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Cerved, i licenziamenti via Pec di 107 partite Iva e la gestione spietata di Pignataro #finsubito prestito immediato


L’agenzia di informazioni commerciali acquisita nel 2021 dal miliardario ha silurato dall’oggi al domani (alla faccia del codice etico aziendale) un centinaio di agenti. Giustificandosi con gli obiettivi di vendita non raggiunti. Dietro però c’è il tentativo di ristrutturare un debito che a fine 2023 risultava di quasi 1,5 miliardi. Il futuro? Gestire la relazione con i clienti grazie agli algoritmi. Ma i sindacati sono sul piede di guerra. Viaggio in una realtà senza scrupoli.

Cerved, i licenziamenti via Pec di 107 partite Iva e la gestione spietata di Pignataro

Niente di personale. La defenestrazione di massa è stata copiata, incollata e inviata via Pec a 107 destinatari. Senza preavviso e con effetto immediato. Sabato 30 novembre, con una mail di poche righe, Cerved ha silurato un centinaio di agenti commerciali. Under e senior, tutti a partita Iva. Il motivo? Una giusta causa (cit.): il «grave inadempimento» agli obblighi contrattuali previsti all’articolo 5 del contratto. Vale a dire: il mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita 2023 e i risultati al di sotto delle aspettative del 2024. Fine. Nessuna indicazione sulle provvigioni degli ultimi 90 giorni (saranno pagate? In teoria sì). Nulla sulle indennità (verranno riconosciute?). Secondo sussurri e grida, la proprietà sta convertendo la relazione con i clienti in una super bolla affidata agli algoritmi. Così l’agenzia di informazioni commerciali acquisita nel 2021 dal miliardario Andrea Pignataro (che l’ha tolta subito dalla Borsa) vuole ristrutturare il debito: quasi 1,5 miliardi al 31 dicembre 2023, stando al bilancio.

Secondo i sindacati i licenziamenti sono stati fatti con criteri soggettivi

La rescissione dei contratti è legale nella sostanza, poco elegante nella forma e incurante della fiducia reciproca, del «miglioramento continuo delle condizioni e degli standard di lavoro» e del «dialogo costruttivo con i rappresentanti dei lavoratori» scritti a pagina 11 del codice etico aziendale. Il punto, infatti, è questo: Cerved gestisce il personale attraverso il programma “Performance improvement plan” (P.I.P.). Cioè, a quanto denunciano i sindacati, con criteri di valutazione soggettivi, non trasparenti e non misurabili, usati come pressione per indurre il personale a uscire dalla società in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, fissati a discrezione dei manager.

Cerved, i licenziamenti via Pec di 107 partite Iva e la gestione spietata di Pignataro
La sede del gruppo Cerved a San Donato Milanese (Imagoeconomica).

Confronto con i manager e stato di agitazione per tutto il gruppo

Cgil e Cisl si erano già mosse: il 13 novembre hanno affrontato il tema P.I.P. con il top management di Cerved (il nuovo amministratore delegato è Carlo Purassanta), senza ottenere «alcuna risposta concreta». Qualche giorno dopo, il 19 novembre, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTuCs hanno indetto lo stato di agitazione per tutto il gruppo e chiesto l’adozione di programmi formativi equi e rispettosi delle normative: «È evidente che l’azienda stia utilizzando il P.I.P. per mettere in difficoltà le persone e agire sugli organici».

Cerved, i licenziamenti via Pec di 107 partite Iva e la gestione spietata di Pignataro
Carlo Purassanta, nuovo amministratore delegato di Cerved (Imagoeconomica).

Pignataro, l’ex golden boy della finanza che sogna l’azienda-algoritmo

Ma chi comanda in Cerved? Teorico e pratico dell’algo-azienda, l’azienda che fattura con gli algoritmi, l’ex golden boy della finanza Andrea Pignataro, “schumpeteriano” per auto-definizione, è uno che rifila buche agli inviti che contano, evita di farsi fotografare, parla poco e quasi mai con i giornalisti. Bolognese per nascita, londinese per affari e svizzero per residenza, a Londra ha fondato Ion, società con 12 mila dipendenti, un fatturato stimato di oltre 3 miliardi di euro e la base operativa in Irlanda, a Dublino. La vela, le vacanze alla Maddalena e l’aereo privato sono le sue passioni. Le proprietà a Canouan, un’isola dei Caraibi, uno sfizio e un affare: pare voglia costruire un un rifugio-paradiso per miliardari come lui.

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Ha comprato per 1,8 miliardi Cerved che all’epoca fatturava 600 milioni

Dal 2021 ha investito 5,7 miliardi di euro in Italia. Per 1,8 miliardi ha comprato Cerved, che all’epoca fatturava 600 milioni l’anno. Con un altro miliardo e mezzo ha poi acquisito Cedacri. Ha sborsato 50 milioni per il 2 per cento di Mps, quasi 90 per il 9,4 per cento di Banca Illimity di Corrado Passera e altri 15 per il 32 per cento della Cassa di risparmio di Volterra. L’ultima sua grande acquisizione è Prelios, ex Pirelli Real Estate, una società di servizi immobiliari che si è allargata ai crediti deteriorati. Operazione chiusa per 1,35 miliardi.

Cerved, i licenziamenti via Pec di 107 partite Iva e la gestione spietata di Pignataro
Una copertina di Capital dedicata ad Andrea Pignataro.

Un patrimonio stimato tra i 25 e i 35 miliardi. Ma occhio ai debiti

Quanto vale il suo patrimonio? Secondo le stime, tra i 25 e i 35 miliardi. Numeri che ne fanno il secondo uomo più ricco d’Italia dietro Giovanni Ferrero. Ion ha un fatturato di circa 3 miliardi di euro e un margine operativo lordo di 2,2 miliardi, stando ai calcoli e alle ricostruzioni. Sono alti anche i debiti. Varie fonti, tra cui Milano Finanza e Corriere, riferiscono cifre tra i 10 e i 16 miliardi. Lo scorso gennaio Bloomberg ha scritto che le acquisizioni frenetiche degli ultimi anni sono state finanziate anche grazie a un prestito di 3 miliardi di dollari da Hps Investment Partners, un fondo di New York. Una cifra che si sarebbe sommata ad altri 12 miliardi pregressi. Sono tutte stime di massima: la holding, infatti, non è quotata in Borsa. E non ha mai pubblicato un bilancio consolidato.

La spregiudicata strategia di espansione di Ion

A quanto si mormora negli ambienti dell’alta finanza, il metodo Pignataro è acquisire attraverso il debito. Bancario o reperito attraverso azioni di mercato. Ion ha continuato a espandersi chiedendo in prestito finanziamenti superiori al capitale e puntando su un profitto molto, molto elevato. A proposito di Cerved Pignataro disse: «Abbiamo lanciato un’offerta pubblica di acquisto da veri outsider, senza aver contattato preventivamente il consiglio di amministrazione. Questo perché abbiamo intravisto nella società un valore che gli investitori di breve termine non erano in grado di immaginare». Un valore che evidentemente il manager non ha visto in quelle 107 partite Iva cacciate dal giorno alla notte.



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