Il progetto anticipa, con una sperimentazione già avviata dal Comune di Bologna, quanto previsto dalla riforma della disabilità rispetto al Progetto di vita individuale
Intorno al Progetto Di Vita ruota la rivoluzione che è stata introdotta – e si realizzerà a partire al prossimo anno – con la riforma della disabilità, così come previsto dalla Legge 227/2021 (Legge delega al Governo in materia di disabilità). Ma il Progetto di Vita è uno strumento che non nasce oggi: le sue radici normative affondano nell’Art. 14 della Legge 328/2000. Viene poi previsto dalla Legge sul Dopo di noi (Legge 112/2016).
La riforma della disabilità dal 2025
Attraverso il Decreto Legislativo 62/2024 viene messa in moto la riforma, che inizierà ad essere operativa a gennaio 2025 per ora in 9 province, scelte per la sperimentazione in materia. Successivamente, dal 1 gennaio 2026, le novità verranno estese all’intero territorio nazionale.
Progetto di Vita Individuale, Personalizzato e Partecipato: una sperimentazione
In attesa che tale strumento divenga operativo in tutta Italia, come spesso accade, le Regioni o i singoli territori si muovono intanto in autonomia, promuovendo progetti, leggi e sperimentazioni. È il caso dell’innovativa iniziativa del Comune di Bologna rivolta alle persone adulte con disabilità, che ha promosso un Prototipo di Progetto di Vita Individuale: sperimentazione di un progetto che pone al centro i diritti e i bisogni delle persone con disabilità e dei loro caregiver. Il Progetto di Vita Individuale, Personalizzato e Partecipato, promosso dal Dipartimento Welfare e Benessere di Comunità – Servizio Sociale per la Disabilità del Comune di Bologna, è stato realizzato attraverso un approccio innovativo che coinvolge attivamente cittadini, operatori e associazioni.
Il punto sulla sperimentazione
Si è parlato di questa sperimentazione – e dei suoi risultati – martedì 3 dicembre, nella Giornata internazionale delle persone con disabilità, nel corso del Forum Non Autosufficienza e dell’autonomia possibile, con un workshop dedicato, al quale hanno preso parte esperti e gli stessi protagonisti:
– Francesco Crisafulli (Comune di Bologna) ha offerto un punto di osservazione sul tema, ribadendo che: “Questo progetto è un potenziale di cambiamento nella vita delle persone. Sta a noi crederci e investire in questo strumento per migliorare la qualità di vita di chi ne ha bisogno”.
– Valentina Tomirotti, giornalista e attivista, ha portato una testimonianza personale sull’importanza di un approccio partecipato, raccontando “come la disparità di intenti da Regione a Regione crei discriminazioni e progetti che possono anche non nascere mai”.
– Gabriella Mazza, Rosario Pullano e Luca Marchi, sottoscrittori di Progetti di Vita a Bologna, hanno condiviso le loro esperienze dirette: “Ascolto, condivisione, monitoraggio e partecipazione sono i pilastri per costruire progetti di vita realmente significativi.”
Riflettendo sull’empatia come base del lavoro, Pullano ha dichiarato: “Attraverso un ascolto attivo, raccogliamo le esigenze e i desideri delle persone, dando forma a percorsi su misura.”.
Luca Marchi ha evidenziato l’efficacia del Progetto di Vita come strumento operativo: “Il PdV rappresenta una sintesi efficace per fissare i punti essenziali che guidano i progetti di vita delle persone.” Mazza ha sottolineato il valore della partecipazione per una piena realizzazione dei diritti delle persone con disabilità.
– Un intervento della Consulta per il Superamento dell’Handicap di Bologna, rappresentata da Danilo Rasia e Gaspare Vesco ha arricchito il dibattito con la prospettiva delle associazioni. Rasia concentrandosi sull’importanza del sostegno alle famiglie, ha aggiunto:
“Accogliere, ascoltare e sostenere le famiglie è fondamentale per aiutarle a progettare il futuro dei propri cari.” Vesco ha chiuso l’evento sottolineando il ruolo cruciale del coinvolgimento attivo: “Empatia, progetto e capacitazione sono le chiavi per una vera partecipazione delle persone al proprio percorso di vita.”
Progetto di Vita e accomodamento ragionevole
Il Progetto di Vita Individuale si basa sul principio dell’accomodamento ragionevole, garantendo interventi equi e sostenibili, in linea con i diritti sanciti dalle normative e dalla Convenzione ONU dei Diritti della persona con Disabilità. Tra i temi approfonditi nel workshop, il processo di progettazione condivisa tra servizi, persone con disabilità e familiari, e la necessità di modelli personalizzati che tengano conto delle specificità di ciascun individuo.
Un modello replicabile
Il Progetto di Vita Individuale, Personalizzato e Partecipato del Comune di Bologna rappresenta una sfida ambiziosa, ma necessaria, per superare modelli assistenziali standardizzati e creare percorsi che riconoscano l’unicità di ogni individuo, anticipando i tempi della sperimentazione prevista dalla riforma e offrendo un modello replicabile in altri contesti
L’evento ha ribadito l’urgenza di adottare nuovi strumenti capaci di promuovere il benessere, la dignità e l’autodeterminazione delle persone con disabilità, trasformando i principi di ascolto ed empatia in azioni concrete.
Redazione
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