Domenico Marino, docente dell’università Mediterranea, Aura Notarianni, avvocata e attivista, ed Enzo Musolino, segretario del Pd di Villa San Giovanni, hanno presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro il Ponte sullo Stretto.
L’esposto ha per oggetto presunte violazioni delle norme che regolano la Concorrenza e il mercato da parte di Stretto di Messina Spa, Webuild Spa e Eurolink Spa, sulla questione “Ponte sullo Stretto di Messina”.
Le censure riguardano specificatamente la violazione dell’art. 72 della direttiva 2014/20/Ue: per il costo dell’Opera più che raddoppiato; per la riattivazione del contratto tra Stretto di Messina Spa e Eurolink senza procedere a nuova gara internazionale nonostante i costi di realizzazione siano notevolmente superiori al 50% del valore iniziale; per un rapporto contrattuale tra società concessionaria e contraente generale basato su un contratto del 2006, rilanciato da un progetto del 2010 che non ha superato la valutazione ambientale, per la relazione del progettista – dopo l’accelerazione salviniana sull’Opera – che contiene 68 raccomandazioni al momento inevase; per la Commissione Via Vas che ha recentemente emesso parere “positivo” con 62 prescrizioni alcune da ottemperare prima del progetto esecutivo e un parere “negativo” in riferimento alla valutazione di incidenza appropriata per i siti ZPS ITA 030042 e ZPS IT 9350300, per i quali non si può escludere che il progetto possa determinare incidenze significative.
E ancora, per le documentate perplessità sulla Trasparenza e la sostenibilità economica dell’Opera, aggravate dall’assenza di chiare stime sui costi di mantenimento del Ponte; per il contrasto tra bando di gara e l’avvio dei lavori per “fasi di costruzione” previste da dl n. 89/2024; per l’incremento, contenuto nella Legge di Bilancio in discussione, della dotazione finanziaria per il Ponte fino a 14,7 miliardi di euro, con una differenza tra la base d’asta del bando di gara iniziale e l’attuale ammontare dell’ appalto di ben 10,8 miliardi di euro; per le modifiche alla compagine societaria di Eurolink e all’abuso di posizione dominante di Webuild nell’acquisto di quote di partecipazione e, infine, per la violazione delle regole di Concorrenza e di mercato sull’affondamento di incarichi senza che gli affidamenti siano stati preceduti da manifestazioni pubbliche di interesse.
Gli esponenti, dunque, con l’esposto hanno chiesto All’Autorità Garante di avviare un’istruttoria sul presunto abuso di posizione dominante e di intraprendere le azioni necessarie, anche cautelari, per tutelare la libera concorrenza e il mercato. (rrm)
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