di Massimo Lodi
Un tot di merito, un tot di caso. Giorgia Meloni “leader più potente d’Europa”, definizione by Politico.eu, è il riconoscimento dei tempi. Riconoscimento 1. Tempi in cui, per restare nei nostri confini, l’ex underdog di Fratelli d’Italia ha fatto meglio dei sodali di centrodestra e degli avversari di centrosinistra. Gli ha sottratto intuizioni, empatie, consenso e sfruttato le armi della comunicazione: esaltando la propria, sfuocando l’altrui. Sa vendere bene il nazionalismo à la carte, e non c’è Salvini che tenga nel provare il sorpasso demagogico. Tra i due, lei l’originale lui la copia. I risultati elettorali confermano.
Riconoscimento 2. Tempi in cui, per uscire dai nostri confini, tira un’aria conservatrice. Clima familiare alla premier di Chigi, non ai suoi omologhi europei. Difatti Germania (conti in rosso) e Francia (cercasi primo ministro) sono in crisi e sprovviste di chi incroci il favore del nuovo padrone dell’America. Trump, da pragmatico tycoon, va al sodo e tratta con tutti. Però con Giorgia tratterà senza temere maxifregature, non assicurategli né da Macron né dal futuro cancelliere tedesco (si vota a febbraio). Una che ha saputo accreditarsi alla presidente della Commissione di Bruxelles, Von der Leyen, non votandola e tuttavia facendosi votare il vicepresidente Fitto; che s’è resa amica di Musk, al punto di nominarlo suo virtuale ambasciatore presso il nuovo capo della Casa Bianca, dopo aver intrattenuto ottimi rapporti col precedente; che presiede l’esecutivo di Roma trasferendo all’opinione pubblica un’immagine migliore della realtà, causa il deficit qualitativo di numerosi ministri e provvedimenti talvolta flop; una così ha doti che evidentemente meritano il qualificato riconoscimento.
E fin qui va bene. Da qui in poi chissà. Perché Politico.eu per primo, e poi l’Europa, e di certo Trump, e infine il resto di quanti stringono patti, combinano affari, pianificano strategie a breve/medio/lungo termine sullo scacchiere mondiale pretendono dalla Meloni fatti. Fatti importanti, fatti decisivi, fatti indiscutibili.
E cioè: la chiamano a riforme strutturali (giustizia, fisco, scuola, sanità eccetera) in grado di modernizzare il Paese; a spendere bene e in toto i soldi del Pnrr, vista la gran mole d’impegni assunti; a eliminare sacche di privilegio (si pensi per esempio alle rendite di posizione dei balneari e dei taxisti); a non intestardirsi in modifiche costituzionali (autonomia differenziata e premierato) d’improbabile realizzazione e di sicuro logoramento; a conferire -tramite qualche cambio in corsa- maggiore standing/autorevolezza al governo, dato che il pronostico sembra indicare un percorso di legislatura, traguardo il 2027; a smuovere infine i residuali dubbi circa l’orizzonte di mediatrice fra mondi diversi offertale dal momento storico. Sarà questa la verifica del lusinghiero giudizio, se no destinato a modificarsi e perfino rapidamente. L’autorevole sito che ha promosso la Meloni al rango di personalità della massima influenza nel Vecchio Continente, è solito non fare sconti a quanti si dimostrano inadatti, unfit, al mantenimento del ruolo.
lodi meloni politico.ue – MALPENSA24
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