (articolo 9). Questo sistema ha portato molti operatori a rivedere le proprie offerte per adeguarsi agli standard richiesti e alle nuove aspettative del mercato. La Sfdr ha trasformato il settore finanziario, responsabilizzando intermediari e consulenti, e rendendo la sostenibilità un elemento centrale nelle strategie di investimento;
- Csrd (Corporate sustainability reporting directive)
La Csrd, entrata in vigore il 5 gennaio 2023 e recepita in Italia nel settembre 2024, sostituisce la precedente Nfrd. Questa direttiva estende progressivamente l’obbligo di rendicontazione Esg a circa 50mila aziende europee, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza e orientare i flussi di capitale verso la sostenibilità, in linea con il Green Deal europeo. Dal 2025 sarà obbligatorio per società quotate con oltre 500 dipendenti, 20 milioni di patrimonio netto o 40 milioni di ricavi netti, estendendosi nel 2026 a grandi imprese non quotate e nel 2029 a società extra-Ue con fatturato nell’Unione superiore a 150 milioni di euro. L’Efrag ha sviluppato gli Esrs (European sustainability reporting standards), standard tecnici per garantire coerenza e comparabilità nella rendicontazione.
La Csrd si collega alla Csddd, che regola la sostenibilità lungo le catene del valore, rafforzando la sostenibilità come pilastro della governance aziendale.
Entrata in vigore il 13 luglio 2020 con il Regolamento Ue 2020/852 e applicata dal 1° gennaio 2024, la Tassonomia Europea fornisce un sistema di classificazione che definisce quali attività economiche possono essere considerate sostenibili. Basata su sei obiettivi ambientali – tra cui mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, economia circolare e protezione della biodiversità – richiede che le attività rispettino il principio del “Do No Significant Harm” e le garanzie minime di salvaguardia sui diritti umani e del lavoro. La normativa guida gli investimenti verso progetti che favoriscono la transizione ecologica, aumentando trasparenza e uniformità. Per il settore finanziario, ha imposto una revisione di prodotti e portafogli per allinearli ai criteri tecnici di sostenibilità, stimolando trasparenza e reportistica dettagliata. La Tassonomia rafforza la fiducia degli investitori e promuove una sostenibilità concreta, imponendo standard più rigidi per misurare le performance Esg.
Anche fuori dall’Europa, il panorama normativo sta evolvendo rapidamente. Negli Stati Uniti la Sec sta introducendo nuove regole per rafforzare la rendicontazione Esg, mentre iniziative globali come i Principi di Investimento Responsabile delle Nazioni unite (Un Pri) stanno promuovendo l’integrazione degli Esg su scala mondiale. Questi sviluppi stanno ridefinendo il mercato finanziario, rendendo la sostenibilità una condizione essenziale per attrarre investitori, garantire la conformità normativa e mantenere la competitività.
La transizione in atto va oltre l’adeguamento regolamentare, configurandosi come una vera e propria rivoluzione culturale che spinge il settore finanziario verso una maggiore responsabilità e un impegno concreto per un futuro sostenibile.
2 – Assicurazioni e integrazione strategica: governance e formazione interna sul tema Esg
Le compagnie assicurative stanno assumendo un ruolo centrale nella transizione verso modelli sostenibili, integrando i criteri Esg nelle loro strategie di governance e operazioni quotidiane. Secondo il Forum per la Finanza Sostenibile, il 96% delle compagnie italiane ha istituito comitati o funzioni specifiche dedicate alla sostenibilità, dimostrando un approccio sistematico nell’affrontare le sfide ambientali, sociali e di governance.
Questo impegno si traduce in politiche aziendali strutturate: il 99% delle imprese include obiettivi Esg nei sistemi di remunerazione, allineando gli incentivi al raggiungimento di risultati sostenibili. Inoltre, il 98% delle compagnie ha avviato programmi di formazione interna per diffondere una cultura aziendale consapevole del valore strategico della sostenibilità. Interventi che rafforzano indubbiamente la capacità delle aziende di rispondere alle richieste degli stakeholder e contribuiscono a integrare la sostenibilità in tutti i livelli dell’organizzazione.
