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A Siena un’energia fuori dal comune #finsubito prestito immediato


Malgrado le complicazioni burocratiche, una buona dose di ambiguità normative, i ritardi del decreto attuativo, l’incertezza nelle tempistiche, i vincoli urbanistici e paesaggistici, in una città storica come Siena sono nate tre Comunità di energia rinnovabile (Cer), due delle quali hanno già riscosso gli incentivi dal Gestore dei servizi energetici (Gse). Si tratta di Cer create «dal basso» grazie all’impegno e alla determinazione di un gruppo di comuni cittadini. Un esempio – come ce ne sono altri in Italia – che vale la pena di raccontare.

L’ESPERIENZA DI «SIENAENERGIE» (sienaenergie.it) comincia due anni e mezzo fa, nel maggio 2022, da un incontro informale in una parrocchia tra persone vicine alla curia e i volontari dell’associazione Siena 2 (San Miniato), erede di una ex-circoscrizione abolita dal Comune. C’è chi ha in tasca l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, e chi il decreto legislativo 199/2021 che attua la Direttiva europea sull’uso di energia da fonti rinnovabili: l’obiettivo comune è incrementare la produzione locale di rinnovabili e cambiare il modo di consumare e condividere l’energia, in modo diffuso e democratico.

SETTE MESI DOPO, IN DICEMBRE, in una prima assemblea piuttosto affollata viene presentata l’iniziativa e il mese successivo (gennaio 2023), un gruppo di 45 soci che versano ciascuno 50 euro costituisce una prima associazione di volontariato con lo scopo generico di creare comunità energetiche in tutta la Toscana. Essere una normale associazione, però, non basta: perché vi possano aderire anche gli enti pubblici serve dotarsi di personalità giuridica che viene riconosciuta, però, ad associazioni che abbiano un patrimonio minimo di 15 mila euro. Scatta la ricerca di finanziamenti trovati grazie alla Fondazione Monte dei Paschi che crede nell’iniziativa ed eroga 12 mila euro.

PER POTER ACCEDERE ANCHE A FONDI pubblici e godere delle agevolazioni fiscali per gli enti senza scopo di lucro Sienaenergie scopre che è opportuno iscriversi al Runts (Registro unico nazionale del terzo settore) che però non contempla le comunità energetiche: servirà attendere una modifica specifica del Codice del terzo settore (il decreto legislativo 29 maggio 2023, n.57) per includerle.

LA PILA DEGLI INCARTAMENTI di Sienaenergie cresce, ma il decreto attuativo che dà il via libera alle Cer e ai relativi incentivi ancora non c’è. Arriva solo nel dicembre 2023 e viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 febbraio 2024. Per esistere, una Cer deve essere iscritta al portale del Gse, disponibile dall’8 aprile 2024: grazie al grande lavoro di preparazione, a 15 assemblee pubbliche, a svariati sabati passati a volantinare e informare, Sienaenergie taglia il traguardo con le sue due prime «configurazioni», cioè le vere e proprie comunità di produttori e consumatori che afferiscono a singole cabine primarie (i nodi di distribuzione dell’energia), al 6° e 7° posto in Italia. Non era una corsa a chi arriva primo, ma certo è stata una corsa ad ostacoli.

DAI 45 SOCI INIZIALI, OGGI Sienaenergie ne conta 220 tra cittadini e soggetti pubblici, tutti su base paritaria per statuto: hanno aderito anche l’Università degli Studi di Siena (dipartimento di Informatica che sta fornendo software open-source e Comunicazione che ha anche creato il sito), Cgil, Cisl, Sunia, l’Arcidiocesi, Legambiente, Adiconsum, Unione provinciale agricoltori, la cooperativa sociale SET. Alla lista manca il Comune di Siena, amministrato dal centrodestra: il consiglio comunale ha votato contro l’adesione alla Cer e la giunta ha affidato un incarico a un consulente esterno per valutare come costituirne un’altra.

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NON TUTTI I SOCI DIVENTANO automaticamente membri della configurazione di riferimento. L’assemblea di Sienaenergie ha deciso di concedere l’accesso prioritario a fasce protette che vengono determinate con un sistema di punteggi assegnati in base al reddito/Isee, alla dimensione del nucleo familiare, alla presenza di apparecchi elettromedicali nell’abitazione.

PER RENDERE VIRTUOSO IL MECCANISMO è necessario che nel perimetro di ciascuna cabina primaria vengano attivati quanti più impianti di produzione di energia rinnovabile, perlopiù fotovoltaica nel caso di Siena, sia di taglio domestico sia di dimensioni più grandi (su tettoie, capannoni e quant’altro). L’energia generata viene in parte autoconsumata da chi la produce (che ottiene un risparmio sulla bolletta) mentre quella che eccede o viene immessa in rete (con un corrispettivo di circa 0,12 € a kWh) oppure viene condivisa: su questa quota condivisa il Gse riconosce un incentivo di 0,12 € a kWh alla configurazione che ha deciso di assegnare il 40% al produttore e il 60% ai consumatori.

Quindi è nell’interesse dei membri della configurazione massimizzare la condivisione, cioè sfruttare l’energia quando ce n’è di più, nelle ore centrali del giorno, per incassare più incentivi. Una App in via di sviluppo consentirà ai soci di sapere in tempo reale quando è più opportuno cuocere una torta in forno o quando infilare il plug-in della auto elettrica. La transizione energetica richiede anche un cambio di abitudini, oltre che una diminuzione dei consumi.

QUESTA È LA FORMA CHE SI È DATA la Cer di Sienaenergie. Non è l’unica. Esistono Cer che hanno scelto la forma cooperativa («per noi troppo complicato», dicono a Sienaenergie) invece che associativa, oppure Cer sviluppate da soggetti privati. «Noi siamo una rete di volontari che crede nel valore dell’energia rinnovabile prodotta localmente e condivisa per creare benefici ambientali e sociali», dice il presidente di Sienaenergie Alessandro Vigni. «Esistono tante altre possibilità, ma bisogna stare attenti a chi cerca di usare le Cer per speculare sull’energia. Molti comuni vengono contattati da soggetti privati che chiedono di creare Cer non per condividere l’energia ma per rivenderla speculando sulla differenza tra il prezzo riconosciuto in base all’incentivo, 12 centesimi circa, e il prezzo di mercato che oggi si aggira sui 30 centesimi».

PASSATA LA FASE DI AVVIAMENTO, ora Sienaenergie si può dedicare agli impianti: ha appena vinto un bando del Ministero per lo Sviluppo economico del valore di 50 mila euro per sviluppare con l’Università soluzioni per la riqualificazione energetica delle imprese che poi potranno aderire alla Cer. Nella frazione di Brenna (comune di Sovicille) andrà a sostituire la turbina di una vecchia filanda per creare un mini-impianto idroelettrico. Nel quartiere di San Miniato curerà la autorizzazione paesaggistica collettiva per due condomini che si vogliono dotare di impianti fotovoltaici. Dai progetti sono esclusi i campi eolici, per il poco vento e i vincoli paesaggistici e gli impianti a biomassa per lo scarso potenziale offerto dal territorio.

A «SIENAENERGIE» SI AUGURANO che nascano altre Cer, di qualunque tipo. Non c’è competizione, se non sull’uso delle superfici adatte alla posa dei pannelli fotovoltaici. «Al Comune abbiamo chiesto di fare almeno un regolamento per l’accesso ai tetti di proprietà comunale, in modo che sia chiaro ed equo, per tutti», sottolinea Vigni.



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