Un’idea nata lavorando come cameriere per pagarsi l’università adesso vale un milione di euro. È quella di Restworld, una startup made in Torino, con la sede nel quartiere Aurora, che ha portato un combinato di tech ed etica nel settore della ricerca personale per la ristorazione, ma non solo. Quattro anni di vita, purtroppo segnati dall’interruzione per la pandemia, e occhi puntati a livello internazionale: da Forbes che se n’è occupato ai clienti come Lavazza, KFC e Baladin fino a un round seed appena concluso da 1 milione di euro, appunto, con una valutazione pre-money che arriva a quattro milioni. Abbiamo parlato di Restworld con il suo ceo, Luca Lotterio. “Ci siamo appena addossati tante responsabilità ” esordisce, scherzando sull’aumento di capitale.
Nel video qui sopra, potete vedere e sentire l’intervista completa a Luca Lotterio, che ci ha spiegato anche la nascita di Restworld, o meglio l’idea, l’esperienza che l’ha portato a creare, con i suoi soci, questa startup. “Io vengo dalla psicologia del lavoro, ho studiato psicologia del lavoro all’università e nel mentre lavoravo in ristorazione – ha spiegato -. Il mio primo impiego è stato in Scozia, poi tante località in Italia, dal mare alla montagna. E studiavo quello che era psicologia del lavoro e benessere nelle organizzazioni. Nella ristorazione spesso e volentieri il benessere veniva messo un po’ in secondo piano per chi ci lavorava. Quando poi, nel 2018, mi sono trovato a fare la tesi, ho pensato che non mi interessava una ricerca che finisse in un archivio, che magari avrebbe letto la mia professoressa, io e mia mamma. Ho detto: ho detto facciamo qualcosa che magari mi può dare un qualcosa su cui lavorare anche dopo e quindi mi sono dedicato a fare una ricerca che si chiamava riqualificare le professioni della ristorazione partendo dalla sala“.
E qui bisogna sfatare l’idea del cameriere come lavoro di ripiego. “Spesso soprattutto il lavoro del cameriere viene visto come un lavoro di serie B, come un ripiego – conferma -. In realtà è una professione con tutta una serie di competenze necessarie a svolgere la professione in maniera professionale che può dare delle soddisfazioni tanto in termini economici quanto in termini di soddisfazione del proprio lavoro e dell’impatto che ha il proprio lavoro sulle persone in un momento ben specifico, che è quello del momento in cui le persone si rilassano. Un’attività potenzialmente bellissima, che però spesso e volentieri è stata un po’ deturpata da un tessuto imprenditoriale che per troppi anni si è approfittato di questa professione e di chi era disposto a lavorare in questo settore”.
Di fatto Restworld agisce da recruiter, è nominalmente una agenzia per il lavoro, ma in una versione 2.0. Unisce il percorso di una agenzia, con la consulenza e un percorso di conoscenza del candidato, alla classica piattaforma per annunci. L’idea era quella di rimediare al mismatch, alla discrepanza, fra domanda e offerta. Facendo incontrare aziende e personale, ma offrendo anche una dimensione etica. Poiché le best practices ormai contano, per reputazione, quanto i bilanci, numerose aziende scelgono un percorso di qualità . Dunque, l’idea di Restworld è avere a che fare soltanto con chi rispetta determinati requisiti. In questi anni, sono state 170mila le persone che si sono registrate sulla piattaforma.
“Vogliamo lavorare solamente – spiega ancora Luca – con imprenditori che valorizzano le persone, di conseguenza che lavorano con una certa etica del lavoro, sia in termini di legalità contrattuale, che nella ristorazione spesso è molto carente, sia in termini di orari lavorativi, sia in termini di ambiente e clima di lavoro sia in termini di riduzione, perché ne esiste ancora ed è inutile che diciamo che non è vero, della discriminazione”.
Il meccanismo e l’ispirazione etica, come spesso accade nel mondo delle startup che è un settore che riscrive quelle che credevamo fossero regole dell’imprenditoria, hanno attirato l’attenzione non solo dei clienti, ma di nuovi investitori. “Noi siamo cresciuti – dice Luca Lotterio – nell’incubatore del Politecnico, quindi abbiamo visto molte startup nascere e incontrare difficoltà ”. La difficoltà , infatti, spesso è trovare i fondi. Per Lotterio e soci c’è stata anche l’attenzione di realtà del Club degli investitori.
Ora, con il nuovo round seed, sono arrivati soci come le hotellerie di lusso Mira Rigo, Gabriele Borga exit-founder di Hotome, Mival Capital. I fondi raccolti – “Le startup come la nostra per molto tempo non creano utili: investono tutto” – serviranno a un ulteriore sviluppo della piattaforma, per allargare la platea di aziende interessate, ma anche affacciarsi sui mercati internazionali. Uno degli obiettivi è avviare al lavoro 3mila persone nel corso del 2025. E l’ambizione di fare di Restworld un brand di qualità per aziende e locali.
Ma com’è la situazione a Torino, per le startup? “C’è molto movimento, c’è molto da fare ancora per essere competitivi su un mercato europeo. Diciamo che in Italia, a Torino siamo uno dei poli più importanti per l’innovazione per il mondo delle startup”.
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