Ancora una volta l’ASReM si ritrova ad intervenire sulla questione ‘Liste di attesa’ per fare chiarezza e rimarcare l’andamento dei percorsi intrapresi per lo smaltimento delle stesse nel rispetto delle urgenze, della certezza e della sicurezza delle cure.
In particolare, con riguardo all’informazione giornalistica di qualità si ribadisce che essa si basa su un principio cardine: la verifica rigorosa delle notizie e l’analisi dell’attendibilità delle fonti. Prima di diffondere informazioni che potrebbero screditare un’azienda o un’istituzione, è dovere deontologico dei giornalisti indagare accuratamente i fatti, evitando di promulgare contenuti non documentati o privi di contesto.
Un esempio di pratica discutibile è appostarsi fuori dagli ospedali per raccogliere commenti casuali da parte di pazienti o visitatori senza un’adeguata verifica della loro esperienza e senza approfondire la complessità dei problemi. Questo approccio non solo rischia di dare un’immagine distorta della realtà, ma alimenta una narrazione sensazionalistica, lontana dall’obiettività richiesta dall’etica professionale.
Quello delle liste d’attesa in ambito sanitario è un tema complesso, che non può essere affrontato senza una conoscenza approfondita dei criteri di appropriatezza prescrittiva e delle dinamiche gestionali. La strumentalizzazione di tali notizie, se priva di analisi e contestualizzazione, non solo danneggia l’immagine delle strutture sanitarie, ma anche la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema sanitario nel suo complesso.
I giornalisti, come garanti dell’interesse pubblico, hanno la responsabilità di andare oltre la superficie e offrire al pubblico un’informazione basata sui fatti, non su aneddoti isolati o narrazioni semplificate. Solo così il giornalismo può mantenere il suo ruolo fondamentale di controllo e di servizio alla società, senza cadere nella trappola della spettacolarizzazione.
A tal proposito, a seguito di informazione distorta, l’ASReM sente di avanzare ulteriori precisazioni:
– Visita reumatologica: prima disponibilità per prima visita l’11 dicembre all’Ambulatorio di via Petrella a Campobasso, a seguire il 23 gennaio 2025 all’Ambulatorio di Montenero di Bisaccia, il 24 gennaio 2025 all’Ambulatorio di Castelmauro, il 27 gennaio 2025 al P.O Veneziale di Isernia e così via.
– Visita otorinolaringoiatra: prima disponibilità per prima visita il 9 dicembre al poliambulatorio di Trivento o all’Ambulatorio di Bojano, il 10 dicembre al S.S. Rosario di Venafro o all’Ambulatorio di Santa Croce di Magliano, il 12 dicembre al San Timoteo di Termoli ed il 14 dicembre al Cardarelli di Campobasso. Per il 10 gennaio 2025 disponibilità ad Agnone ed il 16 gennaio in via Petrella a Campobasso, il 17 gennaio ad Agnone ed il 29 gennaio a Termoli
– Monitoraggio continuo dell’occhio non esiste come prestazione
– Ecografia al seno: prima disponibilità per prima visita 12 dicembre ad Agnone, 19 dicembre alla Vida di Termoli, il 22 gennaio 2025 ad Agnone, il 29 gennaio a Venafro. Arrivando a marzo, risulta il 3 sia Larino che a Termoli, il 4 marzo ad Isernia e a Santa Croce di Magliano. È possibile che l’utente abbia rifiutato di recarsi in tali sedi
– Colonscopia: prima disponibilità il 17 febbraio ed il 20 febbraio 2025 a Villa Ester, l’8 aprile 2025 al Cardarelli di Campobasso. Anche in tal caso l’utente potrebbe aver rifiutato tali proposte preferendo esclusivamente una sola sede.
Tutte le simulazioni sono state eseguite allo sportello Cup con codice prescrittivo P, ossia programmabile, con prestazione erogabile entro 120 giorni. Visite urgenti e prime visite sono garantite su tutto il territorio regionale e può capitare di non riuscire ad usufruire di una prestazione ‘sotto casa’. E se per alcune visite specialistiche è necessario attendere di più è perché comunque c’è una carenza di specifiche figure professionali. Infine, è anche vero che rifiutando la prima visita utile si esce dalla lista di attesa ma è stata prevista la programmazione del “percorso di tutela” qualora non si riesca a garantire la prestazione nei tempi dovuti.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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