2.1 – Politiche di investimento: i metodi utilizzati. Le compagnie assicurative, oltre a fornire polizze, sono investitori istituzionali di rilievo e hanno consolidato l’adozione dei criteri Esg nei loro portafogli. Le politiche di investimento seguono diversi metodi:
- Esclusioni (100%): esclusione di attività legate a settori controversi come combustibili fossili, armi e tabacco;
- Engagement (86%): dialogo attivo con le aziende partecipate per promuovere comportamenti sostenibili;
- Approccio tematico (76%): investimenti mirati in energie rinnovabili, infrastrutture sostenibili e innovazione tecnologica;
- Best in class (79%): selezione di aziende con prestazioni Esg superiori ai competitor del settore;
- Politiche di disinvestimento (73%): riduzione graduale delle esposizioni in settori non allineati agli obiettivi di sostenibilità.
Un focus specifico è rivolto alla decarbonizzazione: il 98% delle compagnie misura l’impronta di carbonio del proprio portafoglio, con l’obiettivo di ridurre le emissioni (88%) e affrontare i rischi legati al cambiamento climatico, come quelli associati alla transizione energetica.
2.2 – Innovazioni nei prodotti assicurativi: esempi concreti. Le assicurazioni stanno trasformando la propria offerta per rispondere alle sfide globali. Tra le innovazioni più rilevanti vi sono le polizze per i rischi climatici, che proteggono da eventi come inondazioni, siccità e uragani, incentivando al contempo comportamenti virtuosi come l’adozione di tecnologie per l’efficienza energetica.
Si registra anche un incremento dei prodotti dedicati all’inclusione assicurativa, volti a migliorare l’accesso a polizze per categorie vulnerabili o per progetti legati allo sviluppo locale sostenibile, con il 65% delle compagnie attivamente impegnate in quest’area.
Parallelamente, molte compagnie applicano restrizioni nelle offerte per settori ad alto rischio Esg, come l’estrazione di combustibili fossili e la produzione di armi, con il 92% che implementa politiche di limitazione in questi ambiti.
2.3 – Proiezioni future. Nel prossimo futuro, le compagnie assicurative continueranno a spostare risorse verso settori chiave della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile. Si prevede una maggiore attenzione a coperture innovative per rischi emergenti, come la tutela della biodiversità e la gestione delle risorse idriche, accanto allo sviluppo di prodotti modulari che uniscano coperture Esg a vantaggi economici per i clienti più virtuosi.
Inoltre, si rafforzeranno le partnership con enti pubblici e privati per accelerare la transizione verso un’economia resiliente, con le assicurazioni destinate a giocare un ruolo strategico nella mitigazione dei rischi e nell’allocazione di risorse per un futuro sostenibile.
3 – Fondazioni di origine bancaria
Le Fondazioni di origine bancaria continuano a essere attori centrali nella promozione della sostenibilità. Nel 2024, 31 Fondazioni hanno adottato approcci Esg, un incremento rispetto alle 29 dell’anno precedente, segno di un impegno crescente verso una gestione responsabile degli investimenti. Trasformazione è guidata da due obiettivi principali:
- mitigare i rischi Esg, con il 64% delle Fondazioni che tiene conto di fattori come cambiamento climatico e inquinamento, proteggendo così il valore degli investimenti;
- contribuire agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), con dodici enti che includono gli SDGs nelle strategie, concentrandosi sul Goal 13 relativo alla lotta contro il cambiamento climatico.
Le Fondazioni misurano sempre più spesso gli impatti diretti e indiretti delle loro attività, affrontando temi come la gestione delle emissioni dirette e indirette (Scope 1, 2 e 3), oltre a indicatori sociali come inclusione, biodiversità e catena del valore, in linea con gli standard internazionali.
3.1 – Investimenti a impatto: rigenerazione urbana, sviluppo locale, housing sociale. Le Fondazioni di origine bancaria si distinguono per l’adozione di investimenti correlati alla missione, che combinano obiettivi istituzionali e sostenibilità.
