BELLUNO – Comunità energetica? Arrivati i primi assegni per l’unica Cer attiva (per il momento) in provincia: cento euro a testa ogni 6 mesi, con un risparmio in bolletta del 15%. Ed è proprio l’ingegnere Giancarlo Manganella, che si è occupato degli aspetti tecnici di Feltrenergy, a tracciare un quadro di queste comunità di energia green in provincia. «Per le Comunità Energetiche Rinnovabili ad oggi in provincia è solo attiva Feltrenergy di Feltre – sottolinea -. In Agordo e Belluno, precisamente a Castion, sono attive due configurazioni di Autoconsumo Collettivo, sostanzialmente la condivisione dell’energia nello stesso condominio tra più utenze». E spiega: «Attiva vuol dire che la procedure o le procedure con il Gse, il Gestore dei Servizi Energetici, ente individuato dalla Stato per la gestione delle Cer, sono concluse e sono quindi arrivati i bonifici alla Cer».
LA PREMESSA
Sono tre le cabine primarie in provincia di Belluno, come da mappa interattiva del Gse: una a Belluno, una a Feltre e una ad Agordo. Si tratta dei punti a cui allacciarsi e dar vita a una Cer, ovvero un gruppo di soggetti che si organizzano per produrre e condividere localmente l’energia incamerata grazie a pannelli solari e fonti rinnovabili. E costituire la comunità è semplice: si può andare dal notaio, ma basta anche un’associazione per poter accedere a questi benefici con un semplice atto all’Agenzia delle Entrate.
I NUMERI
In provincia c’è tanto fermento sull’energia green. Grazie al bando di Fondazione Cariverona e il contributo di 60mila euro sono 7 le Cer costituite. Nell’elenco di Cariverona ci sono quelle del Centro Consorzi denominata “Cer – Valbelluna cuore dell’Imprenditorialità”, quella del comune di Borgo Valbelluna, la Comunità energetica feltrina del Comune di Feltre, la Cer Dolomiti del consorzio comune Bim Piave, Cer Piave della coop Tib Teatro, Alpago Cer dell’Istituto Europeo per lo sviluppo tecnologico e Cer Comelico dell’Unione montana Comelico. Oltre a queste «il gruppo Azzalini energie ha costituito la Cer “Le luci del Feltrino” operante appunto nel Feltrino e “Le Masiere” operante nel territorio di Sospirolo e San Gregorio nelle ALpi, Sedico, Santa Giustina, Belluno, bellunese. Poi la “Zoldo Comunità Energetica Rinnovabile” costituita spontaneamente da cittadini, imprese, negozi di vicinato, strutture ricettive», prosegue Manganella che per diverse di queste è responsabile tecnico.
L’INVESTIMENTO
La Cer richiede un investimento iniziale: realizzare gli impianti. In quella di Zoldo, ad esempio, negozianti e privati hanno speso 8-9mila euro a testa. Sono un totale di 20 persone e sull’investimento fatto ottengono il 40% a fondo perduto e per 20 anni quei famosi assegni che abbattono le bollette. «Gli impianti – precisa Manganella – rimangono e sono sempre in pieno possesso dei proprietari che usufruiscono quindi dei tradizionali benefici economici e cioè l’autoconsumo in casa od in azienda e la vendita dell’energia in surplus immessa nella rete».
IL RISPARMIO
«Il beneficio economico per i consumer, e cioè i partecipanti alla Cer senza impianto – ricorda il tecnico -, è per le utenze residenziali calcolato pari a circa il 15% del costo totale annuale della bolletta. Ovviamente i consumer come ditte, imprese avranno benefici in funzione del proprio profilo di consumo che può determinare risparmi superiori a quella percentuale». E concretamente, a conti fatti è andata così: «I partecipanti consumer di Feltrenergy, pensionati e famiglie, utenze residenziali quindi, senza nessun esborso economico, hanno incassato nei primi 6 mesi di funzionamento dell’impianto circa 100 euro a testa. Sarà così per vent’anni». E in Val di Zoldo, comune con meno di 5mila abitanti che può usufruire di ulteriori contributi andrà (quando sarà attiva) ancora meglio: «I partecipanti la Cer di Zoldo che realizzeranno l’impianto, prevalentemente famiglie ma non solo, riceveranno un contributo complessivo a fondo perduto di circa 80.000 euro su una spesa di 200.000 euro per la realizzazione degli stessi – fa sapere Manganella -. Nei 20 anni è previsto inoltre un introito calcolato per difetto di più di 150.000 euro per l’autoconsumo».
NUOVE ABITUDINI
E infine va ricordato che «si innesta anche un percorso virtuoso, perché a differenza di quanto ci hanno sempre detto si cerca di consumare durante il giorno e non la notte perché con la luce del sole gli impianti producono».
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