Un disegno di legge punta a rilanciare la Valle di Susa con una zona franca montana: esenzioni fiscali, incentivi alle imprese e benefici ai Comuni per vent’anni, per riaccendere lo sviluppo economico
Una zona franca, extradoganale, con tanto di esenzioni dalle imposte, agevolazioni e benefici: un aiuto ventennale per la depressa valle di Susa.
In Italia sono già operativi territori extradoganali, zone franche e depositi franchi: i più noti sono Campione d’Italia, Livigno, parte della provincia di Gorizia, le acque nazionali del lago di Lugano, regimi speciali nei Comuni limitrofi di Gorizia e in Valle d’Aosta. E ora un disegno di legge che inizia l’iter in commissione Finanze al Senato, propone l’istituzione di una zona franca montana per lo sviluppo della Valle di Susa, in Piemonte.
Valle di Susa: la rinascita della “porta d’Italia”
Già, perché questa valle che era la principale “porta d’Italia” verso l’Europa nord-occidentale e che ha vissuto un periodo economico fiorente poi ha dovuto affrontare la deindustrializzazione negli ultimi trent’anni che ha prodotto effetti durissimi: le grandi imprese del territorio hanno chiuso, migliaia di operai e di tecnici sono usciti dal mercato del lavoro e nel tempo i grandi insediamenti sono stati parzialmente sostituiti da piccole imprese che, a loro volta, hanno chiuso o hanno delocalizzato.
Secondo l’ufficio studi dell’Unione industriale di Torino, il Pil pro capite in Valle di Susa è inferiore ai 15mila euro, come già riconosciuto da tempo: infatti nel 2001 i comuni della Valle di Susa sono stati riconosciuti come aree depresse della regione Piemonte.
Da qui la proposta di istituire una zona franca extradoganale montana per almeno i prossimi vent’anni, con l’obiettivo di rilanciare lo sviluppo dell’intera valle e dei Comuni che ne fanno parte, tra cui – tanto per citarne alcuni – Bardonecchia, Chiomonte, Moncenisio, Claviere, Sestriere, Sauze d’Oulx, centri ben noti per chi pratica la montagna e anche un po’ di sci.
Valle di Susa: agevolazioni fiscali e incentivi per i prossimi vent’anni
Per le imprese che operano nella zona franca si propongono agevolazioni e benefici: a) esenzione dalle imposte sui redditi per i primi 10 periodi di imposta b) esenzione dall’imposta regionale sulle attività produttive, per i primi 10 periodi di imposta, fino a concorrenza dell’importo di euro 300mila, per ciascun periodo di imposta, del valore della produzione netta; c) esenzione dalla quota riservata allo Stato dell’imposta municipale propria (Imu); d) esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente, per i primi 10 anni di attività, e) riduzione del 60% delle accise relative a prodotti energetici, tabacchi e alcool; f) esclusione dai soggetti passivi dell’imposta sul valore aggiunto sui beni di prima necessità, per i primi 10 periodi di imposta; g) esenzione, per i primi 10 periodi di imposta, dall’imposta doganale sui valori importati all’interno della zona franca esportati dalla medesima verso l’esterno; h) esenzione dalle imposte di bollo relative ad atti, documenti e registri connessi alle attività di impresa.
Ce n’è anche per i Comuni della Valle di Susa. A loro per la durata di venti anni sono attribuiti: a) il 30% delle entrate derivanti dalla riscossione delle tariffe relative alla fornitura del servizio idrico integrato; b) il 30% dell’energia elettrica prodotta dagli impianti situati all’interno della zona franca extradoganale montana stessa, ovvero del corrispettivo monetario equivalente.
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