L’84% degli enti attivi in ambito Esg prevede di aumentare il proprio impegno in progetti di rigenerazione urbana, sviluppo locale ed edilizia sociale. La riqualificazione delle città e delle aree dismesse, in cui 21 Fondazioni sono già attive, mira a promuovere la sostenibilità ambientale e migliorare le condizioni di vita e crea nuovi posti di lavoro.
Parallelamente, 16 Fondazioni investono in programmi di housing sociale, garantendo abitazioni accessibili a fasce vulnerabili della popolazione. Questi interventi aiutano a ridurre le disuguaglianze e favoriscono un accesso equo alle risorse abitative.
Inoltre, 14 enti finanziano progetti educativi per sviluppare competenze professionali e digitali, rispondendo ai trend globali di innovazione tecnologica e sostenibilità. Investimenti in economia circolare e mobilità sostenibile stanno crescendo, confermando un impegno concreto per affrontare le sfide globali con soluzioni tangibili.
3.2 – Sfide e opportunità: come stanno evolvendo i criteri adottati. Nonostante i progressi significativi, le Fondazioni di origine bancaria devono affrontare sfide complesse nell’adozione e nell’applicazione dei criteri Esg. La gestione di rischi sofisticati, come la perdita di biodiversità o i problemi legati alla catena di fornitura globale, richiede lo sviluppo di metodologie avanzate. L’assenza di standard uniformi nella rendicontazione Esg rappresenta un ulteriore ostacolo, che limita la comparabilità delle performance e aumenta la complessità operativa.
La carenza di competenze interne specializzate è un’altra criticità per molte Fondazioni, che spesso si affidano ad advisor esterni per guidare le decisioni strategiche.
Queste sfide rappresentano ovviamente anche opportunità per innovare. L’adozione crescente di strumenti come il best in class e l’impact investing consente di massimizzare i ritorni sociali e ambientali, mantenendo al contempo obiettivi finanziari.
Le partnership con enti pubblici e privati amplificano inoltre l’impatto degli investimenti, consentendo accesso a risorse e know-how cruciali per progetti ambiziosi. Con un impegno costante verso gli SDG e l’adozione di soluzioni innovative, le Fondazioni riescono ad affermarsi come modelli di gestione sostenibile, contribuendo attivamente a una società più equa e resiliente.
4 – Fondi pensione e previdenza complementare
Il settore dei fondi pensione e della previdenza complementare mostra un’adozione significativa dei criteri Esg, riflettendo una crescente attenzione verso la sostenibilità.
Nel 2024, l’80% dei piani previdenziali – pari a 79 fondi – ha integrato criteri Esg nelle politiche di investimento, un incremento rispetto ai 76 dell’anno precedente.
Il 67% dei fondi ha esteso l’integrazione Esg alla quasi totalità del patrimonio gestito, con 16 piani che adottano un approccio Esg su tutti gli investimenti.
Il 43% misura l’impronta di carbonio del proprio portafoglio, evidenziando la volontà di ridurre le emissioni e gestire i rischi climatici. Sistemi di rendicontazione avanzati e processi di verifica esterni garantiscono trasparenza e allineamento con standard internazionali, sostenuti da consulenti specializzati e provider di dati Esg.
4.1 – Obiettivi futuri: neutralità climatica e gestione dei rischi finanziari. I fondi pensione sono sempre più consapevoli del loro ruolo cruciale nella transizione verso un’economia sostenibile. Sono 19 i piani che hanno integrato politiche per raggiungere la neutralità climatica e molti stanno adottando strategie per ridurre progressivamente l’esposizione ai settori più inquinanti, favorendo investimenti in energie rinnovabili e economia circolare.Oltre a mitigare i rischi climatici legati a eventi estremi e normative, i fondi affrontano sfide reputazionali e rischi di greenwashing, con un focus crescente su trasparenza e verificabilità. Normative come Sfdr e Csrd sostengono questo percorso, promuovendo l’integrazione Esg nella pianificazione di lungo periodo e allineando i fondi agli obiettivi climatici globali.
