La costa veneta, da sempre meta ambita per turisti e vacanzieri, si trova oggi ad affrontare un problema che potrebbe compromettere la sicurezza delle sue spiagge: la carenza di bagnini di salvataggio. Secondo le stime, mancano all’appello almeno 500 bagnini, la metà di quelli necessari per garantire un’estate sicura lungo il litorale. Questo allarme, lanciato dalle aziende che gestiscono il servizio di salvamento, mette in luce una crisi che si aggrava di anno in anno, complicata ulteriormente dalle nuove normative che regolano la formazione e l’impiego dei bagnini.
Diverse sono le cause che contribuiscono a questa situazione critica. In primo luogo, la crisi demografica ha ridotto il numero di giovani disponibili a intraprendere lavori stagionali come quello del bagnino. A questo si aggiunge la carenza di alloggi accessibili per i lavoratori stagionali e stipendi che, seppur mediamente fissati a 1.600 euro mensili, non tengono il passo con l’aumento del costo della vita. Ma il colpo di grazia è arrivato con le nuove normative introdotte lo scorso luglio, che hanno innalzato l’età minima per diventare bagnini a 18 anni e imposto che la formazione sia equiparata a quella degli atleti agonisti, richiedendo istruttori certificati dal Coni. Queste regole hanno portato al blocco dei corsi di formazione, come accaduto a Mestre, dove per la prima volta è saltata la sessione autunnale dei corsi della Società Nazionale Salvamento.
Le nuove regole hanno avuto un impatto significativo sulla formazione dei bagnini. Dino Basso, direttore a Mestre, sottolinea come i corsi professionali siano fondamentali per insegnare la sicurezza sul lavoro, un aspetto cruciale per chi opera in spiaggia. Tuttavia, l’equiparazione con l’attività sportiva ha portato a un blocco dei corsi, riducendo drasticamente il numero di nuovi brevetti emessi. Nel 2023, la società di Basso ha formato 82 assistenti bagnanti, molti dei quali hanno trovato impiego sulle spiagge venete. Quest’anno, invece, i brevetti emessi sono stati solo 40, un calo che rischia di lasciare scoperte molte postazioni di salvataggio.
La carenza di bagnini non è un problema isolato, ma riguarda tutte le spiagge venete, da Rosolina a Bibione, passando per Jesolo, Cavallino e Caorle. Le aziende che forniscono il servizio di salvamento stanno registrando un drastico calo di candidati ai colloqui di lavoro, sollevando preoccupazioni per la stagione 2025. William Dalla Francesca Damiani, amministratore di Turismo srl, evidenzia come l’obbligo della maggiore età e le nuove regole per la formazione stiano pesando sul numero di bagnini disponibili. Senza la possibilità di proporre ricorsi, le imprese di salvataggio si trovano costrette a chiedere aiuto al Governatore Zaia per affrontare questo grave problema di sicurezza.
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