Sembrava uno 0-0 scontato, prima dei guizzi della squadra di Fabregas che trovano tre punti d’oro facendo piombare i giallorossi in piena zona retrocessione
Il Como trova tre punti pesantissimi in chiave-salvezza, la Roma dimostra di non essere ancora guarita e gioca un secondo tempo vecchia maniera, di quelli da vergognarsi. Alla fine il conto dice dieci tiri a uno per il Como nello specchio della porta, con un 2-0 finale che arriva solo in pieno recupero ma che è strameritato da parte della squadra di Fabregas. Che porta a casa la vittoria con i gol in extremis di Gabrielloni e Nico Paz, alla fine di una partita dove solo un grande Svilar gli aveva negato la rete in precedenza. E la Roma? Con questa sono 15 partite esterne senza vittoria esterna, tra campionato e coppe, un digiuno lungo ben otto mesi. Ma, soprattutto, una prestazione in netta controtendenza con le due precedenti, con Lecce e Braga. Probabilmente si era festeggiato troppo, convinti che tanti problemi fossero stati già risolti. Ed invece, è evidente, non è affatto così.Â
face to face
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Ranieri lascia fuori Mancini (stanchezza), ma in extremis deve rinunciare anche ad Hummels, febbricitante, che dopo il riscaldamento dà forfeit. Così la difesa è inedita, con Celik a fare il braccetto a destra ed Hermoso dentro dall’altra parte. Fabregas invece conferma il solito impianto di gioco, con Paz e Strefezza a cercare di inventare. Ed infatti sono proprio loro due i più frizzanti, quelli che danno slancio alla manovra dei lombardi ogni volta che il Como riesce a trovare campo ed a distendersi. Dall’altra parte, invece, Dybala fa il falso nove e si muove tanto, creando spazi dove però stavolta i suoi compagni si inseriscono poco. La Roma però va subito vicina al gol, prima con Saelemaekers e poi con Celik, occasioni a cui il Como replica con la punizione di Paz (traversa) e un tiro di Strefezza che esce di poco, mettendo i brividi a Svilar. In mezzo la Roma ha meno fosforo, con Le Fée che non verticalizza come Paredes, e allora i giallorossi cercano quasi sempre la corsia di destra, provando a sfruttare la velocità nello spazio di Abdulhamid. Solo che il saudita è veloce, ma poi i piedi sono sempre quelli e allora un paio di buone occasioni svaniscono nel nulla. I piedi di Paz invece sono deliziosi e l’argentino mette ancora paura a Svilar, bravo a respingere a terra. A conti fatti un primo tempo meno elettrizzante di quanto ci si poteva aspettare, con un gioco che fatica a decollare.
dominio
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E allora per provare a cambiare marcia Ranieri ad inizio ripresa manda dentro Dovbyk, al posto di El Shaarawy (con Dybala – capitano – che torna sulla trequarti). A partire forte però stavolta è il Como, con Da Cunha che impegna Svilar e Belotti che si divora il gol del vantaggio. Poi è Fadera dal limite dell’area a chiamare ancora in causa Svilar con una superparata, provandoci anche dopo con un tiro di un soffio fuori. La Roma soffre tantissimo, la pressione lariana è costante e i giallorossi non riescono quasi più a risalire. Così vanno dentro al 16’ Pisilli, Pellegrini e Mancini per Saelemaekers, Le Fee e Abdulhamid, mentre Fabregas risponde inserendo Cutrone (che va subito vicino al gol di testa) e Sergi Roberto. Quindi è ancora Goldaniga a chiamare in causa Svilar, che poi si ripete anche su Paz (punizione), in un dominio comasco che inizia a diventare anche imbarazzante per la Roma. Che alla mezzora trova il modo di rendersi pericolosa per la prima volta con Dybala (sinistro fuori). Prima della fine è ancora Paz a sfiorare il gol e proprio in extremis arriva il meritato gol dei padroni di casa: numero di alta scuola di Cutrone e tocco vincente di Gabrielloni (entrato poco prima). Sembra finita, ma non lo è, perché c’è ancora tempo per il 2-0: contropiede a campo aperto, assist dello stesso Gabrielloni e piattone vincente di Paz. Il Sinigaglia esplode di gioia, la Roma si copre la faccia dalla vergogna.
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