Olbia. Dove un tempo c’era la concessionaria Automax, simbolo di un’economia che aveva nell’automotive uno dei suoi capisaldi, al centro di viale Aldo Moro si sta costruendo un nuovo Lidl, simbolo della grande distribuzione organizzata nel settore alimentare. Un nuovo punto vendita dopo l’esplosione positiva, spinta dal turismo, di quello di via degli Astronauti, all’interno del centro direzionale commerciale sorto a due passi dall’aeroporto. Segnali del cambio di codice genetico del commercio a Olbia, frutto di una rivoluzione merceologica che privilegia i punti vendita di grandi marchi della distribuzione nel settore food. Se sono ormai più di dieci anni che il mercato ha imposto la quasi scomparsa, salvo rarissimi e virtuosi casi, dei piccoli negozi di alimentari di prossimità, il nuovo Lidl di viale Aldo Moro rappresenta solo l’ultimo esempio di una moltiplicazione forse senza precedenti in città simili a Olbia.
Medie strutture. Si chiamano medie strutture di vendita e nel giro di pochi mesi hanno visto sorgere due Eurospin, l’ultimo in via Vittorio Veneto, preceduto da quello in zona Basa, in un altro centro direzionale commerciale che ospita strutture di vendita separate sul modello di quello vicino all’aeroporto. Poi il nuovo Super Pan di via Barcellona, e negli ultimi anni il trasferimento con aumento della superficie del Centro Cash in zona industriale, per quanto riguarda l’ingrosso, oltre lo sviluppo di nuove strutture anche per i market Dettori, altro gruppo sardo che fa capo a una famiglia di provata fede gallurese. I motivi di un tale successo, con la creazione di medie strutture di vendite che sorgono anche a poca distanza da sigle concorrenti, dimostra la vitalità di un settore che non sembra conoscere crisi. «Se nascono queste tipologie di strutture, vuol dire che c’è una precisa richiesta del territorio, se la Lidl decide di investire significa che ha compiuto degli studi sul tipo di mercato che li ospita – spiega Edoardo Oggianu, presidente Confcommercio Gallura –. Taluni vedono questa cosa come negativa, io la penso in maniera opposta: quando apri questo tipo di strutture, nasce l’esigenza di avere personale e questo significa creare posti di lavoro. Crediamo che loro abbiano fatto uno studio specifico sulle strutture extra ricettive, quali case-vacanza, affittacamere, con un mercato potenziale che cresce all’interno di una logica del turista che consuma il pasto dentro appartamenti dotati di cucina». La Gdo oggi vede strutture che ospitano al loro interno gastronomia, vendita di prodotti da forno, pasticceria, oltre a macelleria e pescheria, concentrando in un unico luogo tanti piccoli negozi che un tempo sarebbero stati autonomi e con singole strutture di vendita.
Più assunzioni. «Siamo passati dall’idea del centro commerciale, sul modello di quelli esistenti, che hanno portato via tanto lavoro ai piccoli negozi di quartiere, a medie strutture di vendita che vivono nel contesto delle zone di Olbia in cui sorgono e che portano comunque nuovi posti di lavoro – conferma Nino Seu, direttore della Confcommercio Gallura –. Assistiamo a un incremento di assunzioni di personale dipendente importante, queste stanno diventando realtà che rappresentano diverse centinaia di posti di lavoro. Su viale Aldo Moro quello che sta facendo Lidl è un investimento strategico». C’è anche il tema dell’evoluzione di Olbia sul piano turistico, che si traduce anche a livello commerciale. «La città non è più solo un luogo di passaggio, come poteva essere dieci anni fa, oggi si è trasformata in una vera destinazione, un polo turistico importante, ha cambiato pelle – sottolinea ancora Oggianu –. Non è nemmeno un caso la scelta di viale Aldo Moro, che è tornata nevralgica per il commercio in città, grazie anche alle iniziative portate avanti dal nuovo centro commerciale naturale».
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