4.2 – Ruolo dei gestori finanziari: selezione e monitoraggio delle politiche Esg. Il successo delle strategie Esg nei fondi pensione dipende fortemente dai gestori finanziari, incaricati di selezionare e monitorare gli investimenti. I fondi richiedono che i gestori dimostrino competenze specifiche nell’integrazione Esg, supportate da team dedicati e strategie coerenti con principi di sostenibilità dichiarati.Attraverso strumenti di analisi avanzata, i fondi valutano periodicamente l’efficacia delle strategie Esg, monitorando titoli in portafoglio, conformità ai criteri di esclusione e progressi verso obiettivi climatici. Le partnership con advisor specializzati rafforzano la capacità di misurare gli impatti ambientali, sociali e di governance e di integrare questi parametri nei portafogli.
5 – Pmi e transizione sostenibile
Le piccole e medie imprese (Pmi), che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana, stanno mostrando un interesse crescente verso i criteri Esg.
Nel 2024, il 62% delle Pmi ha dichiarato di prestare maggiore attenzione agli aspetti di sostenibilità, rispetto al 52% dell’anno precedente.
Tra i settori più attivi nell’adozione degli Esg troviamo:
- manifatturiero, con aziende che migliorano l’efficienza energetica e riducono le emissioni di carbonio grazie a processi innovativi;
- agroalimentare, dove cresce l’impegno verso filiere sostenibili, riduzione degli sprechi e pratiche agricole responsabili;
- tecnologia e innovazione, con il settore IT e le startup green che integrano rapidamente tecnologie sostenibili, affermandosi come leader in questo ambito.
Una trasformazione guidata principalmente dalle richieste degli stakeholder, in particolare clienti, fornitori e banche, che spingono le Pmi a intraprendere percorsi di sostenibilità per soddisfare nuove aspettative di mercato.
5.1 – Vantaggi e barriere nell’adozione dei criteri Esg. L’adozione dei criteri Esg offre numerosi vantaggi tangibili alle Pmi. Le imprese che integrano pratiche sostenibili migliorano la propria reputazione, rafforzando la fiducia degli stakeholder e attraggono nuovi clienti e investitori. Molte aziende registrano inoltre una maggiore efficienza energetica, con conseguente riduzione dei costi operativi, e beneficiano di un accesso più agevole a finanziamenti agevolati e investimenti privati.
Rimangono tuttavia evidenti significative barriere. I costi iniziali rappresentano un ostacolo rilevante per il 48% delle imprese, che devono affrontare spese legate a tecnologie, formazione e adeguamenti normativi. Anche la burocrazia complessa, indicata dal 46% delle Pmi, costituisce un freno, insieme alla scarsa conoscenza degli strumenti Esg, lamentata dal 33% delle aziende. Questi fattori evidenziano la necessità di un supporto più strutturato per superare le difficoltà e cogliere le opportunità offerte dalla sostenibilità.
5.2 – Soluzioni per il futuro: educazione, accesso agli strumenti Esg e supporto istituzionale. Per accelerare l’adozione degli Esg, è cruciale fornire alle Pmi strumenti concreti e supporto mirato. L’educazione e la formazione rappresentano un elemento centrale per diffondere una cultura aziendale consapevole dei vantaggi strategici della sostenibilità.
Le imprese devono essere aiutate a sviluppare competenze interne specifiche, come la rendicontazione Esg e l’analisi dei rischi ambientali, attraverso programmi di formazione e sensibilizzazione.
È necessario semplificare parallelamente l’accesso agli strumenti finanziari legati alla sostenibilità. Procedure più snelle, fondi dedicati e linee di credito vincolate a obiettivi Esg possono ridurre il peso economico per le Pmi, consentendo loro di investire in soluzioni innovative senza gravare sui bilanci. Il microcredito, già adottato dal 16% delle imprese, può essere potenziato per raggiungere le realtà più piccole.
Infine, il supporto istituzionale gioca un ruolo essenziale. Partnership pubblico-private e incentivi fiscali mirati sono strumenti efficaci per creare un ecosistema favorevole alla transizione sostenibile. Una piattaforma centralizzata che raccolga informazioni su finanziamenti, opportunità e best practice potrebbe ulteriormente agevolare le imprese, rendendo più accessibili le risorse necessarie.
