A “Roma di Sera” il Presidente di “A.L.B.A.A.” (Associazione Laziale Bed e Breakfast Affittacamere e Affini) Federico Traldi parla della decisione del Viminale di rendere obbligatorio il riconoscimento dei clienti di persona e non più da remoto.
La decisione, molto apprezzata dal Sindaco Gualtieri, dovrebbe contrastare l’utilizzo delle “KeyBox”, i lucchetti appesi in tante strade di Roma, che stanno proliferando, deturpando pali, muri e ringhiere.
Ma per Traldi il riconoscimento facciale più preciso, e già previsto dagli Aeroporti, è quello fatto con i software “biometrici”, che quindi si potrebbero continuare ad usare a distanza, rendendo vano l’effetto dell’annuncio del Ministero dell’Interno.
“Noi abbiamo chiesto un incontro urgente al Viminale – dice -, siamo assolutamente contrari al keybox e lo contrastiamo, perché quei lucchettoni deturpano il decoro urbano e occupano spazi pubblici…”.
“Ma nello stesso tempo – prosegue – sulla circolare del Capo della Polizia l’articolo 109 del Tulps viene interpretato solo come riconoscimento fatto di persona al momento dell’arrivo dell’ospite. Come diceva il mio professore al Liceo, la pubblica disamministrazione fa parte dell’ufficio complicazione cose semplici… Lo stesso regolamento dice che bisogna comunicare l’identità dell’ospite di un albergo o di un B&B entro ventiquattr’ore”.
“Allora succede – spiega – che molti gestori più o meno in buona fede non stanno fuori dalla porta a fare il check.in. Fanno entrare prima l’ospite e poi vanno lì nel giro di un quarto d’ora e fanno il riconoscimento. Ma la Legge riconosce altre forme di check-in come quelli utilizzati dagli Aeroporti, che vengono fatti con un software biometrico facciale… Perciò il Viminale come fa a dirci che quel sistema non sia valido?”.
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