Le Pmi che sapranno cogliere queste opportunità avranno modo di rafforzare la propria resilienza e competitività, e contribuiranno a trasformare il tessuto economico italiano, rendendolo più inclusivo e sostenibile.
7 – Conclusioni e raccomandazioni
Il settore finanziario converge sempre più verso l’integrazione dei criteri Esg come pilastro delle strategie operative e di investimento. Assicurazioni, fondi pensione, fondazioni di origine bancaria e Pmi hanno avviato percorsi strutturati per affrontare le sfide della sostenibilità, dimostrando che l’adozione degli Esg è ormai indispensabile per garantire competitività e resilienza. Per consolidare questi progressi e accelerare la transizione, ciascun settore deve adottare strategie mirate.
- Assicurazioni: leader nella transizione Esg, stanno rinnovando governance e prodotti per affrontare rischi climatici e sociali, investendo in tecnologie digitali e sensibilizzando i clienti sull’importanza della sostenibilità. È essenziale rafforzare l’integrazione Esg nelle politiche di rischio e sviluppare soluzioni innovative per rispondere alle sfide climatiche emergenti.
- Fondi pensione: impegnati nella decarbonizzazione, combinano strategie innovative come l’impact investing con obiettivi di neutralità climatica, rafforzando fiducia e rendimenti sostenibili. Per realizzare pienamente questi obiettivi, devono perseguire target net-zero con piani verificabili e promuovere la trasparenza per attrarre iscritti e investitori sempre più attenti ai criteri Esg.
- Fondazioni di origine bancaria: attraverso investimenti mirati alla rigenerazione urbana, all’housing sociale e all’educazione, uniscono impatti sociali e ambientali a una gestione responsabile dei patrimoni. Devono ampliare l’uso di metriche avanzate per misurare risultati e rafforzare le partnership strategiche per massimizzare l’efficacia delle loro azioni.
- Pmi: nonostante barriere economiche e normative, stanno riconoscendo il valore degli Esg per migliorare reputazione, efficienza e accesso al capitale. È cruciale fornire incentivi mirati, supporto istituzionale e semplificazione burocratica per facilitare l’accesso a strumenti Esg e favorire l’attuazione di pratiche sostenibili.
6.1 – Prospettive a lungo termine: l’evoluzione attesa del settore finanziario in ottica Esg. La finanza sostenibile si sta rapidamente evolvendo da scelta strategica a standard imprescindibile per il settore finanziario. Nel lungo termine, ci si attende una progressiva standardizzazione globale delle normative Esg, guidata da regolamenti armonizzati a livello europeo e internazionale. Questo allineamento normativo garantirà una maggiore trasparenza e integrità nelle pratiche aziendali, agevolando la comparabilità tra imprese e settori.
La tecnologia giocherà un ruolo decisivo: strumenti come l’intelligenza artificiale e i big data saranno sempre più utilizzati per analizzare rischi Esg complessi e migliorare la rendicontazione. Questi strumenti non solo faciliteranno il monitoraggio delle performance, ma consentiranno anche previsioni più accurate sugli impatti a lungo termine delle decisioni finanziarie.
Gli investimenti tematici continueranno a crescere, attirando capitali verso settori chiave della sostenibilità come energie rinnovabili, mobilità sostenibile e protezione della biodiversità. In parallelo, il ruolo degli stakeholder si rafforzerà ulteriormente, con consumatori e investitori che eserciteranno una pressione crescente sulle imprese per dimostrare un impegno autentico e misurabile verso la sostenibilità.
In questo contesto, la finanza non si limiterà a misurare e mitigare rischi, ma diventerà un catalizzatore attivo per il cambiamento, orientando risorse verso progetti e settori che favoriscano un impatto positivo su società e ambiente. La convergenza tra rendimento finanziario e sostenibilità trasformerà il sistema economico, rendendolo un motore per il benessere collettivo e la resilienza globale.
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